DILLO A RADIO PIU’….
Riceviamo da Agordo e volentieri pubblichiamo una riflessione da chi opera nella sanità e ha deciso di non prestare il braccio… al vaccino.
“In questi ultimi periodi vedo e sento diverse opinioni su chi si è vaccinato nei confronti di chi non lo è, nei confronti dei no vax e viceversa. Lavoro nella sanità, non sono no vax, non lo sono mai stata, ma per una patologia autoimmune, sentiti diversi pareri medici non mi sono vaccinata. Da marzo sono a casa, nonostante i miei certificati medici siano stati ritenuti validi, nonostante successivamente sia stata ritenuta idonea ma con limitazioni, nonostante tutto ferma. Nessuno nega tutto ciò che è stato dall’inizio di questa pandemia, che io definisco un incubo. Vorrei però che su queste mie parole qualcuno iniziasse a riflettere, a capire che quella medaglia ha tante facciate che molti non solo non vedono ma nemmeno colgono. Buttati allo sbaraglio all’inizio lottando contro un virus sconosciuto, definiti eroi ad un certo punto. Poi discriminati e messi all’angolo. Ho sempre rispettato le regole, ma stando ferma.. senza un lavoro che amo molte domande sono nate spontanee. Con tutta la prevenzione usata nell’ apice della pandemia, ora quella stessa prevenzione non posso usarla per lavorare, perché? Ora c è bisogno del green pass per accedere al lavoro. Con tutti i tamponi fatti per un anno e mezzo ora non valgono, perché? Troppe incongruenze, e soprattutto non si tratta più solo di una questione sanitaria ma di ben altro. Se veramente volessero preservare la salute della popolazione la prevenzione potrebbe esserci, senza necessariamente privare il popolo della propria libertà. Questa non è più una democrazia. Le persone devono sentirsi libere di scegliere ciò che è meglio per ognuno, e ci deve essere rispetto. E invece senza neanche rendervene conto, ci stanno mettendo gli uni contro gli altri. Ma la medaglia ha tante sfaccettature. Mi auguro che queste parole vi aiutino a diventare più consapevoli della vera realtà che ci circonda.
Lettera firmata