******
Non intendo mettere il dito nella piaga (d’altronde mi chiamo Tomaso) riguardo alle inadeguatezze nel restauro della nostra Cattedrale. Alle lamentele già evidenziate sulla stampa da Angelo Paganin in merito alle barriere architettoniche, desidero aggiungere la mia stroncatura sul rifacimento dell’impianto audio. Fin dalla sera di venerdì 28 marzo, durante la presentazione dei lavori da parte dell’architetto Francesca Leto, era ben evidente ai fedeli accorsi l’impossibilità di comprendere appieno quanto ella stesse spiegando. La sua voce sembrava provenire da un luogo indefinito, quasi da una nuvola. È ben vero che Javè, il Dio della Bibbia, spesso parlava dalle nuvole, per indicare dove fosse il suo regno e per incutere un certo timore; ma al giorno d’oggi i fedeli desiderano capire chiaramente ciò che viene loro trasmesso. Le parole, inoltre, non erano ben distinte, sicché si udiva un suono continuo e incomprensibile. Pensavo che il problema fosse limitato a quella serata, come spesso accade nelle inaugurazioni, che scontano una certa fretta nella preparazione. Purtroppo, il sabato successivo, durante la Messa inaugurale ufficiale, nulla era cambiato. Che parlasse il Vescovo o altri lettori, osservando attorno a me, percepivo la stessa sensazione di disagio da parte della maggioranza dei presenti. Mi spostai in varie zone, pensando a un’errata collocazione degli altoparlanti, ma nulla cambiava. Penso con dispiacere, ma anche con devota gratitudine, al vecchio impianto fonico, donato dal nostro caro parroco don Rinaldo Sommacal, che aveva utilizzato gran parte dei propri risparmi — quando i milioni di lire erano davvero milioni.
P.S. Riguardo alle barriere architettoniche, credo che basterebbe realizzare uno scivolo in sostituzione del cerchio marmoreo concentrico di maggior raggio attorno alla cattedra del Vescovo.
Tomaso Petazzi
**********