di RENATO BONA
Ci siamo già occupati in altre occasioni di “Igne Paese del fuoco” commentando il prezioso libro realizzato nel maggio 2002 ad iniziativa del Gruppo Volontari Igne e della Parrocchia di San Valentino, col patrocinio del Comune di Longarone, dalla coppia di amici e colleghi Ivano Pocchiesa e Mario Fornaro. Lo facciamo molto volentieri anche in questa circostanza soffermandoci in particolare sui capitoli (corredati da belle immagini datate) che evidenziano la trasformazione del paese, il lavoro locale in alcuni casi autentica arte, ed il fenomeno dell’emigrazione con i suoi chiaroscuri. La prima immagine – quando “il consumismo, con i suoi elettrodomestici era ancora lontano”- risale agli anni ‘60 ed è stata “immortalata” nella località Grefa, con le lavandaie Antonietta ed Anna De Bona impegnate sul Rui Pizzol. A seguire, ecco quella – stessa epoca – di Maria De Cesero ‘Periti’ pure alle prese col bucato. L’originale della foto porta sul retro una dedica: “Alle nipoti Lucia, Nora e Lina da parte della mamma”. Ancora anni ‘60: paesani di Igne all’alpeggio con le pecore “per assicurare, al rientro in fondo valle, saporite pendole”; dalla località La Vara: ritorno dalla casera. Veniamo al “Paese che si trasforma”. La prima fotografia è quella della cosiddetta “Nave”: il fabbricato venne demolito nel 1955 per consentire il passaggio delle automobili attraverso il paese; scattata nell’anno 1944, vede in primo piano il piccolo Pierluigi Bez Minella. Si prosegue con il campanile della chiesa di Igne che, negli anni ‘50, era in attesa di quel rifacimento che sarebbe avvenuto in seguito, negli anni ‘60, con l’allargamento della strada verso Zoldo per consentire agli abitanti di usufruire del servizio di pullman direttamente dal centro del paese; altre modifiche rispetto al panorama proposto riguardano lo spostamento della cabina elettrica che sarebbe stata a breve trasferita in altro luogo. Tocca quindi ad uno scorcio della vecchia casa “Perere”, sullo sfondo, negli anni ‘50: ora vi si trova la sede dell’ufficio postale e dell’ambulatorio. Seguono le “case Biroli” demolite nel 1989 e, di seguito, un altro aspetto di fabbricati della Igne dei tempi andati. La foto che proponiamo a questo punto, sotto il titolo “L’arte del casaro” risale ai primi del 1900 e mostra agli inizi dell’attività la Latteria di Igne , importante istituzione del paese che rimase attiva per ben 111 anni, dal 1881 al 1992. Pocchiesa-Fornaro ricordano che la responsabilità della conduzione avveniva a rotazione secondo una caratteristica delle latterie cooperative, “turnarie” appunto, ideate in Italia da don Antonio Della Lucia nel 1872 a Forno di Canale, oggi Canale d’Agordo; quella di Igne era la maggiore latteria della zona, seguita da quella di Provagna. Risale al 1936 la costruzione della malga comunale di La Megna per continuare a svolgere la tradizionale attività della monticazione nel territorio comunale di Longarone dove nel 1900 erano in funzione 13 malghe comunali e 8 private per un totale di 1205 capi di bestiame bovino oltre a 3.000 pecore e 2.000 capre! Bella anche la foto, anni ‘70, di Aurelio De Bona ‘Marchet’ occupato nella delicata fase della stagionatura delle “pezze” di formaggio che sarebbero state poi distribuite tra i soci, oltre cento, della Latteria. E siamo, in conclusione, alle immagini dedicate a gelatieri e cameriere, oltre che agli emigranti. La prima ci mostra Arduino De Cesero ‘Ost’, negli anni ‘20, con il suo carrettino di gelato, in attività stagionale a Torino; segue quella, pure risalente agli anni ‘20, di “due ragazze di Igne apprezzate cameriere a Vienna”, poi quella, è il 1934, di un altro gelatiere di Igne ripreso sulla spiaggia di Rimini già a quel tempo affermata località balneare; la scritta sul carrettino poneva in evidenza: “Gelateria cadorina” come un marchio di qualità”. Chiudiamo con la foto che sotto il titolo “Paranà, Slavonia, Santa Catarina…” sintetizza il fenomeno dell’emigrazione: anno 1936, Theodoro De Bona, nato nel 1904 a Morretes nello stato brasiliano di Paranà, figlio di Antonio De Bona, emigrato da Igne, e di Cesira Bertazzoni De Bona, è in visita a Igne, ed ha al suo fianco i piccoli Luciano e Teodoro De Bona. Il nostro divenne un famoso pittore in Brasile e le sue opere fanno bella mostra in importanti collezioni. L’altra immagine propone gli sposi Luca Bez “Batti” di Igne e Giulia De Cesero di Soffranco con i loro figli: Primo, Mario, Giovanni, Clelia, Marcella, Genoveffa; la famiglia è partita da Igne per Plostine in Slavonia (Croazia) nel 1913; dopo 89 anni, nel 2002, il nipote Denis Bez con la moglie Anna sono venuti ad abitare a Igne, paese dei loro antenati; l’ultima foto, dell’anno 1989, è riservata ad un folto gruppo di discendenti di emigrati in Brasile, ad Urussanga, che giunsero ad Igne per gettare le basi di un gemellaggio poi perfezionato il 26 maggio 1992 con il Comune di Longarone.