BELLUNO Piena validità del calendario venatorio della Provincia di Belluno e legittimità della prosecuzione della caccia. È quanto emerge dal Tar di Venezia, dove questa mattina, davanti alla Prima Sezione, si è tenuta l’udienza per la discussione della sospensiva sul calendario venatorio integrativo provinciale (assunto con atto del presidente n. 104 del 14 luglio 2020). Presenti l’avvocato Maria Caburazzi per la ricorrente Aidaa (associazione italiana difesa animali e ambiente), l’avvocato Emma Pierobon per la Provincia di Belluno e il legale incaricato dalla Coldiretti Belluno che si è costituita “ad opponendum” rispetto alla parte ricorrente, quindi in sostegno alla Provincia. I ricorrenti hanno rinunciato a discutere la sospensiva, riservandosi di proporre motivi aggiunti più avanti. «Indirettamente la scelta di rinunciare alla sospensiva, e quindi di ottenere un provvedimento inibitorio durante la stagione di caccia, conferma la piena validità del calendario provinciale e in concreto consente la prosecuzione dell’esercizio venatorio – commenta il consigliere provinciale delegato in materia, Franco De Bon -. La Provincia ha rispettato tutte le procedure previste dalla legge e ha richiesto due pareri all’Ispra – il massimo organismo del Ministero dell’Ambiente -; uno a giugno per il calendario venatorio, e uno a luglio per il piano di prelievo degli ungulati. I pareri sono sempre stati positivi, a dimostrazione del fatto che è stato seguito l’iter corretto e della legittimità della proposta di gestione faunistico-venatoria. Spiace solo constatare che la rinuncia alla discussione della sospensiva sia un modo per temporeggiare, senza entrare nel merito della questione». Una questione, quella del sovrannumero degli ungulati, che la Provincia ha cercato di affrontare insieme agli altri soggetti attivi sul territorio, agricoltori in testa, fin dalla primavera del 2019, con l’istituzione del“Tavolo Verde” con rappresentanze del mondo agricolo e del mondo venatorio. «Un’iniziativa per rispondere alle esigenze del settore primario, che da tempo chiede di contenere la popolazione di cervo e del cinghiale, e di prevenire i danni alle coltivazioni – continua il consigliere De Bon -. Danni che sono passati dai 39mila euro del 2015 ai 401mila euro del 2019, con una media di 350 incidenti stradali l’anno».