Vent’anni fa, con una pubblicazione (stampata in proprio) modesta nella forma ma preziosa nella sostanza, l’amministrazione comunale di Vallada Agordina in provincia di Belluno dava succintamente conto dell’emigrazione dalla Valle del Biois dal 1877 al 1900. Il quadernetto era intitolato “San Simon 2000. Ritorno alle origini” ed era stato realizzato in occasione di quello che veniva definito avvenimento storico eccezionale: l’arrivo e il soggiorno dal 27 ottobre 2000 e fino al 2 novembre – nel periodo della ricorrenza di San Simon e della festa paesana a lui dedicata e che maggiormente aggrega le genti della Valle del Biois – di una comitiva di 44 brasiliani per la maggior parte discendenti dagli emigranti che lasciarono per sempre Falcade, Canale, Vallada e San Tomaso per stabilirsi nella colonia di Luis Alves, nello stato di Santa Catarina, alla fine del secolo scorso. E sottolineava che “solo alcuni dei futuri ospiti sono oriundi di altri paesi del Bellunese”. A guidare il gruppo degli ospiti sarebbe stato Helio Micheluzzi, cittadino onorario di Vallada Agordina dal 1999 e presidente della Famiglia bellunese di Jaraguà do Sul nello stato di Santa Catarina; assieme a lui, Iria Tancon che “giunta fortuitamente a Canale nel ’78 grazie alla corrispondenza conservata fra il nonno paterno e la cugina Bortola Tancon (la mamma di Papa Luciani, il ‘Papa bellunese del sorriso’ asceso al soglio di Pietro proprio nel 1978), dopo aver scoperto nei paesi della vallata agordina gli stessi cognomi a lei familiari fin dall’infanzia. Iria Tancon fu la prima ad impegnarsi e prodigarsi perché fra le due comunità riprendessero contatti, sia pure per piccole tappe. Il sindaco dell’epoca di Vallada Agordina, dopo alcune visite della Tancon, effettuò una prima trasferta in terra brasiliana, a Luis Alves, nel dicembre 1994 e poi il 20 aprile 1997 in occasione della solenne cerimonia per ricordare e dedicare una via al vescovo italo-brasiliano Giovanni Battista Costa nel primo anniversario della scomparsa. In quell’occasione erano presenti il primo cittadino di San Tomaso Agordino in rappresentanza del comune di origine del padre del presule, Luigi Costa; intervenne pure il vice sindaco di Vallada Agordina per rappresentare il comune di origine della madre, Speranza Lazzaris. Seguirono altri viaggi, istituzionali o privati ed i rapporti si intensificarono al punto che per il Capodanno 1999 ben 35 valligiani di Falcade, Canale, Vallada e San Tomaso varcarono l’oceano per conoscere lo stato di Santa Catarina. Nell’occasione, all’associazione degli emigranti locale venne consegnato il gagliardetto della “Bellunesi nel mondo” mentre don Angelo Crepaz “con una felice intuizione seppe interpretare il sentire di tutti, chiedendo perdono ai nostri fratelli d’oltreoceano per tanti anni di oblio”. La pubblicazione traccia quindi la sintetica “Storia di una comunità gemella” sottolineando come l’estrema povertà dell’epoca dopo l’annessione del Veneto al Regno d’Italia “rese inevitabile la decisione di emigrare permanentemente in lontane parti del globo per tante persone ormai al limite della sopravvivenza”. Sicché a cominciare dal 1877 e fino al 1900 in ondate successive lasciarono la nostra valle per recarsi in Brasile (e al 99 per cento nella Colonia di Luis Alves nello stato di Santa Catarina) almeno 500 persone”. E fu “Grazie a questa scelta coraggiosa, definitiva ed irrevocabile” che i partenti permisero condizioni di vita più accettabili tali da consentire la sopravvivenza anche a chi restava. La traversata, quando tutto andava bene, durava 30 giorni e una volta scesi a terra, almeno nei primi anni, “i nostri valligiani si trovarono un una vasta zona collinare coperta da fitta boscaglia e… nient’altro! Così col cuore lacerato dalla nostalgia e nella ulteriore consapevolezza che un ritorno era impossibile, essi si accamparono dapprima insieme, provvedendo attraverso la caccia al sostentamento del gruppo e mantenendo il fuoco acceso anche durante la notte per allontanare le bestie pericolose. E quando infine fu distribuita la terra ed iniziò la colonizzazione vera e propria, essi scelsero proprietà contigue, lungo i diversi corsi d’acqua minori, tutti tributari del Luis Alves”. Questa la conclusione: “Oggi dopo oltre cent’anni dall’inizio della colonizzazione, le due comunità nate da due semi della stessa pianta si sono riscoperte e riconosciute. Quella catarinense appare più numerosa, giovane e intraprendente, mentre quella italiana è più anziana, e quasi paga del benessere ottenuto nel dopoguerra grazie al turismo prima e all’industria dell’occhiale poi”. NELLE FOTO (riproduzioni dal “San Simon 2000. Ritorno alle origini”): la copertina della pubblicazione; conferimento della cittadinanza onoraria a Helio Micheluzzi; consegna del gagliardetto della “Bellunesi nel mondo” alla “famiglia Abm” di Luis Alves; passaporto dell’800 per espatriare in Brasile; prenotazione del viaggio su battelli in partenza da Genova; la famiglia Ronchi Isidoro “Oro”; la famiglia Micheluzzi Tiziano “Vaz”; la famiglia Tomaselli “Baudin”; Gaetano Lazzaris “Elene”; Luigi Ronchi e Maria De Lazzer; la chiesa di Santa Luzia nell’omonima contrada; Luis Alves “O Paraiso Verde do Vale”.