ROCCA PIETORE Centossessantadue telefonate “Le ho contate quando mi sono resa conto che i tentativi andavano sempre a vuoto”. Una dietro l’altra, a distanza di tre giorni, mai una risposta. “Il telefono o suonava a vuoto, oppure occupato, mai una risposta nè a me nè a mia sorella”. Inizia da qui il racconto di Alba, uno sfogo che non vuole puntare il dito contro nessuno in questo periodo di emergenza ma richiamare l’attenzione della Direzione Sanitaria che magari non è al corrente di questa problematica. “Così almeno se capita anche ad altri sono preparati”. Detto dello sfogo veniamo alla vicenda. Alba abita a Digonera ed è fortunata, può ancora abbracciare il suo papà di 98 anni che vuole farsi il vaccino. “Siamo stati convocati regolarmente – racconta la figlia – ma mio padre non è in grado di spostarsi deambulando in autonomia. Per questo sulla lettera è riportato un numero da chiamare in caso di problematiche come le nostre”. Qui inizia l’odissea, tre giorni di telefonate in attesa di una risposta mai arrivata, poi la rassegnazione. “Fortunatamente ci ha pensato il medico di famiglia, che ha inviato un mail e mi ha assicurato che a breve papà sarà vaccinato”.