di Renato Bona
Giustamente la stampa, locale e nazionale, ha ricordato il centenario della nascita di Rodolfo Sonego, quello che il compianto maestro Mario De Nale nel suo libro dell’agosto 1978 (tipografia Piave di Belluno): “Personaggi illustri dell’Alpago e Ponte nelle Alpi” definiva “Il soggettista e sceneggiatore di Sordi”. Ricordato che “Figlio di Umberto e di Olga Roella, nacque a Cavarzano di Belluno il 27 febbraio 1921 (trascorse la giovinezza in quel di Puos d’Alpago ed é mancato a Roma il 15 ottobre 2000 – ndr.), pronipote di Rodolfo Roella, l’inventore del brevetto di marmorino e stucco”, De Nale scriveva: “Quando il padre ottenne il posto alla Fiat, la famiglia si trasferì da Puos a Torino, così Rodolfo poté seguire i corsi all’Accademia di Belle Arri di quella città e cominciò a guadagnarsi di che vivere come disegnatore pubblicitario e fumettista di giornali”. Ancora: “Lo scoppio della guerra (assunse il nome di battaglia di Benvenuto Cellini e divenne capo della “Fratelli Bandiera – ndr.) lo colse al fior della giovinezza ed egli vi partecipò, dimostrando un grande amor di Patria e, nel periodo della Resistenza, fu commissario della brigata ‘Garibaldi’ di Belluno. Ma il fumo sprigionato dal conflitto, gli strepitii delle armi automatiche e l’ombra dell’infausto invasore che l’accompagnava in ogni dove, gli fecero dimenticare i fumetti e risvegliarono altri fermenti del suo spirito che lo indirizzarono in una strada diversa e più congeniale: naso aquilino, occhi espressivi e dolci, fronte alta e serena, temperamento sempre gioviale e mite costituirono altrettanti elementi positivi i quali consentirono all’alpagese di cimentarsi con successo nella carriera di scenarista cinematografico”. Dopo la guerra, il nostro si trasferì a Roma “la città più propizia perché la sua vena ad ali spiegate e al passo con i nuovi fermenti sprigionati dallo spirito gli permettesse di sollevarsi verso l’alto, sempre più in su a scoprire la ‘moralità’, l’‘eroismo’, il ‘costume nazionale’ e l’‘estro satirico’ da dare ad un suo personaggio pure da scoprire”. Ed ecco come Mario De Nale descriveva la “scoperta” di Sonego: “Quale ottimista patentato, facilitato anche dalla eccezionale cordialità e dalla voce semplice, cominciò a cogliere ogni occasione per aprire un dialogo con la gente per ascoltarne le vicissitudini, sempre pronto a rilevare le note più significative. Unì quindi tutte le tessere in uno scintillante ed umano mosaico e, finalmente, scosso da un palpito che esplose di gioia dentro il suo cuore, poté esultare ché la ricerca aveva avuto successo: egli aveva scoperto il suo personaggio in Alberto Sordi il quale sarà il grande protagonista della stragrande maggioranza dei suoi film”. Rodolfo Sonego divenne uno dei più quotati ed ammirati soggettisti e sceneggiatori cinematografici ed i suoi film portarono sulla scena, oltre a Sordi: la Magnani, la Cardinale, Soraya, Totò, Monica Vitti, Lattuada, Monicelli, Risi, Lizzani, Zampa, Indovina e Polidori. Una doverosa puntualizzazione di De Nale in conclusione del suo ricordo: “Ovviamente, nel suo lavoro gli è sempre di valido aiuto la moglie, Allegra Rossignotti, donna affettuosa, sincera, dignitosa, nobile d’aspetto e quindi stimata da quanti la conoscono”. La coppia ha avuto un figlio, Giulio, che all’epoca in cui uscì “Personaggi illustri dell’Alpago e Ponte nelle Alpi” (edito dal Centro sociale di educazione permanente di Tambre e dall’Associazione emigranti Bellunesi, col sostegno della Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza e Belluno) “era studente in medicina dell’Università di Roma”. La libera enciclopedia Wikipedia, illustrandone esaustivamente la figura e l’opera ed elencando tutti i suoi lavori, ricorda, fra l’altro, che Rodolfo Sonego: “Realizza la sua prima sceneggiatura per il film di Alberto Lattuada ‘La Spiaggia’, che segna la fine di un periodo di difficoltà economiche; i primi anni romani di Sonego verranno poi anche ripresi nel film ‘Una vita difficile’ di Dino Risi, la sua sceneggiatura capolavoro (il film è stato inserito tra i “cento film italiani da salvare” – ndr.). Inizia a viaggiare molto tra Australia, America, Germania, Russia, la qual cosa lo porta a scrivere diverse sceneggiature”. Mentre il sito cinematografo.it, definito il personaggio uno dei più importanti sceneggiatori del nostro cinema, richiama il saggio di Mirco Melanco, docente di Cinema all’Università di Padova: “L’anticonformismo intelligente di Rodolfo Sonego”, pubblicato nel 2010 dalle Edizioni Fondazione Ente dello Spettacolo, e sottolinea: “Sonego è stato autore (in solitaria) di almeno due capolavori: ‘Una vita difficile’ diretto da Dino Risi nel 1961, ritratto semi-autobiografico di un partigiano comunista nell’Italia del dopoguerra, e ‘Lo scopone scientifico’ commedia del 1972 firmata da Luigi Comencini, che raccontava la lotta di classe attraverso la partita a carte tra una coppia borgatara e una ricchissima americana. Entrambi i film sono interpretati da Alberto Sordi, che lo scelse come sceneggiatore di fiducia sin dal 1954, quando i due si conobbero nella ‘writing room di ‘Il seduttore’ di Franco Rosi. Un sodalizio intenso e complesso (anche problematico come si può leggere in ‘Il cervello di Alberto Sordi’ il volumone che Tatti Sanguinetti ha dedicato all’opera di Sonego), dal quale sono nati classici come ‘Il vedovo’ di Risi (1959), ‘Il diavolo’ di Gian Luigi Poolidoro (1963), Orso d’oro alla Berlinale; ancora: ‘Detenuto in attesa di giudizio’ di Nanni Loy (1971), ‘Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata’ di luigi Zampa (1972). Sempre Melanco: “La particolare ironia con la quale Sonego ha affrontato la figura dell’italiano medio, di cui Sordi è stato l’interprete più eloquente, è frutto anche della fusione di due caratteri antitetici ma compatibili, ha permesso una descrizione coraggiosa e anticonformista della società italiana prima e dopo il boom economico”. Di Sonego anche le sceneggiature del feroce “La spiaggia” di Alberto Lattuada (1954), ‘La ragazza con la pistola” di Mario Monicelli (1968); “Una breve vacanza” di Vittorio De Sica (1973); “Mogliamante” di Marco Vicario (1978) “che gli aprì le porte degli Stati Uniti con Dino De Laurentiis”. Conclusione di Mirco Melanco: “…Attraverso l’opera di Sonego possiamo rivalutare con attenzione il nostro cinema che osservava la realtà e verificare il livello al quale oggi si è giunti accumulando un debito pubblico forse irrecuperabile sa in termini economici sia in termini etici”.
NELLE FOTO (riproduzione dal libro “Personaggi illustri dell’Alpago e Ponte nelle Alpi”; sitI. cinematografo.it; wikipedia, corrieredelveneto, padovaoggi): Rodolfo Sonego nell’immagine scelta per il libro di Mario De Nale; il grande scenografo bellunese di origini alpagote con il suo attore preferito: Alberto Sordi; Lea Massari e Sordi interpreti di “Una vita difficile”; copertina del saggio del prof. Mirco Melanco; la locandina del film “Lo scopone scientifico”; quella di “Una vita difficile”; e quella del primo film di Sonego: “La spiaggia”; lo sceneggiatore con il regista Tatti Sanguinetti; il prof. Mirco Melanco.