di RENATO BONA
San Bartolomeo apostolo di Vich e Santa Maria Nascente di Polpet-Ponte nelle Alpi. Sono le due chiese delle quali ci occupiamo in questo servizio, traendo notizie ed immagini dal pregevole lavoro dello storico prof. Flavio Vizzutti, autore del volume “Le Chiese dell’antica Pieve di Cadola” con numerosi documenti di storia e d’arte, voluto nel settembre 1999 (tipografia Piave) di Cadola, Polpet-Ponte nelle Alpi, Col di Cugnan, Quantin nonché dalla Diocesi di Belluno-Feltre, con referenze fotografiche di Giancarlo De Santi di Belluno. Per quanto riguarda la realtà di Vich, l’autore esordisce ricordando che “la chiesuola è stata edificata attorno alla metà del Quattrocento… è dedicata a sant’Antonio abate, è consacrata, dispone di altare e campana ma non del consueto cimitero; ad illuminarla provvede a sue spese un certo Mio da Vich”. Poi richiama il verbale della visita del vescovo Lollino, del 1598, dal quale “emerge la preziosa notizia che il luogo di culto all’interno è quasi completamente affrescato; tra l’altro sopra l’arcata delimitante il presbiterio sono dipinte le immagini della Vergine attorniata dai santi Antonio abate, Nicolò, Giovanni Battista e Andrea”. Un salto di decenni per dire che “la forte scossa tellurica del 1873 “sconquassa la struttura a tal punto da dover procedere al completo abbattimento di quanto è ancora rimasto in piedi”. Nell’anno successivo i frazionisti “con encomiabile forza di volontà, sullo stesso sedime riedificano il tempio (benedetto il 19 giugno dello stesso anno) e nel 1888 Matteo Da Boit a sue spese, erige la cappella di sant’Antonio da Padova (cioè l’attuale presbiterio)”. Vizzutti conclude spiegando che “Da quest’epoca le fonti non indicano più la chiesa con l’antico titolo di sant’Antonio abate ma, stranamente, con l’attuale di san Bartolomeo forse perché dopo il terremoto all’apostolo viene dedicato l’altare minore di destra”. Dal 24 novembre1956 è compresa nella circoscrizione parrocchiale di Col di Cugnan. Opere d’arte: pala dell’altar maggiore, olio su tela135x75 con “Sant’Antonio da Padova” di anonimo del secolo XVII; “Vergine con il Bimbo in glortia tra i santi Antonio abate e Giovanni Battista”, pala dell’altare minore di sinistra, olio su tela 123×70; “Martirio di san Bartolomeo” di anonimo forse del secolo XVII, pala dell’altare minore di destra, olio su tela 92×80. E siamo alla chiesa parrocchiale df Santa Maria nascente di Polpet-Ponte nelle Alpi-. Del vescovo Girolamo Bortignon il decreto di erezione della nuova parrocchia, del 15 dicembre 1948; il primo parroco fu don Fortunato Zalivani, era il 28 agosto 1949. Ma solo il 28 ottobre 1958, “su disegno dell’architetto Giovanni Cecchetto si da inizio alla fondazione della nuova parrocchiale” ed il 29 novembre dell’anno successivo venne inaugurata la nuova spaziosa e funzionale cripta, “nella quale sono ubicate anche alcune salette variamente usate a scopi didattici collegati all’attività pastorale”. L’edificio – ricorda il prof. Vizzutti – “assolve a tutte le necessità sino al completamento del tempio, solennemente consacrato il 19 marzo 1971”. Quanto alle opere d’arte va detto che appartiene alla parrocchiale ma a scopo cautelativo è conservato in altra sede il “Sant’Andrea” di anonimo del secolo XIV; si tratta di una scultura policroma 115x36x21. Di anonimo friulano della seconda metà del secolo XVI la “Madonna della salute” scultura lignea, policroma e dorata 107x53x28, dell’altare della cripta; di anonimo di fine XV secolo il “San Rocco” 73x27x3,5, scultura lignea policroma montata su pannelli, in cripta, come il “San Sebastiano” 73x24x3,56 , stessa collocazione. E’ invece attribuita al bellunese Nicolò de Stefani la “Vergine con il Bambino tra i santi Andrea e Antonio abate, olio su tela 167×116, sulla parete di fondo della cripta. Forse di Marco Vecellio “Vergine, Bambino e i santi Nicolò ed Antonio abate”, olio su tela 185×92; segue un “Sant’Andrea” di anonimo del tardo secolo XVI, olio su tavola ottagonale 61 centimetri di lato, parete di fondo della Cripta. Ancora: “Presentazione al tempio” di anonimo del XVII secolo, olio su tela 132×295 e “Adorazione dei pastori” entrambi nella Cripta. Opera di anonimo del XVII-XVIII secolo “Ecce homo” olio su tela 95×77, sopra la porta di sinistra della sacrestia nella Cripta. Ci avviano a conclusione ricordando: del bellunese Agostino Ridolfi: “Sacra famiglia, sant’Antonio da Padova, san Nicolò e le anime del Purgatorio” olio su tela 188×93, pure nella Cripta-parete di fondo; “Nascita della Vergine” di anonimo del secolo XVIII olio su tela 77×123 porta di destra della sacrestia in Cripta; che precede un “Ex voto (16 aprile1784), olio su tavola, 30×48 pure in Cripta, parete di destra. Ultimo solo in ordine temporale il lavoro di Paolo de Filippi detto “Betto” (1802): “Trinità ed i santi Antonio da Padova e Nicolò”, olio su tela 203×109 nella saletta 5 della Cripta.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Vizzutti) oltre alle opere descritte, immagini interna ed esterna delle chiese di Vich e Polpet).