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Da qualche anno l’Agordino si è trasformato nella patria dei cantieri, vuoi per l’eredità di Vaia, per l’ampliamento della fibra e della rete del gas, per la sicurezza di ponti e cavalcavia, per la messa in sicurezza di versanti franosi ecc. ecc. Una infinità di lavori che se da un lato fanno piacere dall’altro creano un disagio prolungato che mette in difficoltà un territorio che si aggrappa alla Strada Regionale 203 Agordina per non rimanere isolato. La conformazione delle nostre valli non permette infatti grandi alternative se non a prezzo di aggiramenti lunghi e disagevoli, cosa che vale per tutte le strade agordine. Così se una via di comunicazione è interessata da lavori si rimane sostanzialmente senza alternative, con tutto ciò che ne consegue, obbligando, se va bene, a fare la coda ai semafori magari tre quattro volte in pochi chilometri. Semafori spesso tarati approssimativamente che prolungano la sosta, già poco gradita, ben oltre il lecito. Il risultato è che per raggiungere il posto di lavoro o l’ospedale, per sbrigare incombenze o solo poter transitare per raggiungere la propria destinazione, si sa quando si parte ma non si sa quando si arriva. Un’autentica odissea. Come premesso i lavori importanti vanno logicamente eseguiti, magari con una miglior programmazione. Tutti credo capiscano che i miglioramenti comportano dei disagi e che dotarsi di sana pazienza è cosa buona e giusta. Ma quando il disagio diventa la norma per un tempo infinito il miglioramento non viene nemmeno percepito, mentre rimane il solo disagio che mette in grande difficoltà le genti agordine.
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