BELLUNO Mauro De Carli, segretario generale della CGIL Belluno, fa il punto della situazione sulla riapertura del prossimo 4 maggio.
Ripartire a partire dal 4 maggio ! In verità in questa provincia le possibilità di lavorare erano sempre state molto più larghe che in altri territori, sia per l’esclusione dell’occhialeria dal lockdown perché autorizzata dal Codice Ateco , sia per le tante deroghe chieste dalle altre ditte, tanto che potremmo facilmente dichiarare che quasi tutti potevano gia’ nelle settimane scorse riprendere attività. E’ comunque sbagliato credere che basti invertire l’interruttore inserendo nel DPCM la data della riapertura, per avere una ripresa “concreta” all’interno del mondo produttivo. Per diversi fattori; come CGIL insistiamo moltissimo sul principio che tutto deve essere subordinato al “fattore sicurezza”. Le regole del distanziamento sociale dentro e fuori i luoghi di lavoro, nei mezzi di trasporto pubblici e privati, la consistenza e la fornitura dei DPI (dispositivi di prevenzione contagio), la riorganizzazione degli orari provocheranno sicuramente cambiamenti organizzativi che non permetteranno le stesse modalità di produzioni di prima. Nessuno ha ancora analizzato cosa comporterà questo sia nel fattore produzione che su quello degli orari lavorati, o se addirittura si dovranno avere nuovi lavoratori per garantire le regole della sicurezza anticontagio. Il secondo punto riguarda la natura delle nostre industrie e la dinamica attuale (e futura?) del mercato globale; siamo principalmente esportatori, specie a Belluno per la predominanza dell’occhialeria, e questo rischia di “sbattere” contro le varie fasi del lockdown negli altri Paesi del mondo, che in tempi e modi differenziati hanno chiuso i loro mercati e non riassorbiranno, se non in minima percentuale, le nostre produzioni. Qui la riflessione dovrebbe portarci a chiedere per il futuro una maggiore propensione industriale verso il mercato nazionale , a reggere quella domanda interna che dovrebbe essere la valvola di sfogo per il sistema industriale quando sopraggiungono le crisi internazionali. Riflessione pleonastica perché già fatta in altre circostanze simili (2008, 2011) e a cui pero’ non si è mai data risposta, anzi ogni qual volta si reinvertiva il clima economico, si è sempre ripreso a lavorare con lo stesso metodo di prima. Anche il solo esempio delle mascherine mancanti perché prodotte altrove, questa volta dovrebbe spingere il sistema economico e politico a darsi un indirizzo diverso rispetto al passato. Speriamo bene. Questi due elementi ci dicono che il proseguo del 2020 non dovrebbe vedere un recupero al 100% delle nostre capacità produttive e, sperando di fare cosa utile anche ai propositori della ripresa ad ogni costo- leggi il mondo imprenditoriale-, proverei ad elencare alcune questioni che interessano il mondo dei lavoratori. La prima: siamo a posto con la sicurezza? Gran parte delle regole sono conosciute, almeno i principi base, ma siamo sicuri che siano declinati con attenzione entro i luoghi di lavoro? Soprattutto siamo sicuri che verranno osservati anche per il futuro (visto che per l’autunno si potrà prevedere il pericolo dell’ondata di ritorno del contagio!)?. Nel settore dell’industria si stanno perfezionando i protocolli e credo sia utile rimarcare che tutto deve essere sottoposto alle verifiche continuative dei Comitati costituiti dal Protocollo nazionale del 14 marzo, comitati che prevedono la presenza e la facoltà di proposta e verifica dei nostri RSU o RLS (rappresentanze sindacali e della sicurezza). La fase 2 che si sta profilando intenderà dare vera agibilità a questi comitati o si pensa che una volta riaperti i cancelli ci si possa dimenticare di loro? Lo dico, non per i tanti casi dell’industria in cui lo stato delle relazioni è veramente partecipativo, ma soprattutto per quei settori dove non esiste una rappresentanza capillare del sindacato o dove ci si è dotati della bilateralità come metodo di confronto collettivo tra le parti: in questi casi si è d’accordo nel trovare metodi reali e concreti per dare applicazione continuativa alle regole del distanziamento sociale, sulla fornitura dei DPI, o altre soluzione che si devono ancora trovare? Non basterà l’autocertificazione. In tanti di questi settori la fase 2 sarà in la’ con il tempo, il turismo, le mense, i servizi di varia natura: per esempio come si darà applicazione alle regole sul distanziamento sociale? Non solo, ma la fase di ripresa dei lavori edili sulle grandi opere dei Mondiali 2021 (4 maggio) ci interroga sulla necessità di sostegni logistici per i lavoratori trasfertisti, in mense e alloggi, che devono essere svolti proprio in questi settori. Senza l’agibilità di questi ultimi non potrebbero essere utilizzati i lavoratori del settore edile: insomma una serie di garanzie e tutele che non hanno ancora un metodo concertativo, che devono trovare una regia e una declinazione nei vari settori e nelle varie aziende. Ma ci sono ancora due temi che devono essere almeno esposti; la questione del trasporto pubblico, che per favorire il distanziamento sociale nella fase di ingresso/uscita dei luoghi di lavoro oltre che sugli stessi abitacoli , abbisognerebbe di una moltiplicazione di mezzi e di personale. E la cosa diverrebbe più consistente con il riavvio delle scuole in autunno. Infine il tema che nessuno osa esplicitare; ripartenza cadenzata, come si è detto, in cui rischiano di rimanere scoperti migliaia degli addetti precari; si pensi solo alle oltre mille in provincia richieste di sussidio per i “somministrati”. La loro integrazione salariale ( si chiama TIS) si è già esaurita ad inizio aprile, anzi, mentre la prosopopea dell’industria li citava come “risorse che stavano acquisendo le competenze dell’innovazione”, sono i primi ad essere a casa. Possiamo discutere su come verranno salvaguardati per il futuro? Un insieme di temi che sono a latere del dibattito politico attuale; la CGIL ha il dovere di farli emergere perché toccheranno la vita, i redditi, la tenuta sociale dei prossimi periodi anche dentro la nostra Provincia.
Mauro De Carli
Segr. Gen. CGIL Belluno