TAIBON Da inizio dicembre ne sono passati di giorni, nel frattempo sono stati ristrutturati argini, riaperto al traffico le strade regionali, provinciali, comunali e anche qualche sentiero, ma non la provinciale del Mis chiusa perché il torrente ha eroso gli argini mangiandosi parte della strada, ma non tutta da lato a lato. Da allora sono stati messi i cartelli di chiusura. S’alzano le protesta da una parte dell’Agordino che agli amministratori locali impartisce una lezione importante in quanto a spopolamento. Non chiacchiere da Tiser, ma numeri. Partite iva e disagi per chi ha deciso di rimanere in montagna. Temerari che meritano rispetto se non altro perché a tutti i dibattiti non c’è politico che non si riempia la bocca della parola spopolamento in montagna, ma alla prova dei fatti da Tiser viene fatta notare poca attenzione che non conferma le belle idee da conferenza.
Piu’ di 30 persone hanno firmato la lettera inviata al Presidente della Provincia Roberto Padrin e per conoscenza al Presidente della Regione, ai sindaci di Gosaldo, Sospirolo e Rivamonte ed a Veneto Strade.
TISER – GOSALDO Come spesso accade ci troviamo oggi a distanza di molti giorni dagli ultimi eventi alluvionali a dover combattere per il ripristino della vitabilità in Valle del Mis. La strada è ancora chiusa al traffico a causa di un breve tratto collassato al 18esimo chilometro, tratto che in attesa dell’intervento definitivo potrebbe essere almeno e provvisoriamente sistemato a corsia unica con transito a senso unico alternato. La criticità era stata già evidenziata in occasione degli eventi di Vaia nel sopralluogo dell’autunno 2018, alla quale però non sono seguiti i lavori, se fatti allora potevano avere minore impatto economico. La vallata di Tiser come tutto il Comune di Gosaldo ha patito un grande spopolamento e le persone rimaste e nuove hanno trovato evidentemente un valore aggiunto che la politica locale stenta ad apprezzare. Le attività economiche avrebbero maggior riscontro con una viabilità in ordine. Oltre alle attività economiche dell’immediato circondario si ricordano quelle della parte alta di Gosaldo. Attività come il progetto Desma per il rilancio di Forcella Aurine; l’agriturismo azienda agricola Liliana; gli esercizi commerciali storici, ma anche le attività di Rivamonte e Tiser in totale 13 partite iva: 2 edilizia, 2 lattoneria, 2 disegno industriale, 1 grafico, 1 coltellinaio-arrotino, 1 scultore in legno, 1 attività di traduzione, 1 commercio ambulante, 3 B&B 1 agriturismo. In questo momento la vallata è stata privata del servizio di trasporto pubblico a causa della mancata sicurezza stradale (ci sono ancora danni di Vaia da sistemare lungo la provinciale 2) quindi se manca la sicurezza si dovrebbe intervenire in somma urgenza anche per quei “temerari” e obbligati abitanti-lavoratori che a loro rischio e pericolo si muovono con mezzi propri. La strada del Mis è stato detto più volte è l’utile via di sfogo alla regionale 203 agordina quando entra in crisi, spesso percorso per manifestazioni d’auto d’epoca, ciclismo e inserita nei circuiti dei motociclisti, italiani e stranieri. Per questo interesse turistico ci dovrebbe essere interesse, almeno il giusto. Con questa lettera pretendiamo che chi ha competenza o meglio se ne arroga l’onere non sfugga ancora o si nasconda dietro promesse. Piuttosto che proceda speditamente per risolvere la situazione e garantire subito la circolazione stradale in attesa, che sia breve, per soluzioni definitive o che almeno non in condizioni di precarietà.
IL PENSIERO DEL PARROCO DON FABIANO
Penso proprio che il nuovo appello degli abitanti di Tiser affinché si tengano presenti le necessità della strada della Valle del Mis, possa essere per il mondo amministrativo e politico una sfida interessante. La si può accogliere, intervenendo in tutti i modi possibili, oppure la si può ignorare, continuando a piangerci addosso per i problemi legati allo spopolamento della montagna. Non mi permetto certo di entrare nelle complesse dinamiche gestionali, ma lo sguardo si volge ad un territorio costellato di piccole frazioni dove persone dalle diverse storie e vicende hanno scelto di vivere. E lo fanno con una tenacia encomiabile! Dove anziani chiedono il rispetto per poter continuare a coltivare il legame con le proprie radici. Dove alcuni audaci hanno avviato la loro attività professionale, credendo nella strada percorsa. Qualcuno potrà per l’ennesima volta dirmi che il prete deve stare in sacrestia…la Valle del Mis è sbocco naturale per la vita e le vicende di una vallata e della sua gente! E le preoccupazioni e le amarezze della propria gente…giungono al prete…anche se sta in chiesa! don Fabiano Del Favero, parroco di Tiser