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BELLUNO La Provincia di Belluno ha presentato le attività 2024 del Servizio Acque, focalizzandosi sulla diga del Vanoi e sul mini-idroelettrico. Il Servizio, composto da nove persone, gestisce un lavoro essenziale, con canoni idrici che generano circa 15 milioni di euro l’anno. Sulla diga del Vanoi, la Provincia ha espresso contrarietà con due delibere e un documento tecnico, partecipando ai dibattiti pubblici. Il lavoro ha portato a un cambiamento di prospettiva: invece di un invaso, si parla ora di nuovi sistemi irrigui. Per il mini-idroelettrico, la questione riguarda impianti sotto i 3MW, spesso comunali. L’assenza di una normativa statale chiara ha portato la Provincia a garantire la continuità degli impianti esistenti. La Regione Veneto ha poi confermato questa linea con la legge 1/2025. La Corte Costituzionale ha chiesto un parere alla Corte di Giustizia Europea sulla necessità della gara per questi impianti. Altro tema chiave è stato l’aumento dei canoni idrici, con l’introduzione del “canone binomio”, composto da una quota fissa (aumentata a 40 euro/kW) e una variabile legata al fatturato. I grandi concessionari hanno impugnato gli aumenti, ritardando il pagamento di oltre 18 milioni di euro. La Provincia sostiene il contenzioso della Regione Veneto per garantire che queste risorse, circa 30 milioni annui, restino nei territori montani.
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