di Renato Bona
Torniamo volentieri in quel di Sedico, anche per rendere onore al merito di Gianni De Vecchi, tra i protagonisti del libro “Ricordando. Storia e immagini del comune di Sedico”, realizzato nel marzo 1986 dall’Istituto bellunese di ricerche sociali e cultuali con la tipografia Piave, ad iniziativa di Comune e Biblioteca civica. De Vecchi è infatti autore del ponderoso capitolo “Aspetti economici e culturali nel tessuto sociale di Sedico”, articolato a sua volta in ben trenta sezioni. Ci occupiamo nella circostanza di quella che va sotto il titolo “Il tempo libero” in cui l’autore ricorda: “Poiché la maggior parte della popolazione era occupata nei lavori agricoli, soltanto durante la stagione invernale restava un po’ di tempo libero”. Che veniva occupato nelle stalle col ‘filò’ (la veglia serale riscaldata dal tepore degli animali e rischiarata dal lume di candela, nel corso della quale le donne filavano e gli uomini raccontavano o leggevano storie)”. E la domenica gli uomini che non avessero avuto lavori urgenti, andavano all’osteria per una bevuta in compagnia e per giocare a carte o magari alle bocce. Fu il fascismo, nel 1920 – ricorda De Vecchi – con la creazione del Dopolavoro ad organizzare il tempo libero degli italiani, promuovendo tutta una serie di strutture e manifestazioni, che favorirono la nascita di attività artistiche come il teatro e la pratica dello sport: pallacanestro, calcio, atletica, ciclismo, pugilato, anche nel comune di Sedico. Così nel 1927-28 Sedico vantava una squadra di calcio, maglia bianconera, e giocava nel campo sportivo al centro del paese, dove oggi ci sono i giardini pubblici. Squadra anche a Bribano, con maglie rosse con bordi bianchi: giocava nel campo sportivo dietro Villa Pat. Ovviamente il derby era sempre una battaglia che finiva anche a botte considerato il campanilismo esistente. L’autore cita il secondo posto conquistato dal Bribano nel 1930 alla “Coppa Bonsembiante” dopo la finale di Belluno col Calalzo. E rammenta che verso il 1944 per merito di Giuseppe De David (Bepi Satana) e del dottor Seri, nacque la Società sportiva Sedico che costruì il suo campo di calcio oltre l’abitato di Villa. Squadre di calcio erano nate anche a Longano e Curzoi. Nel periodo 1930-40 per merito del Dopolavoro Sedico furono praticati diversi sport costituendo squadre di mezzofondisti, di pallacanestro (anche femminile), di ciclismo, d’inverno il pattinaggio su ghiaccio e fu creata anche una squadra di sciatori e qualcuno praticava pure il pugilato. Ancora ad iniziativa di Seri, nel 1931 vide la luce la Filodrammatica con una ventina di persone che recitavano commedie teatrali con “Addio giovinezza”, la recita d’esordio. La popolazione partecipava numerosa alle rappresentazioni nell’edificio della Società operaia poi adibito a spaccio di carni e formaggi. Nei paesi furono attivate sale da ballo annesse alle osterie, molto frequentate dalla gioventù e talvolta si registravano risse dovute al campanilismo o semplicemente per aver chiesto un ballo ad una ragazza “foresta”. Famosa nel tempo è rimasta la festa proposta a Mis il 16 febbraio di ogni anno per Santa Liana (Santa Giuliana). Qualcuno si dedicava alla caccia, altri alla pesca. E a Bribano, prima del secondo conflitto mondiale e per vari anni, nel Carnevale era coinvolto e partecipe attivo tutto il paese con i maschi impegnati per i carri mascherati e le donne a confezionare i costumi. I carri si trasferivano quindi a Belluno per la tradizionale sfilata di Piazza dei Martiri che all’epoca era ancora Campedel. Nell’immediato dopoguerra si riutilizzarono i costumi e si partecipò a canti e balli grazie alla nascita del Gruppo Folkloristico promosso da alcune persone tra le quali Virginia Viezzer nota come “La Meneghela”. Alla fisarmonica si esibiva Albino Balzan. Il Folk Peron fu tra i protagonisti delle rassegne di Montebelluna, Nevegal e Belluno guadagnandosi premi per il canto. Il fenomeno dell’emigrazione determinò nel 1956-57 la crisi del sodalizio e solo negli anni ’60 sorse un gruppo di giovani, una ventina, dai 14 ai 18 anni, che fu attivo fino al 1965-66. Nel 1970-71 si registra un ritorno della vecchia passione per il folklore e vennero così formate 13 coppie di giovani dai 14 ai 19 anni “i cui costumi (braghe, gilè, camicie, scialli, traverse) avevano la caratteristica delle diverse sfumature di foggia e di colore (ed è giusto perché i nostri vecchi mica avevano tutti il vestito uguale). Eseguivano oltre ai balli tradizionali, anche quelli di nuova creazione chiamati “Bal, ancòra, ancòra”, “La mazurka del paese”. Direttore e fisarmonicista era sempre Albino Balzan ormai decano del gruppo. Parteciparono ai Carnevali organizzati dalla Pro Loco di Sedico, coinvolgendo anche i più anziani che presentavano delle scenette illustranti i vecchi mestieri”. Ma… Ancora De Vecchi: “Dopo alcuni anni, anche questo gruppo di giovani si sciolse, finché dal 1982 gli antichi costumi peronesi vengono portati da una ventina di ragazzi dai 7 ai 14 anni, che hanno dato vita al Minifolk Peron. Si riuniscono ogni 15 giorni per provare gli antichi ed i nuovi balli appositamente ideati. Partecipano a rassegne e manifestazioni a carattere provinciale, riscuotendo sempre tanta simpatia”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Ricordando” e Il Gazzettino): lo storico di Sedico Gianni De Vecchi; la vecchia squadra di calcio del Bribano; caccia grossa: è andata bene…; Gruppo Folk del Peron in Piazza dei Martiri a Belluno; alcuni attori della Filodrammatica di Sedico; la Banda comunale di Sedico quando ancora si chiamava Società filarmonica di Bribano, ripresa nel 1928; recita in costume per Carnevale; escursione alle cascate della “Soffia”; chi può va in gita al lago di Vedana; chi invece si accontenta di un po’ di buona musica e di una partita a carte; all’osteria, tra un’ombretta e l’altra mentre lo spiedo gira; la “spensierata”, carro allegorico al Carnevale di Bribano.