RADIO PIU’ Riceviamo e pubblichiamo un ricordo di Ottorino de Col che salvò la vita ad una donna
Ho sentito attraverso la vostra radio , che verrà ripristinata la lapide del partigiano Ottorino De Col presso la rotonda di Ponte Alto , con l’occasione volevo raccontare un fatto che è successo a mia mamma che le ha salvato la vita, proprio durante l’uccisione del povero partigiano. Dunque, quel giorno mia nonna Lucia (visto il pericolo della ritirata dei tedeschi che saccheggiavano le case) era andata a rifugiarsi presso una parente in località Santel di Rivamonte con la mucca e i suoi due figli più piccoli Lino e Luciano . Mia mamma doveva raggiungerli in serata dopo aver sistemato la casa e raccolto le uova delle galline rimaste nel pollaio. Nel tardo pomeriggio, mia mamma di 17 anni mentre si avviava verso Ponte Alto, incontra un uomo che le dice ” onde vasto tosata?” e mia mamma risponde “Vae su ai Saltel da me mare” e l’uomo “onde stastu?” “Stae qua in te stà casa” indicando la casa vicina ( a fianco della officina Schena Lino) ” scampa in inte, noo nte la to casa, perché le i tedeschi su a Paluc che i te spara ..cori cori li” Così mia mamma si mise a correre verso la casa dei “Schenot” e incominciò a sentire le pallottole della mitragliatrice che le saltavano attorno alle gambe, finalmente arrivò al portone di casa “Schenot” (attualmente Bed e Breakfast) bussò con insistenza dicendo ” verdime..! verdime!!” e una voce ” elo chi ??” ” son la Maria dei Guerini!. Aprirono la porta, e andò giù di corsa nella cantina della casa dove cerano altre persone rifugiate . Sentiva i colpi della mitragliatrice, qualcuno restava in un angolo muto impaurito, altri pregavano dicendo il rosario Arrivò sera , vennero a chiamare mio padre poco più che ventenne e mia zia Erminia di 23 anni perché c’era un ferito da soccorrere. Così loro, uscirono dal rifugio e andarono a soccorrere il partigiano ferito per portarlo all’ospedale da campo in Agordo. Al mattino seguente si seppe che non ce l’aveva fatta. Mia mamma quando ritornò a casa, trovò le finestre spaccate dalle pallottole della mitragliatrice e molti vetri all’interno, per terra e sul letto, ringraziò quel uomo che le aveva detto di scappare e di non rifugiarsi a casa altrimenti sarebbe stata colpita anche lei. Penso che il partigiano De Col combattendo per la libertà, abbia salvato la vita di tante altre persone e non solo quella di mia madre che presto compirà 92 anni.
La figlia Luisa
IL SERVIZIO DI GIANNI SANTOMASO