Oggi, giovedì 6 giugno 2019, nella “Giornata di preghiera per le vocazioni”, compie 517 anni – proprio come è avvenuto ieri per la vicina San Floriano a Pieve di Forno di Zoldo – la parrocchiale di Santa Caterina d’Alessandria a Dont. Lo ricorda il periodico “Domenica” edito dalla Diocesi di Belluno-Feltre e diretto dal vescovo emerito Giuseppe Andrich.
Infodolomiti evidenzia come l’edificio sacro in questione “… sorge nella bella frazione di Dont, nel comune di Forno di Zoldo e sembra aver origine nel 1450. Inizialmente di piccole dimensioni, la chiesetta fu ampliata per volere di Pietro Antonio Lazzaris nel 1729 e completata agli inizi del 1735, mentre l’elevazione del campanile attuale risale al 1780. La chiesa viene istituita parrocchiale nel 1898, periodo in cui l’edificio è sottoposto anche ad alcuni interventi di ampliamento, seguiti dagli ultimi effettuati nel 1969-‘70. La Chiesa ha una struttura architettonica a croce latina e si compone di un’unica aula ricoperta da un soffitto a volta, un transetto che separa il corpo dell’aula dal presbiterio, una sagrestia e un campanile”. Quanto alle opere d’arte si sofferma sul presbiterio, sull’arpese dell’arcata trionfale, “dove uno splendido gruppo ligneo policromo, formato dalla figura di Cristo Crocifisso affiancato dalla Madonna Addolorata e da San Giovanni e realizzato da un artista anonimo, introduce all’abside completamente affrescata”. Nella nicchia collocata sopra l’altar maggiore – prosegue Infodolomiti – è ospitata una statua della Madonna con il Bambino, scolpita da Giovanni Battista Pancera Besarel e intitolata alla Madonna della Salute, probabilmente per porre fine a una terribile epidemia di colera. Le pareti del presbiterio e il soffitto a vele sono interamente affrescate dall’artista Carlo Alberto Zorzi e raffigurano alcune figure di Santi come Evangelisti, la Vergine e alcuni Santi titolari. Infine, degna di nota la tela di Giovanni Battista Lazzaris, una bella riproduzione dell’Ultima Cena”.
Di Santa Caterina di Dont si è occupato anche il sito valdizoldo.net scrivendo: “Il tempio primitivo secondo le prime fonti documentarie, risale al 1539. Di grande importanza la Madonna della Salute con in braccio il bambino dell’altare maggiore. L’opera in legno dorato fu commissionata nel 1836 dagli abitanti di Dont a Giovanni Battista Panciera Besarel, padre del più famoso Valentino, per impetrare l’intercessione della Vergine contro la devastante epidemia di colera che imperversava in quel periodo. Per lo stesso motivo ogni estate viene festeggiata la sagra della Madonna della Salute, molto sentita da tutti gli abitanti di Dont”.
Ed ecco la libera enciclopedia Wikipedia: “… Nel 1729 la regola di Dont chiese e ottenne dal vescovo di Belluno Valerio Rota di ampliare il luogo di culto a causa dell’aumento della popolazione. I lavori si protrassero sino al 1734-1735. Nel 1780 venne costruito l’attuale campanile, in sostituzione del precedente secentesco. Altri rifacimenti si ebbero attorno al 1898, quando la chiesa fu elevata a parrocchiale, e nel corso del Novecento. Santa Caterina custodisce numerose opere d’arte di pregio: due statue policrome (Crocifisso tra la Madonna addolorata e San Giovanni evangelista) scolpite da un anonimo nel 1734, due affreschi (San Rocco e San Sebastiano) staccati dalla vicina casa De Lazzer e attribuiti ad Antonio Rosso (XV-XVI secolo). L’altare maggiore è di Giovanni Battista Panciera Besarel (padre del più noto Valentino); dello stesso autore una Madonna della Salute con Bambino, realizzata nel 1836 per chiedere la fine di un’epidemia di colera. Le pareti del presbiterio e del soffitto sono decorate da un ciclo di affreschi con figure di santi di Carlo Alberto Zorzi (1947). L’altare di sinistra, dedicato alla Passione, è stato trafugato nel 1985; resta solo l’alzata, ricostruita nel 1995 impiegando alcune statue secentesche di Giovanni Battista Auregne. Dello stesso periodo un altro altare in legno dorato che richiama l’arte dei Costantini. Nella cappella di destra un imponente monumento ad Andrea Brustolon, realizzato nel 1878 da Valentino Panciera Besarel e inaugurato nel 1885. Infine, due tele di Lorenzo Pauliti, una copia dell’Ultima cena della chiesa di Astragal e un dipinto ottocentesco di Giovanni Battista Lazzaris”.
NELLE FOTO (Siti tripadvisor, google, famiglia cristiana): esterni della Chiesa di Dont, proposta anche in una vecchia cartolina; Caterina d’Alessandria, la santa che convertì tutti ma non il suo aguzzino.