Di fatto introvabile il bel libro dato alle stampe nel 1979 “Le bèle storie de na òlta” di Osvaldo Noro con racconti e leggende della valle alpagota E’ intitolato “Le bèle storie da na òlta” il libro, di fatto introvabile, di racconti e leggende della valle alpagota, realizzato da Osvaldo Noro (nato in Libano, insegnante elementare, poeta riconosciuto ed apprezzato tanto da ricevere un’ottantina di premi, come ricordava fin dal 2006 “NonoBepi” su internet, e scomparso nella sua casa di Puos a fine marzo di due anni or sono, all’età di 82 anni) con la Editrice Aga-Agordo Dolomiti nel 1979 cioè quarant’anni fa. Mi è capitato tra le mani riordinando la personale biblioteca e mi è venuto in mente che, fiero come sono delle mie origini alpagote (per parte di papà Eugenio), non l’ho colpevolmente mai proposto né ai miei figli Michela e Marco, né ai miei nipoti Luca, Simone ed Edoardo. Eppure – per dirla con parole della direttrice didattica Maria Martelli, che ne aveva curato la presentazione “Lo stile, volutamente piano, è ricco di quella umanità semplice e genuina che è propria della gente della montagna quando si esprime nella sua lingua originaria, il dialetto”. Nel caso specifico il dialetto dell’Alpago che Noro “ha usato nelle forme dialogiche, nei detti, nei nomi e nelle citazioni per rendere il suo scritto ricco, efficace e piu’ vicino alle genti locali”. In “Le bèle storie de nà olta” – sempre per dirla con la Martelli – sono raccolte leggende paesane, sono rievocate superstizioni e credenze che sopravvivono nell’Alpago e che la popolazione, pur presa e tormentata dal bellissimo e terribile incalzare del progresso che travolge il mondo intero, si compiace ancora di ascoltare”. Questa la sua conclusione: “Mi auguro che le leggende che Osvaldo Noro ha tanto diligentemente e pazientemente raccolto dalla viva voce della gente del luogo e trascritto in questo suo libro facciano nascere non solo negli alpagoti, ma anche in ogni altro lettore, il desiderio di approfondire le conoscenze di un ambiente magnifico e ricco di tradizioni storiche, scientifiche, artistiche e di fantasia”. Va precisato che le illustrazioni del libro (dato alle stampe con il contributo di: Comunità montana dell’Alpago, Agenzia di Farra d’Alpago della Banca del Friuli, Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza e Belluno, Banca Cattolica del Veneto) sono state realizzate dagli alunni della quarta classe elementare di Puos d’Alpago nell’anno scolastico 1976-77. I vari capitoli: El bus de la lume, El bus de l… béko, El lak de Santa Krose, Parche l’Alpago l e pien de val e anka kome ke l e nasest l lak de S. Krose, La Val de le streghe e anka parke de istà nen i tenporài, La storia de la Valturcana, La ceseta de la Madona de l Runal, La luna su te l pez, S. Danél, La ceseta de San Martin, El Teveròn, La bela indormenzada, El malà ke porta l san, Tant par on, Ko no se sa parlar, l’è mèio taser, Paron… la skota!, I kuatro codi ke parla, El troi de l muzariol, El tesoro de l montanaro.
NELLE FOTO (NonoBepi e riproduzioni dal libro): la copertina di “Le bèle storie de na òlta”; il maestro e poeta Osvaldo Noro; alcune delle illustrazioni curate dai suoi allievi