di Renato Bona
Proseguendo il nostro “viaggio” in quel di Rivamonte Agordino, le sue frazioni e le sue borgate, facciamo tappa a Foca, Fontanelle, Franche e Frele, grazie al libro “Una finestra su Riva” edito a cura del Club Unesco Agordino presieduto dal caro amico Giuliano Laveder (nella foto di Radio Più), con il patrocinio di Ficlu, vale a dire la Federazione italiana club e centri Unesco, membro della federazione mondiale, con stampa (ottobre 2013) e grafica della tipografia Castaldi di Agordo. Iniziativa di ricerca e testimonianza esemplare, che molte realtà della provincia dovrebbero imitare… Laveder e gli altri curatori dell’opera: Rita Mottes, Emilia Sommariva e Caterina Tazzer, nell’introduzione rivolgono “i più sinceri ringraziamenti a quanti hanno donato le immagini e agli informatori, numerosissimi, perché senza di loro questa ‘finestra’ su Rivamonte che racconta chi siamo e da dove veniamo, non sarebbe stata possibile”. Ricordato poi che nel 1938 Rivamonte contava 38 frazioni e località e di alcune non sono state reperite immagini, le elenca tutte per “dare loro la giusta attenzione, in memoria di tutti gli abitanti che in queste sono nati e che vi hanno trascorso la loro vita” e citano la località Nóf dove abitava una famiglia che era registrata sotto la frazione Castei. Esprimono poi l’auspicio che il libro “possa essere anche uno stimolo per andare a riscoprire alcuni di questi angoli con occhi curiosi e vedere Rivamonte sotto una luce nuova”. Ed eccoci a commentare le splendide immagini (Breveglieri, Burloni, A. Case, don Elio Cesco, Della Lucia, Ganz Falcade, Giorgio Fontanive, Cesare Gnech, Gubert, Giuliano Laveder, Piatti, don Giovanni Ren) con coordinamento didascalico di Emilia Sommariva. FOCA: Veduta degli anni ’50: sulla destra è visibile, con le sue stalle e la strada che portava al villaggio della Foca; la strada, che proseguiva verso le miniere di Valle Imperina, era percorsa quotidianamente, anche di notte a seconda dei turni, dai minatori di Tos, Valchesina e anche di Tiser. Immagine dell’anziana Maria Zanin (Rossa) nella stessa epoca alla Foca dove, nella bella stagione, si era accolti dal profumo e dai colori dei fiori e dalle numerose piante da frutto, il terreno aveva ripreso ad essere ricco e fertile, cosa difficile da pensare negli anni in cui le attività connesse alla miniera avevano reso complessivamente brulle le pendici circostanti. La famiglia di Carlo Zanin del Patàcol, anni ’30: da sinistra,m davanti: Maria, Fioretta Fossen nonna di Antonietta Pasquali, Luigi e Gianni; da sinistra, dietro: Alba, Amalia e Dina. Foca, anni ’60:a destra Clementina Pizzero (Còchi) ed il fratello Mario; anni ’40:Maria Zanin e sorella; va ricordato che nel 1944 gli abitanti della Foca erano undici!; foto di gruppo per abitanti della frazione durante i lavori estivi di fienagione; negli anni ’50 le famiglie erano queste: Caterina Xaiz, Carlo Zanin (Patàcol) e Amalia, Igino Schena (Gino) e Gemma (madre di Mario e Clementina, detta Còchi), Carla e Maria (delle Rosse); sempre a Foca, anni ’30: da sinistra le sorelle Gemma (madre di Clementina pizzero), Carmela (figlia della Rossa) e Maria Schena. Siamo a FONTANELLA, con la sola immagine della Cooperativa Agricola Canop che è stata costituita il 14 novembre 1975 e contava alla sua nascita 31 soci (attualmente sono la metà). E continuiamo con FRANCHE: panoramica di Rivamonte da Forcella Franche, anni ’50; ciclisti sulla strada verso Franche negli anni ’30, sulla destra Pietro Fossen, fratello di Paolino dei Marangói, emigrato in Francia negli anni ’30 e sposato con la Gigia del Tiri; cava di Franche, 1959: Pietro Casera ottenne nel 1931 l’autorizzazione per riattivare la fornace a calce ancora oggi visibile nella località Col del Mut; veduta di Rivamone da Forcella Franche, anni ’40; Luigi Schena (Lisi) con la moglie Maria Elisa Fossen, Forcella Franche anni ’50; festa da ballo a Ronchèi nel luglio 1936; una curiosità: proprio da Ronchèi proveniva la sabbia utilizzata nella costruzione delle abitazioni di Rivamonte. Conclusione con FRELE: una veduta dei Frele dell’estate 1993; infine: anni ’80, da sinistra: Celeste Gnech e Vittorina Andriollo.
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