Saldo negativo e peggiore rispetto all’anno scorso. Pesa la stagionalità, ma segnali di indebolimento arrivano da settori strategici come il metalmeccanico e l’occhialeria
BELLUNO Rallenta l’occupazione nel terzo trimestre 2018 in provincia di Belluno: il saldo delle posizioni da dipendente è -2.175, 375 posizioni in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un dato su cui non pesa solo la fisiologica caduta occupazionale di settembre, legata alla chiusura della stagione turistica estiva, ma anche il rallentamento del mercato del lavoro nel manifatturiero, a partire dal metalmeccanico e dall’occhialeria, con un allarmante calo occupazionale in Valbelluna. Per raggiungere i livelli pre-crisi in provincia di Belluno a settembre di quest’anno mancavano ancora 4.160 posizioni, in peggioramento rispetto al secondo trimestre. La performance del terzo trimestre del 2018 porta inoltre il saldo annualizzato (ultimi quattro trimestri, da ottobre 2017 al 30 settembre 2018) a 450 posizioni: l’anno prima nello stesso momento erano 1.410, il triplo. È quanto emerge dal Report sull’andamento del mercato del lavoro nel terzo trimestre del 2018 realizzato dall’Ufficio Studi della Cisl Belluno Treviso e presentato oggi a Belluno dal Segretario Gianni Pasian e dal componente dello staff di segreteria Bruno Deola. GENERI ED ETA’ – Complice la stagionalità, a perdere il lavoro sono state soprattutto le donne, con -1.175 posizioni contro le – 830 dello stesso periodo dell’anno passato; stabile il saldo negativo degli uomini con 1.000 posizioni (erano -970 nel 2017). La diminuzione dei saldi ha interessato tutte le età, ma, rispetto allo stesso trimestre del 2017, sono più numerosi i posti di lavoro persi fra i giovani under 30 (-640 contro i -475 del terzo trimestre 2017) e gli over 54 (-730 contro i -535 del 2017). SETTORI – In termini settoriali, oltre al naturale ribasso dell’occupazione stagionale nei servizi turistici (-1.670, dato comunque peggiore in confronto al 2017, che chiudeva il trimestre al 30 settembre a -1.465), ad andare in sofferenza è il comparto industriale: calano il metalmeccanico (-205, rispetto ai -125 dello stesso periodo dell’anno scorso), l’occhialeria (-155 contro i -100 dell’anno scorso) e l’industria chimica-plastica (-15 contro i +25 del 2017). In difficoltà anche i trasporti e il magazzinaggio (-105, nel 2017 era -45). Positivo e in linea con il 2017 il saldo del comparto istruzione (430), dato legato alla ripresa dell’anno scolastico. In modesta crescita anche le costruzioni (15), allineate al dato dell’anno precedente. TERRITORI – Preoccupa la battuta d’arresto della Valbelluna. Se infatti i segni meno per l’Agordino e il Cadore sono normali per il terzo trimestre dell’anno, perché legati al termine della stagione turistica, la flessione dell’occupazione nella zona di Belluno, dove sono maggiormente concentrate le attività manifatturiere, è un segnale da non sottovalutare. Belluno ha invertito il saldo rispetto all’anno scorso, portandosi da +80 del 2017 a -295 del 2018. A Pieve di Cadore il saldo del terzo trimestre è stato -1.170, quasi identico al valore del 2017, così come ad Agordo il saldo per quest’anno è -740 contro i -620 del terzo trimestre del 2017. Unica area in controtendenza è Feltre, che mostra un saldo di 25 nel 2018 e di -90 nel 2017. LE FORME CONTRATTUALI – Il saldo negativo è legato ad una diminuzione dei contratti a tempo determinato (-1.720, più forte rispetto al 2017 era -1.325) e dei contratti di somministrazione (da -390 a -325). Negativo il saldo dei contratti di apprendistato (-25, erano stabili nel 2017), così come il saldo dei lavoratori a tempo indeterminato che passa da -85 del 2017 a -110 del 2018. Rispetto al totale dei contratti stipulati nel terzo trimestre del 2018, la quota di lavoratori a tempo determinato passa dal 61% del 2017 al 67% del 2018, mentre diminuisce la percentuale dei rapporti di lavoro in somministrazione (dal 25% del 2017 al 18,5% del terzo trimestre 2018). Diminuiscono infine le assunzioni con contratto a chiamata che passano da +80 a -45 (-12%). L’ANALISI – “I dati di questo trimestre – sottolinea Bruno Deola – indicano un evidente rallentamento, slegato dalla tipica stagionalità che contraddistingue i mesi presi in esame, ossia luglio, agosto e settembre. Il calo riguarda un po’ tutti i settori, e in particolare il metalmeccanico e l’occhialeria, e lo si vede in particolare nell’area della Valbelluna. Le cause dello stallo sono molte e vanno monitorate con attenzione: da un lato c’è stata la frenata dell’export legata a una situazione di instabilità dei mercati a livello internazionale, dall’altro il clima di incertezza politica in Italia, lo scontro con l’Unione Europea sulla Legge di bilancio e il conseguente atteggiamento di grande prudenza da parte delle aziende sia per quanto riguarda gli investimenti, che per quanto concerne le assunzioni. Tutti i segnali che ci indicano che come la situazione sia destinata a peggiorare nel quarto trimestre dell’anno e nel corso del 2019”.
“Non va poi sottovalutato – spiega Gianni Pasian – l’impatto sul mercato del lavoro del Decreto Dignità, in primis per la forte incertezza normativa legata alla sua applicazione. Anche in questo caso, i datori di lavoro si stanno assestando su una posizione di grande prudenza. A Belluno va registrato il calo dei contratti in somministrazione, che stanno confluendo nei tempi determinati: il limite dei 24 mesi imposto dal Decreto Dignità vale per entrambe le tipologie di contratto, con la differenza che quelli in somministrazione costano il 20% in più. Per adesso si ravvisa nessun aumento dei contratti stabili, a tempo indeterminato, obiettivo dichiarato del Governo. Servono strategie a medio-lungo termine per rilanciare davvero l’occupazione, investimenti e riforme per assicurare crescita stabile, fiducia da parte degli imprenditori e posti di lavoro di qualità”.