di Tiziano De Col
Da testimonianze raccolte il rinvenimento è datato 1942. A seguito dello sradicamento di un albero posto sul lato sud-est del sasso, (probabilmente un ciliegio) dovuto a un forte vento, venne alla luce una sepoltura a doppia camera in muratura di sassi e calce con probabile pavimentazione in somàsa cioè pietrisco, paglia e calce. La camera più profonda era di pari lunghezza della superiore, ma più stretta e stando al racconto di testimoni in essa erano contenuti resti umani e suppellettili (fibule, armille, pietre levigate forate facenti parte di collane). Testimoni riferiscono che si recarono in sopraluogo il Podestà ed il Parroco e “non riscontrando segni di Cristianità” i resti ossei non furono traslati nel cimitero paesano, ma vennero lasciati in sito. Il proprietario del terreno eseguì degli scavi per cercare reperti di valore, mentre fibule e armille vennero scartate perché ritenute di poco interesse. La terra asportata e messa ai lati della sepoltura e fu riselezionata dai ragazzi del tempo che cercavano “perle” levigate per giocare a biglie e raccolsero le “perle” delle collane, le fibule e le armille. Don Ferdinando Tamis ebbe il merito di recuperare, presso le abitazioni dei ragazzi, una discreta quantità di oggetti che poi donò all’Istituto Minerario di Agordo evitando la dispersione e dando a noi la possibilità di essere a conoscenza di questi ritrovamenti e di poterli osservare, mentre non ci è dato sapere se il proprietario del terreno avesse rinvenuto altri oggetti. Non ci risulta sapere se, al tempo, la Sovrintendenza competente fosse stata informata del ritrovamento. Probabilmente il sito fu ri-livellato e la sepoltura, forse ormai compromessa fu ricoperta. Ora il sito è coperto da vegetazione infestante, ma meriterebbe una riconsiderazione da parte della Autorità preposte.L’area del Sass di Calòn è perimetrata come Zona di Interesse Archeologico dagli strumenti urbanistici del Comune di La Valle dal 1991 in poi. I reperti furono poi datati da Guerrino Malagola come “altomedievali ed appartenenti alla popolazione autoctona romanizzata” e attribuibili ai secoli VI -VII d.C.. Alleghiamo copia della relazione “Nuovi reperti altomedievali dell’ Agordino” di Guerrino Malagola, pubblicata in Studi di Storia Patria del Friuli, che è sicuramente interessante anche per la precisa descrizione dei reperti e per la loro analisi. Alleghiamo fotografie dei reperti di La Valle (Riparo Sass di Calòn) di Don Ferdinando Tamis – Fotoriproduzioni di De Col Tiziano. La descrizione dei reperti è consultabile nella relazione di G.Malagola allegata.
La copia della relazione “Nuovi reperti altomedievali dell’ Agordino” di Guerrino Malagola, pubblicata in Studi di Storia Patria del Friuli, che è sicuramente interessante anche per la precisa descrizione dei reperti e per la loro analisi.
Le fotografie dei reperti di La Valle (Riparo Sass di Calon) di Don Ferdinando Tamis – Fotoriproduzioni di De Col Tiziano
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