AGORDO L’emergenza COVID – 19 ha obbligato le istituzioni ad attivare, tra i provvedimenti per la tutela della popolazione, la restrizione dei contatti interpersonali e l’isolamento sociale, con conseguente chiusura di Servizi rivolti non solo alle fasce più giovani della popolazione ma anche a quelle più anziane. Ad essere così penalizzati sono stati anche gli oltre 40 anziani che frequentavano settimanalmente i quattro Centri Sollievo gestiti da Asca, attivi ad Agordo, Gosaldo, Cencenighe Agordino e Rocca Pietore e venivano accompagnati dai volontari dell’Auser o dai propri familiari. Con il distanziamento e la conseguente sospensione degli incontri periodici nei Centri, gli stessi anziani sono stati privati oltre che delle molteplici attività ricreative svolte con il supporto delle varie Associazioni di Volontari, GAV, Auser e i volontari dell’Associazione Volontari Ambulanze di Rocca Pietore, anche di una rete di contatti, rapporti e interazioni. Privazioni importanti dato che l’attività e la compagnia delle persone presenti, contribuiscono a contrastare l’isolamento e sono funzionali al benessere dell’anziano fragile, poiché rispondono a bisogni di protezione, sicurezza e appartenenza che spesso si intensificano proprio con l’avanzare dell’età e con la graduale perdita delle proprie autonomie fisiche e cognitive. L’emergenza ha svantaggiato particolarmente gli anziani poiché anche ora, superata la fase di lockdown, il riconoscimento del maggior rischio di malattia di questa fascia di popolazione, impedisce la normale ripresa delle attività di tali Centri Sollievo. Ma cosa ha significato e cosa significa ancora oggi per loro questo lungo periodo di sospensione delle attività, di distanziamento e isolamento sociale? Quali sono state le loro emozioni, paure e quali le risorse personali con le quali hanno affrontato tale emergenza? Domande che ASCA, e in particolare la psicologa Stefania Troian, si è posta e dalle quali è nata la prima proposta operativa, con la somministrazione individuale a tutti i partecipanti dei Centri sollievo di una intervista rivolta proprio ad esplorare i loro vissuti e le loro modalità di adattamento alla situazione che con l’emergenza si è venuta a creare. Con questa iniziativa viene dato loro la possibilità di mettere in parole ciò che hanno vissuto, così da contribuire a sollevarli dal disagio emotivo provato e un domani, quando i Centri potranno ripartire e le persone ritrovarsi, scoprire magari che anche gli altri anziani hanno provato le stesse emozioni, paure e gli stessi pensieri.