BELLUNO Mentre l’inflazione galoppa a ritmi da anni 80, per circa 11 mila ultra64enni bellunesi, quelli con assegni previdenziali inferiori ai 1.048,70 euro lordi mensili (due volte la “minima”), è in arrivo a luglio una boccata d’ossigeno che si traduce in una pensione più ricca, grazie alla 14esima mensilità e al bonus bollette, riservato comunque al 93% degli anziani residenti in provincia. In media i pensionati più poveri potranno godere di circa 700 euro in più, soldi però insufficienti per mantenere intatto il proprio potere d’acquisto, minato da un caro vita a dir poco irrefrenabile. In tale contesto, lo studio del sindacato dei pensionati della Cgil di Belluno rileva anche le grandi differenze di reddito esistenti fra i diversi comuni del territorio che evidenziano la necessità di intervenire in modo più radicale nelle zone più povere. Clamoroso, sotto questo profilo, il divario fra il comune con le pensioni più alte, Soverzane, dove l’assegno previdenziale medio è di 1.169,05 euro, e quello con le pensioni più basse, Zoppè di Cadore, 463,80 euro. Una differenza di 705,25 euro, in pratica una volta e mezzo la “minima”. Ma partiamo dall’inizio. Lo studio dello Spi di Belluno ha preso in esame le pensioni del settore privato (non i pensionati i quali percepiscono mediamente 1,3 pensioni a testa), che sono circa 67.600 (quelle pubbliche sono 9.300) evidenziando come in provincia l’assegno medio sia di 996,56 euro (il territorio più povero del Veneto dopo Rovigo). Il divario di genere, come sempre, è notevole: la pensione media degli uomini è di 1.352,22 euro quella delle donne si ferma a 723,15 euro. Il gap maschio-femmina è ancora più rilevante prendendo in esame le pensioni inferiori ai 750 euro. In questa platea rientra la metà delle pensioni bellunesi: 9.083 assegni previdenziali appannaggio degli uomini (il 27% del totale) e 25.439 delle donne (il 73%). Per quanto riguarda i comuni (vedi tabella) i divari sono come detto notevoli e dipendono ovviamente dalle caratteristiche economiche del territorio. “Di solito dove si trovano industrie e dove è prevalente il lavoro dipendente le pensioni sono più alte – conferma Maria Rita Gentilin, segretaria generale dello Spi Cgil Belluno -. Dove invece sono prevalenti attività più legate all’agricoltura o all’artigianato o al commercio ci sono assegni più alti figli di una discontinuità contributiva più marcata”. Il capoluogo in questa classifica si trova all’ottavo posto con 1072,35 euro di pensione media lorda mensile. Ora la 14esima mensilità e il bonus 200 euro daranno una boccata d’ossigeno soprattutto ai pensionati più poveri anche se tutto ciò non sarà sufficiente. “L’inflazione sta dilapidando le risorse dei nostri anziani – prosegue Gentilin – per questo riteniamo insufficiente il bonus perché non è una misura strutturale e riteniamo necessario anche l’innalzamento della 14esima e l’ampliamento della platea dei beneficiari, come chiediamo da tempo. Il caro-vita e in particolare il caro bollette stanno mettendo in ginocchio gran parte dei pensionati bellunesi”. Proprio riguardo la 14esima, lo Spi ricorda che la stessa viene accreditata direttamente dall’Inps sulla pensione degli ultra64enni con pensioni inferiori a circa 1.000 euro lordi mensili. E’ già successo però che qualche anziano non l’abbia ricevuta pur avendone i requisiti. In quel caso “invitiamo il soggetto coinvolto a contattare le nostre sedi attraverso le quali andremo a richiedere quanto dovuto all’Inps. I nostri operatori dopo aver controllato la relativa documentazione invieranno la domanda all’Ente previdenziale”.
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