Da sempre estimatori di quanti, preti, suore e laici, da missionari si prodigano, talvolta a prezzo della vita, in favore dei meno fortunati (che sono moltissimi, in ogni parte del mondo) ci siamo imbattuti, navigando su Internet, nel sito telematico che ospita anche scritti del “Periodico delle missioni estere”. E, purtroppo, si è trattato di apprendere notizie che, sia pure datate, riguardano tre benemeriti missionari del Bellunese dei quali poco si è saputo e parlato. Questo l’annuncio che abbiamo letto a proposito di padre Giovanni Scopel (1872-1904), missionario apostolico nello Scen-si meridionale in Cina, morto il 1. agosto sul fiume Han mentre stava recandosi a Han-kow per farsi curare da un medico europeo. Nativo (11 giugno 1872) di Seren del Grappa in provincia di Belluno, Scopel figlio di Giuseppe e di Giovanna Rech (“pii ed onesti genitori, i quali col latte della prima educazione seppero infondere nell’animo del fanciullo i sentimenti sublimi della più solida e ingenua pietà. Giovinetto, sentitosi chiamare da Dio al sacerdozio, rispose alla voce della grazia, ed i genitori secondata la sua vocazione, entrò nel patrio seminario di Feltre per intraprendere gli studi ecclesiastici. Ma giunto all’età di vent’anni, dovette sospenderli chiamato al servizio delle armi. A Nessuno è ignoto quanti pericoli vi siano per la incauta gioventù nella carriera militare, ma in mezzo ai medesimi egli seppe sì bene munirsi dell’orazione e, nei giorni più liberi, coll’aiuto dei sacramenti, che poté conservare integra la sua illibatezza. La modestia, l’esemplare sua condotta, la diligenza e l’esattezza nell’adempiere ai suoi doveri militari, poterono ben presto cattivargli la stima e l’amore dei sui superiori. Nei suoi tre anni di servizio militare, mai ebbe a scontare nemmeno il più lieve castigo. Ritornato a casa, volle seguitare i suoi studi ecclesiastici, e rientrò nel patrio Seminario. Ma quivi segretamente Iddio lo chiamava al ministero dell’Apostolato nelle missioni estere, per cui nel 1896 entrava nel Seminario consacrato a questo fine. Terminati gli studi teologici, nel 1898 venne ordinato sacerdote e nel settembre dello stesso anno salpava da Marsiglia per lo Scen-si Meridionale”. Si ricorda infine che “Nei sei anni dell’apostolato in quella Missione molti furono ed abbondanti i frutti delle sue fatiche apostoliche. Ma mentre di lui si nutrivano le più liete speranze, una malattia fatale lentamente lo conduceva al sepolcro. Si era messo in viaggio per Han-kow, onde trovare nell’arte medica la sua salute; invece Iddio, che lo vedeva già colmo di meriti più che di anni, lo chiamava a sé il giorno 1 di agosto 1904, lasciando largo rimpianto in tutti, nei suoi superiori, nei suoi confratelli, ed in quanti lo conobbero. Pace all’anima sua benedetta!”. Ed ecco un altro missionario bellunese che operò in terra cinese: padre Domenico De Rocco (1889-1958).La pubblicazione “Il vincolo” del maggio 1958 così ne richiamava la figura e l’opera: “Padre Domenico De Rocco, di Giovanni Battista e Angela Deola, nato a Forno di Canale (l’attuale Canale d’Agordo – ndr.) l’1 febbraio 1889, entrato nell’Istituto a Roma nel 1909, ordinato sacerdote il 25 luglio 1914, partito per Han-chung il 15 novembre 1919, tornato nel 1947, morto a Rancio il 5 aprile 1958. Figlio delle Dolomiti accoppiò nell’animo le virtù della sua terra: gentilezza e delicatezza d’animo, prudenza congiunta a cavalleresco ardimento; il tutto nobilitato dalla grazia. Proveniente dal Seminario di Feltre, dalla seconda liceale continuò gli studi a Roma ove si laureò. L’imminenza della guerra gli impedì la partenza. Fu cappellano degli Alpini per tutta la guerra, meritandosi una medaglia al valore e diversi croci di guerra. Nel 1919 poté raggiungere Han-chung. Durante certe incursioni dei briganti dovette quasi rimpiangere il fronte, ma non ne era il tipo. Dal 1926 fu procuratore. Con cuore grande e letizia accettò la fusione dei due Istituti di Roma e Milano nel P.I.M.E. Nel 1935 succedeva a padre Ghislanzoni nella carica di pro-vicario. Eletto rappresentante al consiglio del “47” rivide la patria e le sue montagne. Fu rettore dell’anno di formazione, poi della casa di Monza. Scemando le forze ed aumentando gli acciacchi fu prima al Rosetum di Besozzo e poi a Rancio a riposo. Sorella morte lo chiamò improvvisa al sabato santo; ricevuti i sacramenti, spirava. Ai funerali officiava mons. Maggi ed era presente il Superiore generale dei somaschi, suo fratello. Quattro alpini ne portarono la bara. Riposa alla Grugana”. Infine un altro agordino: padre Giuseppe Pellegrini (1906-1972): nato il 23 giugno a Gosaldo, entrò nell’Istituto nel 1923; ordinato sacerdote il 22 settembre 1928 partiva per Weihui in Cina il 9 novembre 1930. Lavorava dapprima a Wu”an poi a Linxian e infine a Linzhang. Rimpatriato nel giugno 1949, fu mandato nel sud del Brasile nell’ottobre 1955 a proseguire l’attività missionaria. E’ mancato a San Paulo l’11 aprile 1972.
NELLE FOTO (viaggiando.com, Google): giunche sul fiume cinese Han, nella zona di missione dove ha cessato di vivere padre Scopel; la Grugana, villa del Pime, dove riposa padre De Rocco e in occasione di un raduno di missionari; visione di San Paolo del Brasile e di una favela dove operò padre Giuseppe Pellegrini.