MARIO DE BIASI, IL REPORTER CHE AFFRONTAVA PALLOTTOLE E DIVE
Dalle immagini della rivolta d’Ungheria a quelle della fatale Moira Orfei all’ingresso della Galleria
MARIO DE BIASI: Fotografo polivalente nato a Sois, poi trasferitosi a Milano dove iniziò la carriera con la rivista Epoca. Ha effettuato reportages da diversi paesi. Tra questi si ricordano quello sulla rivolta d’Ungheria del 1956, le immagini della New York negli anni cinquanta e ritratti come quelli di Marlene Dietrich, Brigitte Bardot e Sophia Loren. Mario De Biasi è uno dei decani del fotogiornalismo italiano. E’ mancato il 27 maggio del 2013 a 89 anni,
ELIO ARICO’: Fotografo. Tra i suoi ricordi legati al 2 giugno, non solo la Festa della Repubblica, ma anche la ricorrenza del centario dalla nascita di Mario De Biasi. “L’ho conosciuto nell’estate 2008 – ci dice Elio Aricò – tramite Giuliano Viel, titolare dell’Albergo /Ristorante ” Il Borgo ” di Belluno, dove il celebre fotografo era ospite”. Nella galleria le foto, nelle parole il ricordo di Elio. (mirko mezzacasa)
di Elio Aricò
“Mario De Biasi era stato il mito della mia adolescenza, quando in possesso di una Kodak Retina faceva sognare un futuro da fotoreporter, i sogni sono rimasti nel cassetto ma la passione per la fotografia mi segue ancora da ottuagenario. Epoca era il settimanale di famiglia e seguivo con attenzione e curiosità i servizi di Mario De Biasi, conservo ancora accuratamente rilegato il numero speciale per l’eccezionale reportage sull’invasione dell’Ungheria da parte dell’Unione Sovietica ( 1956 ) . E’ nata un’amicizia che mi ha permesso di seguire l’attività fotografica all’aperto dell’ultraottantenne fotografo per le estati 2008,2009,2010,2011. Il fotografo che ho conosciuto si dedicava , quasi esclusivamente, al disegno, alla pittura ( nelle ore notturne) ed alla fotografia del ” particolare” ( vecchia passione che coltivava in parallelo all’attività di fotoreporter fin dagli anni ’50 ) che come risultato finale portava a delle immagini astratte ispirate spesso ai grandi artisti del novecento . La lezione quotidiana era che si possono scattare delle foto importanti con un set fotografico minimale. Luce naturale, un cavalletto, una pentax analogica con obiettivo macro, come supporto una bottiglia di acqua minerale o una sedia o un tavolo ed una scala per cambiare prospettiva di ripresa. Tecnica e tanta fantasia. Mario de Biasi ricordava volentieri i commenti dei visitatori delle sue mostre che difronte alle sue creazioni tecnicamente perfette, commentavano ” Certamente utilizza delle attrezzature speciali per ottenere questi risultati !!! ” . La lezione di Mario De Biasi era invece massima semplicità e conoscenza profonda dello strumento fotografico, in modo che qualsiasi oggetto , anche prelevato dal cassonetto della immondizia, poteva essere nobilitato e diventare un’ immagine di alto contenuto emotivo .