DA SOTTOGUDA AL MUNICIPIO DI ROCCA PIETORE, LE IMMAGINI AD UN ANNO DALL’URAGANO
L’INTERVISTA, di Mirko Mezzacasa
ROCCA PIETORE “Di quella notte ricordo quando mi sono ritrovato a casa tutto fradicio da un controllo dei torrenti sul territorio e stavo per tornare in Municipio. Ma mi sono ritrovato al buio, senza collegamenti, senza sapere cosa succedeva nelle frazioni da Caracoi a Laste. Non sapevo nemmeno se il Municipio era presidiato. Fortunatamente non ho preso l’auto, tra Boscoverde e il centro sono cadute almeno 150 piante”. E’ questo l’incubo ricorrente di Andrea De Bernardin, sindaco di Rocca Pietore che abbiamo incontrato ieri a Rocca Pietore, a un anno da Vaia, dopo aver fatto un primo giro per il territorio comunale.
Un anno fa il disastro,oggi un ambiente decisamente cambiato.
“Il primo mese abbiamo lavorato in somma urgenza in un momento particolare per un sindaco con i poteri che derogano dalla normalità. Abbiamo creato un debito di fuori bilancio di 1 milione di euro, soldi che non avevamo. Dovevo farne ancora di più, quello era il momento. Poi ci siamo fermati impauriti per non mettere in default il Comune anche se poi i soldi sono arrivati tutti, il 97 per cento, sono arrivati dal Governo”.
Da dicembre però siete rientrati nella normalità, fuori dalle deroghe previste nell’emergenza
“Si chiama normale amministrazione con i soggetti attuattori, ma a marzo sono arrivati i soldi dalla Regione con una velocità notevole, con 360 milioni da spendere e una prescrizione: appaltare tutto entro il 30 settembre. Questa la bella notizia: tutti i soldi sono stati appaltati, non che i lavori siano finiti, nemmeno iniziati in parte, ma sono stati dati gli incarichi per poter iniziare. Molti cantieri sono aperti ma sta arrivando l’invero e il meglio lo vedremo a primavera sperando in un inverno mite”.
L’acquedotto, il problema maggiore che faceva pensare all’evacuazione di 700 persone. Cosa è cambiato e come è stato affrontato questo tema?
“Il famigerato Bim Gsp del quale non sono mai stato in fan questa volta ci ha messo l’anima, il cuore e le capacità. Siamo riusciti a fare un acquedotto nuovo a novembre con basse temperature dando grande dimostrazione a livello nazionale che i lavori si possono fare. Oggi c’è un cantiere sopra Sottoguda per realizzare un vascone di accumulo che garantirà rifornimenti in caso di problemi alla rete”.
Sottoguda era tra i borghi più belli d’Italia, lo è ancora?
“E’ cambiato, ci sono molti lavori da fare, i Serrai non sono ancora percorribili. Sono iniziati i lavori sui versanti per poter poi entrare nella gola, una gola distrutta dove il torrente si è preso tutto lo spazio. Se a novembre potremo lavorare faremo un grande passo avanti”.
Il futuro dei Serrai qual’è?
“Il Progettista con studio a Padova è al lavoro. L’amministrazione e Veneto acque sono attenti a quello che si farà, stiamo studiando le idee migliori perché i disastri non si ripetano. Ci vorranno un paio d’anni e molto impegno”
E nelle frazioni come va?
“Siamo attenti come lo eravamo prima di Vaia quando stavamo seguendo 24 opere pubbliche sfruttando tanti contributi pescati ovunque, non solo dai fondi di confine. L’ufficio tecnico era intasato di lavori, forse mettendo troppa carne al fuoco e non sono mancate e non mancano le difficoltà. Purtroppo il Comune non ha la possibilità di assumere personale (oggi sono 13 ndr.) dal tecnico all’amministrativo, al vigile. Si dovrebbero irrobustire gli uffici ma il Ministero ci ha detto che non si farà. Se avessi una bacchetta magica la userei proprio per poter assumere almeno 3 persone a lungo termine, almeno per tre anni, necessari per uscire dalla crisi”.
Se domani Vaia batte di nuovo alla porta?
“Sarebbe un dramma, 24 dei 30 torrenti del territorio sono esondati dal Masarè a Malga Ciapela fino a Laste. Il territorio è ferito e non potrebbe reggere un altro evento simile. Confidiamo sul calcolo delle probabilità”.
Tanti schianti e tanti alberi ancora a terra. Quale il futuro?
“Nelle zone non valanghive una ditta toscana sta operando molto timidamente a Santa Maria delle Grazie. Ora sta cercando colleghi di cordata in Piemonte e Liguria per un intervento più consistente e parliamo di 30 mila metri cubi non in aree valanghive dove possiamo operare. Altrove il soggetto attuattore è Veneto Strade, gli appalti sono fatti ma se ne riparlerà dal 2020”.
I privati si sono tirati su le maniche con grande dignità
“La mia gente ha dato dimostrazione a livello nazionale di lavorare molto e piangere poco. Abbiamo visto una piccola comunità stringersi attorno al Municipio, al Sindaco nel mese successivo a Vaia e, l’ho apprezzato molto. La macchina della protezione civile ha dato prova di funzionare al meglio con centinaia di uomini e mezzi. Esperienza brutta ma umanamente edificante”.
1 milione e 600 mila dalle donazioni un buon risultato?
“Direi proprio di si. 1 milione di donazioni della gente dai 5 euro del piccolo Achille ai 50 mila di una società farmaceutica lombarda. E poi i 200 mila euro Dell’Unesco, i 200 mila di Cariverona e altrettanti di Caripadova. Qualche cosa è già stato utilizzato come per l’acquisto dello Scuolabus, per il parco giochi, per i vigili del fuoco volontari e per il tendone da 70 mila euro che serve per la protezione civile e per aggregare la comunità, non a caso stiamo anche pensando ad un ritrovo per il 29 ottobre nel giorno del ricordo. Il tendone delle feste serve perché la popolazione deve tornare a vivere e sorridere. Il gruppo folcloristico con la festa dello scorso fine settimana ne è la dimostrazione. Abbiamo speso bene il 7 per cento di quel denaro”.
La gente la lezione l’ha imparata, ora ha il gruppo elettrogeno e le batteria per ascoltare la radio. Enel e le compagnie telefoniche?
“Enel e Terna hanno fatto un discreto lavoro rifacendo le linee, rialzando i tralicci, interrando i cavi. Le compagnie telefoniche le ho viste meno presenti e c’è stata meno condivisione con l’amministrazione comunale”.
Coc e Com hannno funzionato?
“E’ andata bene così, ma sarebbe il caso di pensare a due Com per l’Alto Agordino e la Conca, 16 Comuni sullo stesso nodo sono tanti. Il nostro Coc ha funzionato, amministratori e dipendenti fianco a fianco proprio bello”
Cosa dobbiamo temere da domani?
“La neve se nevica come nel 2014. Lo scorso anno è andata bene, speriamo vada nello stesso modo”.
Allora il 29 festa sotto al tendone?
“E’ nato tutto per scherzo l’altra sera. Vogliamo dimenticare più che ricordare, ma tutti chiedevano perché non si fa niente. Uno, due tre… e poi ci siamo messi attorno al tavolo e qualche cosa lo faremo per la nostra gente”
Il messaggio per la sua gente a 1 anno da Vaia?
“Invito i miei cittadini ad avere la pazienza necessaria perché i lavori possano iniziare ed essere portati a termine nel migliori dei modi. Chiedo di non essere critici, non possiamo fare miracoli. Ci vorrà un po’ di pazienza e l’aiuto del tempo, ma abbiamo grandi speranze per il futuro di Rocca Pietore”.
L’INTERVISTA IN VIDEO
Pubblicato da Mirko Mezzacasa su Mercoledì 23 ottobre 2019