Come si spiega allora il colore blu della mostrina?
“Potrebbe essere imputabile a qualche fante che, dalla Brigata Como, nel settembre del 1917, sia entrato a far parte del 6° reparto d’assalto appena costituito a Caprile di Alleghe. Forse qualche piccola aliquota di arditi potrebbe essere arrivata in Marmolada a Forcella V, ma nulla di questo è documentato. Mi sembra comunque strano che manchi la fiamma nera, elemento distintivo del reparto d’assalto; sembra impossibile che abbiano mantenuto il colore blu della mostrina senza la fiamma nera, elemento, come detto, distintivo.”
Riguardo al colore blu delle mostrine o bianco, cosa pensa dell’ipotesi fatta sui social della Brigata Marche della divisione di Fanteria? La decima divisione di fanteria, di cui faceva parte la Marche, era presente a Monte Piana, dove ha combattuto valorosamente.
“Escludo nel modo più assoluto che fossero in Marmolada nei primi mesi di guerra e che ci siano stati scontri con morti o feriti. Non risulta da alcuna documentazione. Nessuna traccia, quindi, della presenza della Brigata Marche, che si trasferì già ad ottobre 1915 sul fronte isontino.”
E in merito alla Brigata Parma?
“Sì, ho sentito che si è accennato anche a questa. Forse qualche elemento è stato inviato, ma sul Passo Ombrettola, quando la prima divisione di Fanteria (brigate Parma e Basilicata) era sul Col di Lana e in Val del Biois nell’autunno 1915. È un arrampicarsi sugli specchi pensare ad elementi della Parma. In quel periodo, chi pattugliava il ghiacciaio in maniera alpinistica e con grandi capacità tecniche era piuttosto il Plotone Autonomo del Settimo Alpini.”
Con Santo De Dorigo proviamo a tornare di nuovo sul tema delle mostrine.
“Dalle foto che ho visto anche sui social, mi sono fatto un’opinione: quel colore blu copre solo parte della mostrina, non tutta, invade altre aree di tessuto e copre la stelletta modello 1902 da truppa. Sono quindi dell’idea che quella sia una semplice macchia; sono passati più di 100 anni da allora. Potrebbe essere stata una matita copiativa che si è sciolta, producendo le macchie, una delle tante ipotesi.”
(FOTO SANTO DE DORIGO)
Cosa bisogna guardare, quindi?
“Quello che c’è sotto il blu. Per quanto sbiadito, si vede il verde: quello della Brigata Alpi, protagonista con i suoi fanti, con i suoi soldati, di tutte le vicende di guerra in Marmolada e sul Col di Lana, soprattutto sul ghiacciaio. Quindi, per me, le mostrine sono verdi… macchiate di blu. In ogni modo, mi risulta siano state ritrovate le mostrine di un fante, non di due. A rigore, possiamo parlare di un Caduto appartenente a quella Brigata.”
Ammesso quindi che fosse un fante (se non due), anche in riferimento alla documentazione bibliografica, ai diari storici e ai testi sulla guerra in Marmolada, cominciamo a ragionare sulla Brigata Alpi.
“Il sito del ritrovamento è in fondo alla lingua di ghiaccio, ma non è il sito di morte. I corpi sono scesi con la colata di ghiaccio, uno spostamento di almeno un chilometro. Escludo che il sito di ritrovamento fosse quello della morte. Gli scontri sono infatti avvenuti attorno a Forcella V. La Brigata Alpi non ha contato molti morti, alcune decine non di più; non si parla di luoghi con migliaia di caduti come il Col di Lana. Con una ricerca sugli archivi, incrociata con il controllo degli elenchi dei soldati sepolti ai Sacrari di Pocol, di Pian di Salesei e di Trento, è possibile impostare un database con una griglia di nomi di caduti non recuperati, utile in caso di ritrovamento. Tra questi, quello del Tenente Rosso, dei suoi fanti scomparsi a seguito della mina del 26 settembre 1917 e alcune decine di caduti tra giugno e luglio 1916.”
Ribadisce quindi la tesi che i resti possano appartenere a quei fanti?
“La mia tesi ribadisce questo: che i due soldati siano fanti della Brigata Alpi, caduti nella notte tra il 17 e 18 giugno 1916 durante l’attacco alla Forcella a Vu e durante le azioni di inizio luglio nella stessa zona, episodi ben descritti nei testi noti.”
Ha accennato a un database, di cosa si tratta?
“Ho creato un elenco con dati anagrafici dei caduti, paese d’origine, reparto, cause della morte, luogo di sepoltura, eventuali decorazioni e altre note. Le fonti sono tutte le pubblicazioni della Grande Guerra nel settore Marmolada, gli Albi d’Oro, gli atti di morte e i ruoli matricolari con dati fisici (torace, altezza, dentatura). Dati importanti per una successiva identificazione.”
Tornando alle azioni del giugno-luglio 1916, cosa riporta il database?
“Dal 18 giugno al 4 luglio 1916 figurano una decina di fanti non recuperati, due ufficiali, un sergente medaglia d’argento e due alpini. Essi possono essere stati recuperati e sepolti come caduti ignoti, anche dagli austriaci, ma potrebbero essere ancora nel ghiacciaio.”
Come definisce questo ritrovamento?
“Assolutamente straordinario. Il sogno rimane quello di poter affiancare un nome a queste salme. Sarebbe un risultato di alto valore che darebbe lustro alla Marmolada, al territorio e soprattutto al valore dei soldati, che erano uomini dai 20 ai 30 anni, confrontatisi con coraggio e valore, spesso senza aver mai visto prima un ghiacciaio o le Dolomiti. Per parte mia, sono a completa disposizione per collaborare nelle ricerche per tentare l’identificazione dei Caduti”.
(FOTO, Legenda: 1 Forcella a Vu 2 crepacci terminali 3 Forcella Serauta , cerchio rosso possibile zona morte soldati trattini verdi linea austriaca( la trincea camminamento si intravede sopra i tratti verdi , frecce blu direttrice attacchi italiani ; freccia gialla ipotetica linea trascinamento dei corpi per il movimento del ghiacciaio