BELLUNO In tutta Italia scoppia la polemica perché al sud il bando di rigenerazione urbana 2 ha avuto ampio successo, molto meno al nord dove sono state accolte ben poche domande. Sul piede di guerra anche Anci Veneto, l’associazione dei Comuni perché in Regione su 3,5 miliardi di euro arrivano 30 milioni. Nessun finanziamento nè a Belluno nè a Feltre. Una situazione grave per il sindaco di Belluno Jacopo Massaro
489 milioni alla Campania 1 milione e mezzo al Friuli Venezia Giulia.
423 milioni di euro alla Sicilia e 11 milioni alla Valle d’Aosta. 399 milioni alla Puglia e 28mila al Trentino Alto Adige. 336 milioni di euro al Lazio e 30 milioni al Veneto, ma metà del Molise (60milioni) e poco meno della Basilicata (33milioni)
Il Comune di Belluno aveva presentato 13 domande, per 3 sono state chieste integrazioni. Si tratta dei progetti per la nuova scuola di Cavarzano, sostituzione impianto termico della casa di riposo Gaggia Lante, e poi i progetti per il Nevegal di area vasta con riferimento al laghetto e alle strade. Tutti i progetti sono stati ammessi, ritenuti validi, ma da finanziare. E intanto i sindaci si indignano.
IL SINDACO DI FELTRE, PAOLO PERENZIN Il decreto pubblicato oggi riguardante la graduatoria dei progetti del piano di rigenerazione urbana, le cui destinazioni di massima erano state in parte anticipate in via ufficiosa una decina di giorni fa, non può che lasciarci con l’amaro in bocca. Feltre – sfruttando il fatto che il bando era stato aperto per la prima volta anche a centri minori – aveva candidato un primo corposo stralcio di interventi sulla caserma Zannettelli, struttura strategica nel cuore della città, per un importo complessivo di circa 5,8 milioni di euro. Un intervento che aveva ed ha, a tutti gli effetti, il senso appunto della “rigenerazione urbana” di prospettiva e che per la sua valenza, anche finanziaria, il Comune non ha certo la possibilità di accollarsi da solo. La città rischia così di perdere un’opportunità molto importante per dare avvio al piano di recupero e valorizzazione di questa storica struttura, aperta a numerose ipotesi di nuova destinazione.
In linea con quanto auspicato dall’ANCI, ci auguriamo che il governo trovi in tempi rapidissimi i correttivi necessari a ristabilire una situazione di equità che, se da un lato tiene conto delle prerogative di sviluppo dell’area del Mezzogiorno, non penalizzi ancora una volta le ragioni di altre amministrazioni, impegnate a 360 gradi nella gestione della cosa pubblica a livello locale per lo sviluppo responsabile dei territori e delle comunità locali che li abitano.
LA LETTERA…
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