Quattro chiacchiere con un medico di medicina generale dell’Agordino
di Mirko Mezzacasa
AGORDO Buongiorno Dottore sempre un piacere scambiare quattro chiacchiere con un esperto, soprattutto in questo periodo di voci, controvoci, tesi, laureati improvvisati etc. Allora sono giorni più tranquilli visto che sono arrivati i medici dell’Usca*. “Davvero? a me non risulta salgano nell’Agordino. Di sicuro non ci hanno dato disposizione ufficiale o indicazioni precise per chiamarli e le assicuro che il bisogno non mancherebbe”. Però dottore me lo lasci dire, mi pare che qui ci sono bellunesi di serie A e altri di serie B, ma è forse solo un’impressione vittimistica. Concretamente invece lei fa tamponi? “Ne ho fatti poco più di 100, di questi 30 sono risultati positivi”. Come reputa questa iniziativa di aver obbligato il medico di base a “tamponare”? “Continuo a reputarlo un diversivo politico, ma ormai sono parte della mia quotidianità sabati compresi, soprattutto per tutti quelli che non possono permettersi di stare 3-5 ore in auto in fila ad un Drive-In come ad Agordo che era aperto 3 pomeriggi alla settimana prima, ora sono 4 ma rimane chiusi dalle 17 di giovedi alle 14 di lunedi e poi ci sono le festività”. Alla notizia dei 18 euro a tampone più spese sanitarie io sono uno di quelli che ha arricciato il naso forse perché raffronto il compenso a quello del mio lavoro dividendo l’importo per le ore lavorate “Il tampone in sè non è molto, ma impone organizzazione, attenzione, stress, tempo che non c’è, tra preparare, vestirsi, fare, svestirsi, pulire, sanificare. Le ore passano e intanto non puoi rispondere al telefono o ad una mail – che si accumulano – al netto di tutto quanto c’è dietro a questo straordinario obbligato e alla nostra forma di “contratto” molti non si scomoderebbero nemmeno a mettere la visiera protettiva. Per ogni positivo o contatto stretto ci sono inserimento nel portale, disposizione di isolamento, certificato INPS, comunicazioni informative, tentativo di tracciamento dei contatti e poi il monitoraggio clinico. Fino alla programmazione dei prossimi controlli con il prolungamento di malattia e di quarantena. Il volume di lavoro è disumano, le ore almeno 16 al giorno, più di 12 ore di disponibilità telefonica, mail e messaggi in continuo, i contatti non meno di 100 nella giornata, sabati e domeniche non esistono più”. Dottore non mi dica che questo non lo aggrada con tutte le ore in più di ferie che maturerà . “Noi medici di medicina generale se vogliamo andare in ferie dobbiamo prima trovare un sostituto che va ovviamente pagato”. Senta, ma chi sono i medici di medicina generale, o i medici di base o nel nostro caso “el dotor del paes”? “Posso dirti quello che non siamo. Noi non siamo medici USCA che hanno un unico pensiero, delicato se vuoi, ma solo quello; non siamo nemmeno medici ospedalieri che se seguono pazienti COVID ricoverati non seguono altri letti. A noi afferiscono chi 1400 chi 1800 pazienti e con ospedali ed ambulatori semichiusi, la possibilità di dare risposte diminuisce e le difficoltà aumentano”. Allora da oggi inizio a chiamarla eroe. “Gli eroi sono altri, niente da dire, ma sentir parlare solo dei sacrifici e degli sforzi dei medici ospedalieri o della provvidenzialità dei colleghi USCA (quando e dove ci sono), per vedere additare i MMG come inetti ed inadeguati, fannulloni, fancazzisti, “tira indietro” e mercenari dopo tutto questo che sta distruggendo famiglia e matrimonio oltre che logorando corpo e spirito, sta un pochino stretto”. E come concludiamo dottore visto che è già l’una del mattino? “Che è meglio che vada a dormire, ho finito presto questa sera nonostante 7 nuovi positivi di oggi”
*USCA Le Unità Speciali di Continuità Assistenziali” sono volte a implementare la gestione dell’emergenza sanitaria per l’epidemia da COVID-19 nell’ambito dell’assistenza territoriale e hanno il compito di gestire a domicilio (consulto telefonico, video consulto, visite domiciliari) i pazienti sospetti o accertati Covid-19, che non necessitano di ricovero ospedaliero.