di RENATO BONA
Il 12 ed il 25 giugno del 1982 si riuniva in assemblea nella sala di cultura “De Luca” a Borgo Pra di Belluno il neo costituito comitato promotore dell’installazione di una lapide con medaglione in bronzo, opera dello scultore Massimo Facchin, sulla facciata esterna della chiesa di San Giuseppe, alla memoria di Papa Luciani. Era composto da: Biagio Andolina, Mario Chemello, don Bernardo Chiocchetti, Luigi Dal Mas, Francesco De Luca, Antonio Fontana che vararono anche il programma della semplice ma importante cerimonia che si svolse il 3 luglio con l’orazione ufficiale del vescovo di Belluno-Feltre monsignor Maffeo Ducoli e l’intervento dell’europarlamentare Arnaldo Colleselli. Dopo lo scoprimento della lapide i convenuti si trasferirono nella vicina “De Luca” dove furono distribuite alle autorità le medaglie argentate e dorate di Facchin. Alla vigilia di fatto delle cerimonie già programmate per la ormai prossima beatificazione di Albino Luciani (celebrazione liturgica domenica 4 settembre in Piazza San Pietro a Roma con inizio alle 10,30, presieduta da Papa Francesco, con il vescovo di Belluno-Feltre monsignor Renato Marangoni che leggerà la petizione per la beatificazione dato che la Diocesi era stata eccezionalmente sede della causa di canonizzazione del venerabile Giovanni Paolo I; accompagneranno Marangoni il postulatore della causa, cardinale Beniamino Stella, e la vice-postulatrice dottoressa Stefania Falasca; nell’occasione la Postulazione donerà al Pontefice un reliquiario con una reliquia del nuovo beato) il “Papa bellunese del sorriso” (come mi onoro di averlo definito essendo stato anche suo chierichetto nel Duomo di Belluno – ndr.) mi pare bello, sintetizzando l’intervento di Ducoli alla semplice ma suggestiva cerimonia del 3 luglio di quarant’anni fa, ricordare che “egli, giovane sacerdote, nella chiesa di San Giuseppe ha prestato i suoi servizi ed ha spezzato tante volte, con la semplicità e la naturalezza che lo ha sempre contraddistinto, il pane della Parola e dell’Eucarestia”. Ancora il presule: “E’ giusto ricordare un figlio illustre di questa terra tanto avara di risorse da costringere molti ad emigrare, quanto ricca di illuminate e prestigiose figure. I bellunesi, ma anche tutti coloro che hanno apprezzato la parole e lo stile nuovi instaurati da Giovanni Paolo I, facendo memoria di lui possono ricevere rinnovata forza per mantenere salde quelle tradizioni e valori da cui sorgono ‘gemme’ che, seppure per poco, rischiarano questo mondo avvolto dalle tenebre della violenza e dell’ingiustizia”. E concludeva: “Papa Luciani appartiene ora alla storia della Chiesa e di tutti gli uomini: ma noi abbiamo la responsabilità di non tradire i suoi esempi, di non offuscare il suo ricordo. Allora la doverosa commemorazione non sarà un nostalgico e sterile incontro sul passato, ma acquisterà un significato altissimo per tutti e, soprattutto, segnerà un comune impegno per il futuro…”. Sempre dal duplice libro curato nel 2005 da Francesco “Checo” De Luca “Una ruota che gira da un quarto di secolo. Le attività storico-culturale della Sala ‘De Luca’. Belluno 26 maggio 1980-26 maggio 2005” e detto che dal 20 al 30 giugno di quel 1982 nella Sala fu ospitata la mostra di pittura “Arte Sacra” in memoria del secondo pontefice bellunese della storia dopo Gregorio XVI, con lavori dell’artista don Edoardo Furlano, che fu parroco della “Don Bosco”, che comprende anche Borgo Pra, traiamo, in conclusione, un passaggio dell’intervento del senatore Arnaldo Colleselli il quale spiegava che: “Ricordarlo oggi è doveroso in un momento in cui la formazione, la coscienza stessa dei nostri figli sono turbate in ogni dove, soprattutto nella scuola, da ‘falsi profeti’, dall’opera disgregatrice dei mass-media, dal ‘dogma’ televisivo, da una certa stampa che a vario titolo disinforma e disorienta dimenticando spesso i doveri più elementari dell’etica professionale, propria di chi è chiamato ad informare” e poi sottolineava che: “Papa Luciani era per tanti consigliere e guida discreta, ma preciso ed esigente; non lo entusiasmavano gli indifferenti, le fughe dalle responsabilità. Attento alle voci come alle critiche che venivano da tutte le parti, nel mezzo di tante novità, anche tra noi, di preoccupazioni e trasformazioni, sapeva con modo amabile ma fermo richiamare tutti all’accettazione del sacrificio, delle responsabilità e del servizio in ogni campo…”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal volume “Una ruota che gira da un quarto di secolo”): la chiesa di San Giuseppe a Borgo Pra; la lapide dedicata a Papa Luciani; momenti della cerimonia; felicitazioni del comandante della brigata alpina “Cadore” generale Domenico Innecco allo scultore Massimo Facchin autore della medaglia a ricordo di Papa Luciani voluta dalla gente di Borgo Pra; il vescovo Maffeo Ducoli assistito dal segretario don Giorgio Lise mentre ricorda Giovanni Paolo I; dono del parroco-artista don Edoardo Furlano al vescovo Ducoli; consegna da parte di “Checo” De Luca della medaglia ricordo al senatore Colleselli.