di RENATO BONA
Ida Bortot Pasa, Pierina Manfroi Mezzavilla, Pia De Paris Da Poian, Genoveffa De Nard Pavei, Giuseppe Pavei, Antonio Carlin. Sono le “fonti orali” che hanno fornito elementi preziosi ad Adele Caprani Da Rold autrice dell’interessante capitolo sugli “Aspetti della religiosità popolare nella memoria dei nostri anziani”, parte decisamente non secondaria del libro “Sedico e la sua chiesa” edito (ottobre 1989, stampa tipografia Piave di Belluno, contributo di; Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza e Belluno, Comune di Sedico, Comunità montana bellunese, Parrocchie di Bribano e Roe) a cura della Parrocchia di Santa Maria Annunziata nel cinquantesimo della consacrazione dell’arcipretale. Il 7 ottobre 1989 l’allora parroco don Sirio Da Corte nella presentazione delle oltre cento pagine del libro spiegava lo scopo della pubblicazione, frutto di studi, di alcune ricerche di archivio e di testimonianze orali diligentemente raccolte: “far rivivere e ricordare, soprattutto alle giovani generazioni, quella storia di cui siamo figli ed eredi, perché il passato in qualche modo diventi presente, sia fecondo di ispirazione per il futuro perché quanto più profonde e vigorose sono le radici, tanto più grande e robusto si slancia verso l’alto l’albero della nostra comunità”. Ringraziati quindi i numerosi e preziosi collaboratori, concludeva formulando un augurio; “che la nostra maestosa arcipretale rimanga sempre, anche per gli anni a venire, punto di riferimento insostituibile di una comunità che nella fede dei suoi padri trova alimento e stimolo per un rinnovato e generoso impegno a servizio di una società più giusta e solidale”. E veniamo al pregevole contributo della Caprani la quale ricorda che “La preghiera era quasi sempre collettiva. E’ la comunità che va in chiesa, è tutta la famiglia che recita il rosario la sera e le cantilenanti Ave Marie sono una carezza sull’anima magari inasprita e sul corpo stanco: sono il frusciare del vento fra i rami, il ticchettio della pioggia sull’aia, il coro dei grilli che sale dal fieno tagliato, sono l’anima collettiva della famiglia e della sua terra che si raccomanda a Dio e ai suoi Santi”. Ancora: “Nelle preghiere di un tempo avevano un posto importante le ‘giaculatorie’ tipo: Gesù, Giuseppe, Maria siate la salvezza dell’anima mia”. Rilevanti pure “gli ingenui e commoventi canti in rima, inframezzati di dialetto, che venivano insegnati specialmente dalle nonne ai nipoti”. Per dire che: “Nella grande famiglia dei nostri nonni Dio c’è; entra in ogni aspetto della loro vita e non è molto astratto, anzi è un Dio molto familiare, al quale confidare le proprie pene e affidare la cura dei propri interessi; anche la sua immagine è familiare: il Padre, un vecchio quasi minaccioso con la barba lunga, il Figlio, un giovane dallo sguardo buono, biondo e bellissimo, lo Spirito Santo una bianca colomba che scende dal cielo”. Per Adele Caprani Da Rold “La fede che anima questa religiosità autentica si potrebbe definire ad ampio respiro, come quello del tempo che scorre lento o delle stagioni; vuole placare le forze misteriose della natura, invoca raccolti abbondanti e salute per le persone e le ‘bestie’ (animali). E come nella vita, per concludere ogni affare ci vuole sempre un intermediario; i Santi hanno proprio la funzione di intercedere e farsi garanti presso l’Onnipotente”. L’autrice, che ha fra l’altro proposto anche una interessante serie di testimonianze su: “Quante messe venivano celebrate e chi vi partecipava”, “C’erano gruppi che operavano in parrocchia?”, “Che rapporti avevate col prete?”,”Ricordate qualche usanza ornai caduta in disuso riguardante le pratiche religiose?” conclude così: “Ritengo di aver raccolto solo una piccola parte delle informazioni possibili, quindi l’eventuale contributo degli anziani che volessero esercitare la memoria mi sarà prezioso oltre che molto gradito” e precisa che: “Nel tracciare queste brevi note sul nostro passato mi sono orientata esclusivamente su qualche scorcio di religiosità vissuta, quindi non riferibile a tutta la popolazione, anche se a gran parte di essa”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Sedico e la sua chiesa” e Google): la navata centrale della chiesa di Sedico; don Sirio Da Corte che curò la presentazione del libro; prima domenica di ottobre: processione in onore della Beata Vergine del Rosario; corteo nuziale per un matrimonio degli anni ‘50; anno 1947: iscritti all’Azione cattolica con mons. Luigi Fiori arciprete dell’epoca; processione del “Corpus Domini”; don Riccardo Strim, di Seghe di Villa, novello sacerdote nel 1944; celebrazione nel cinquantesimo della morte di mons. Fiori con alcuni sacerdoti che operarono nella parrocchia di Sedico.