di RENATO BONA
Si intitola: “Belluno. Reliquie di Santi – Storie e Leggende”. E’ uno degli apprezzati libri del ricercatore Vincenzo Caputo che avvalendosi di varie preziose collaborazioni in primo luogo quella dei vari parroci, lo ha realizzato nel febbraio 2017 con Bcsmedia di Roma e la Edizioni Farsiunlibro.it. Ce ne siamo già occupati proponendo una prima parte delle chiese bellunesi che conservano reliquie di Santi o hanno storie o leggende che vale la pena richiamare. Resta da precisare che le foto che impreziosiscono il volumetto sono dell’autore e del professionista Luca Zanfron, il disegno di copertina è stato elaborato dall’architetto Roberto Reolon.. Per questa tappa conclusiva del “viaggio” in una realtà decisamente affascinante come quella proposta dalò libro di Caputo partiamo dalla parrocchiale di San Michele arcangelo della frazione Orzes, una struttura che si fa risalire al ‘600 mentre la parrocchia venne fondata nel 1400. In un reliquiario vi sono le reliquie di San Benedetto Giuseppe Labre, della Beata Vergine e di Domini Nostri Jesus Christi, in sigla D.N.J.C. Proseguiamo con la parrocchiale (dal 1348) di San Bartolomeo di Col di Salce, che aveva funzioni di cappellania documentata dal 1348: l’edificio deve la sua grandezza attuale al 1605 quando la primitiva cappella venne modificata ed ampliata. Due le reliquie conservate: quella della Beata Vergine e quella di San Bartolomeo apostolo. Poco lontano, località San Fermo, molto rimaneggiata nei secoli XVII e XVIII, sorge la chiesa dei Santi Fermo e Rustico a proposito della quale Caputo riferisce che con la comparsa del cristianesimo taluni animali sono espressione sensibile di simboli correlati alla nuova religione. Ecco perché sono qui rappresentate fotograficamente le antiche rappresentazioni simboliche “che servivano ad esprimere un comune concetto di fede nella giustizia divina e nella salvezza dell’anima”. Si tratta del pesce, simbologia cristiana del primo secolo dopo Cristo; degli agnelli, simboleggianti le anime che vanno a Dio; del gallo, simbolo interpretato come segno di vittoria luminosa. Dieci le reliquie: di San Fermo, Santa Giuliana, Santa Barbara, Beata Vergine Maria, Sant’Anastasio martire, San Carlo Borromeo, San Giorgio martire, San Pio V e D.N,J.C. Legata al luogo di culto la tradizione che nei tre giorni di maggio che precedono l’Ascensione i fedeli partendo dalla chiesa percorressero processionalmente l’antica strada romana che collega San Fermo a Belluno dove sostò a riposare San Fermo, lasciando sul terreno una traccia che si vede ancora oggi. Altra leggenda quella che parla di “uno strano ambiente sotterraneo”: al Bus dei danà (buco dei dannati) nella località Al Pisaton de Siva (cascata del torrente Siva) a Socchieva di San Fermo dove sarebbero misteriosamente sparite alcune persone. Eccoci alla Chiesa di Sant’Antonio da Padova nella località Giamosa, che è sorta nella seconda metà del ‘700, con un reliquiario del 1908 che custodisce una reliquia di Sant’Antonio da Padova. La chiesa fu sottoposta a restauri dopo il terremoto del 1873 quindi nel 1909 e nel 1964. Ci spostiamo a Sargnano per la parrocchiale di San Pietro apostolo: l’edificio, iniziato nel 1865 venne consacrato il 29 settembre 1892; cappellania dal 1300, l’erezione a parrocchiale è del 1834; restauri esterni nel 2010. Vanta reliquie di D,N.J.C, San Liberale martire, Beata Vergine, Sant’Antonio abate, Sant’Antonio da Padova, San Rocco confessore, San Fermo martire. Altro spostamento a siamo a Tisoi per la parrocchiale (dal 1835) dei Santi Severo e Brigida. La chiesa fu riedificata nel 1765 su quella fondata nel 1300 mentre il campanile venne eretto nel 1525. Conserva reliquie dei Santi Agostino vescovo, Giovanni Bosco, Beata Vergine Maria, Giuseppe sposo, Giustina martire, Girolamo prete, Antonio da Padova. Secondo tradizione vicino alla chiesa nella località Santa Giustina ogni anno il 7 ottobre i fedeli confluivano processionalmente per bagnarsi gli occhi con l’acqua di una fontana raccolta nell’incavo di una pietra ritenuta l’impronta del piede della Santa. Ci avviamo a conclusione con accenni alla Parrocchiale (1950) della Beata Vergine di Caravaggio di Visome, costruita nel 1830 sullo spazio della chiesa di Sant’Andrea, citata nel 1394. Custodisce una reliquia della Beata Maria Vergine. E siamo approdati nella località San Pellegrino per la chiesetta privata edificata nel ‘500 da Giuseppe Sacello nei pressi della villa che nel 1811 passò alla famiglia Buzzati-Traverso. Vi sono depositate reliquie dei santi Carlo Borromeo, Antonio da Padova, Purpurato, Primo, Probo, Claro. Chiudiamo con la chiesa di Santa Lucia della frazione Cet, già esistente nel 1394 e dotata di campanile dal 1637. E’ stata interessata da restauri dopo il terremoto del 1936 e quindi negli anni 1950-58. Conserva dal 7 ottobre 1940 una reliquia di Santa Lucia.