BELLUNO Ed eccoci alla nona tappa del “viaggio” in ambito provinciale alla scoperta, almeno per noi, della storia in pillole dei 69 comuni della provincia di Belluno (oggi il numero è ridotto per il passaggio di Sappada al Friuli e per l’accorpamento di alcune realtà territoriali vicine ed affini). “Sostiamo” a Rivamonte Agordino, Rocca Pietore, San Gregorio nelle Alpi, San Nicolò di Comelico, San Pietro di Cadore e Santa Giustina, sempre in rigoroso ordine alfabetico, e accompagnati per mano dai simboli delle singole realtà comunali (con riproduzione degli stemmi – gli originali sono stati realizzati dallo scultore Massimo Facchin – che fanno bella mostra di sé nella fontana di Piazza dei Martiri del capoluogo, e dagli stringati ma efficaci richiami storici opera dello scomparso giornalista de Il Gazzettino, Fiorello Zangrando). Ricordiamo che il tutto compare nel libretto “I Comuni della Provincia di Belluno. Storia e simboli” realizzato a cura dell’assessorato all’urbanistica del Comune di Belluno nel luglio 1990 in occasione dell’inaugurazione dei lavori di sistemazione della Fontana. RIVAMONTE AGORDINO. Zangrando spiega: “Complesso di villaggi situati a varia altezza sui fianchi orientali e meridionali del monte Armarolo, alcuni come Montàs e Zenich ricordati in un documento del 1148. Rivamonte viene chiamato così dal 1867, prima è soltanto Riva, fin dal 1209. La popolazione cresce in concomitanza con l’impulso che lo Stato Veneto dà alle miniere della valle Imperina, tanto che nel 1538 il Vescovo si preoccupa dei ‘canoppi tedeschi’ immigrati e protestanti. Nel 1618 Francesco Crotta che viene dalla Lombardia, scopre il masso piritico che si sfrutta fino all’epoca attuale. Il paese si amplia, i tecnici locali sono ricercati anche altrove, Alla fine del Seicento Rivamonte conta 232 ‘fogolari’; nel 1754 gli abitanti toccano quota 1718 ma dopo i ribaltoni napoleonici scendono a 1300. Ha sacerdote proprio dal 1597. Sulla vetta del colle San Martino sorge nel primo medioevo il Castello Agordino con vicina un’antichissima chiesa dedicata al patrono della diocesi”.ROCCA PIETORE. Così il giornalista bellunese: “La sua storia è centrata sul castello che dà la prima parte del nome al paese (la seconda deriva dal latino ‘pectus’: appezzamento di terreno a pascolo). Edificato attorno al Mille, muri ed edifici sono alla base della rupe su cui s’innalza il torrione. Non ha né porte né scale, uomini e robe s’innalzano con le funi. La prima notizia che riguarda il paese risale al 1148, quando Enrico di Pietore entra a far parte del consorzio degli agordini per la fondazione di una pubblica istituzione. Fin dal 1185 la rocca segue le sorti politiche di Agordo, poi il paese si erige a comune rurale, formando la Magnifica comunità della rocca. Ha intensi rapporti con Livinallongo e la Val di Fassa. Ai tempi del dominio degli Avoscano (1332-1349) Rocca cade sotto il loro potere, quindi torna a prestare giuramento a Belluno. Le leggi di Rocca durano fino a Napoleone. L’impulso all’industria turistica vien dato dalla costruzione nel 1967 della funivia della Marmolada che parte da Malga Ciapela”. SAN GREGORIO NELLE ALPI. Ecco la sintetica storica: “Alcuni toponimi indicherebbero presenze romane, come Fumach o Muiach, o Paderno. Attorno al Mille vi è un incolato stabile a Paderno, in una bolla di papa Lucio III del 1135 si ricorda una cappella a San Gregorio. Il paese è allora una decania di origine longobarda, che diviene prima Vicinia e poi Regola. A Paderno sorge un castello che viene distrutto tra il 1441 e 1442. Un atto di donazione collettiva è stipulato sotto il portico della chiesa di San Gregorio nel 1452: un sacerdote e alcuni cittadini donano possedimenti al convento dei Battuti di Belluno. Diventa Comune nel 1816 quando si costituisce il distretto di Feltre. Le ville patrizie sorte nel Seicento e i dintorni sono meta di artisti nell’800 e ‘900 quando l’economia è caratterizzata dall’emigrazione”. SAN NICOLO’ DI COMELICO. Secondo Fiorello Zangrando “Il nome viene dal patrono della chiesa curaziale (affrescata nel 1482 da Gianfrancesco da Tolmezzo), nominata in un documento del 1199. Appena un secolo prima i levantini hanno trafugato dall’Oriente il corpo del vescovo Nicola per trasportarlo a Bari. Più antico è l’abitato di Gera, che ha origini da molini ed officine di fabbri-ferrai. Fino alla fine della Repubblica veneta vi prospera la lavorazione del metallo ricavato da Ferrera sul Longerin. Il paese ha Regola che nel 1402 si dà i Laudi. Durante la guerra di Cambrai, nel 1508 in valle del Corno, che nel nome ricorda l’episodio, un pastore suonando il suo innocente strumento fa fuggire i militi tedeschi, giunti a Candide e a Montecroce. Con il riordino napoleonico del 20 maggio 1797 e la divisione del Cadore in sei cantoni, uno ha sede a Campitello. Numerosi gli incendi: nel 1754 bruciano quasi tutte le case di Campitello, il 21 agosto 1705 un fulmine incenerisce parecchi abitati di Costa, il 22 agosto 1893 Costa è ancora interessato dal fuoco”. SAN PIETRO DI CADORE. Viene sottolineato che “Come tutti i paesi del Comelico, San Pietro non è anteriore al Mille. Col nome Colle esiste già nel secolo dodicesimo. Diventa poi sede del centenaro d’Oltrerino. Nel 1575 il notaio Vecellio di Tiziano copia i Laudi della Regola perché la pergamena originale è divenuta illeggibile. Sotto la Repubblica veneta diventa potente la famiglia Poli, ricca per il commercio del legname. La borghesia di San Pietro gareggia con quella di Pieve e di Perarolo. Giacomo e Giovanni Poli nel 1663, mentre Venezia è impegnata nella guerra per la difesa di Candia, le donano centomila ducati ricevendone in cambio la nobiltà della Dominante. E’ la famiglia che costruisce l’omonimo palazzo ora municipio e chiama ad affrescarlo il pittore romano Girolamo Pellegrini. Il 21 novembre 1869 un incendio distrugge completamente Valle. L’alluvione del 4 novembre 1966 produce ingenti danni a Presenaio e nella Val Visdende dove nel 1987 celebra la messa papa Wojtyla”.
SANTA GIUSTINA BELLUNESE (nel libretto non compare la riproduzione dello stemma comunale). Ecco cosa scrive Zangrando: “Iscrizioni romane si trovano a Callibago e a Campo mentre Formegan fornisce tombe forse anteriori all’era volgare. La costituzione della pieve di Formegan, per lungo tempo centro della vita religiosa e amministrativa, può essere collocata nel secolo ottavo. Tra il 1200 e il 1300 essa passa a Ignan, dove esiste anche un ‘chiericato’, una specie di seminario. Acquista importanza anche Sanzan, situato sulla strada che collega Feltre con Belluno dov’è anche la ‘villa del Grigheros’ col traghetto per Mel. Il sito è strategico se nel 1393 nella sua chiesa di San Lorenzo si riuniscono i capitoli di Feltre e Belluno per eleggere il vescovo Alberto da San Giorgio. Il Seicento e il Settecento portano notevole fioritura di ville (in una di esse nasce Bruno Villabruna, primo e unico ministro della Repubblica italiana, nel 1953 uscito dal Bellunese); l’istituzione del Comune è opera napoleonica. Santa Giustina è ancora priva di stemma comunale”.