SEDICO Nell’ottobre del 1989, per celebrare il cinquantesimo di consacrazione della chiesa arcipretale, la Parrocchia di Santa Maria Annunziata di Sedico diede alle stampe (con preziose collaborazioni e con il contributo di: Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza e Belluno, Comune di Sedico, Comunità montana bellunese, Parrocchie di Bribano e di Roe) per i tipi della tipografia Piave di Belluno, il libro di 120 pagine “Sedico e la sua chiesa” con copertina della pittrice Annamaria Lovatel Teasani che ha rappresentato tre elementi: “la chiesa come simbolo principale religioso e spirituale e tre personaggi come simbolo di tre generazioni che, nel tempo, hanno partecipato alla sua crescita, non solo materiale, limitata al luogo, ma anche spirituale e quindi universale che racchiude in sé il concetto spazio temporale”. La pubblicazione fu dedicata “a quanti contribuirono a edificare la nuova chiesa”. Il parroco dell’epoca, don Sirio Da Corte, nella presentazione ricordava che “Lo scopo della pubblicazione, frutto di studi, di alcune ricerche di archivio e di testimonianze orali diligentemente raccolte, è di far rivivere e ricordare (che significa far scendere nel cuore) soprattutto alle giovani generazioni, quella storia di cui siamo figli ed eredi” ed aggiungeva: “Vorremmo che il passato in qualche modo diventi presente, perché sia fecondo di ispirazione per il futuro: quanto più profonde e vigorose sono le radici, tanto più grande e robusto si slancia verso l’alto l’albero della nostra comunità”. E concludeva formulando un augurio: “che la nostra maestosa arcipretale rimanga sempre, anche per gli anni a venire, punto di riferimento insostituibile di una comunità che nella fede dei suoi padri trova alimento e stimolo per un rinnovato e generoso impegno a servizio di una società più giusta e ideale”. Seguivano gli indirizzi di saluto: del Comune col sindaco Sergio De Cian, del Vescovo di Belluno-Feltre monsignor Maffeo Ducoli, rivolto alla comunità di Sedico, ed i seguenti capitoli: “La nuova chiesa”, a cura di Anna Maria Claut; “Ampliare o costruire? Relazione tecnica”, a cura di Mario Sossai che curò anche la relazione tecnica sulla costruzione del nuovo edificio sacro e il “computo metrico estimativo delle principali voci”; ancora: “Cronaca della consacrazione e inaugurazione”, a cura di Baldovino Sponga; “Testimoninze sulla costruzione e consacrazione”, a cura di Gianni De Vecchi; “Le opere d’arte della Pieve di Santa Maria a Sedico”, a cura di Sergio Claut; “Ritratto di monsignor Luigi Fiori: suo impegno pastorale e sociale”, a cura di Gianni De Vecchi; “Il dopoguerra nei diari di mons. Luigi Fiori. 12919-1927”, a cura di Egidio Pasuch; “Le antiche origini del Paese e della Pieve di Sedico”, a cura di Gianni de Vecchi; infine: “Aspetti della religiosità popolare nella memoria dei nostri anziani”, a cura dI Adele Caprani. Ed è proprio da quest’ultimo (che si rifà alle fonti orali: Ida Bortot Pasa; Pierina Manfroi Mezzavilla; Pia De Paris Da Poian; Genoveffa De Nard; Giuseppe Pavei, Antonio Carlin) che traiamo alcuni spunti. La Caprani scrive fra l’altro: “Nella grande famiglia dei nostri nonni Dio c’è; entra in ogni aspetto della loro vita e non è molto astratto, anzi è un Dio molto familiare, al quale confidare le proprie pene e affidare al cura dei propri interessi; anche la sua immagine è familiare: il Padre un vecchio quasi minaccioso con la barba lunga, il Figlio un giovane dallo sguardo buono, biondo e bellissimo, lo Spirito Santo una bianca colomba che scende dal cielo”. Ed aggiunge: “La fede che anima questa religiosità autentica si potrebbe definire ad ampio respiro, come quello del tempo che scorre lento o delle stagioni; vuole placare le forze misteriose della natura, invoca raccolti abbondanti e salute per le persone e le ‘bestie’ (animali)”. Ancora: “E come nella vita, per concludere ogni affare ci vuole sempre un intermediario, i Santi hanno proprio la funzione di intercedere e farsi garanti presso l’Onnipotente. Quasi sempre sono Santi poveri, con storie di miracoli, sempre intrecciati a pericoli e disgrazie. Nella devozione popolare il culto delle immagini dei Santi è molto diffuso attraverso i ‘santini’, che vengono appesi alle pareti della cucina e della camera da letto, o custoditi gelosamente fra le pagine del libro da messa”. E poi, una constatazione che è un omaggio al mondo femminile: “Nella trasmissione del senso religioso della vita, la parte essenziale spettava alla donna; a cominciare dai bambini appena nati ai quali la Madre faceva il segno della croce ogni volta che li metteva a letto e poi via via che crescevano insegnava loro le semplici e confidenziali preghiere a Gesù Bambino, alla Madonna, ai Santi. Questa grande donna, sorrette da una grande fede, abituata all’economia esasperata, alla rinuncia, al sacrificio, alla sottomissione, saprà unire alle virtù antiche della nostra gente anche attitudini nuove e più faticose, per sostituire l’uomo quando sarà soldato o emigrante…”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Sedico e la sua Chiesa”) la copertina del volume edito dalla Parrocchia di Santa Maria annunziata; lavori per la costruzione della Chiesa; processione di sabato 7 ottobre 1939 per il trasferimento del Santissimo e delle Sacre Immagini; monsignor Luigi Fiori che fu arciprete di Sedico dal 1919 al 1954; corteo nuziale negli anni ’50 aperto dagli sposi seguiti dai “compari”; prima domenica di ottobre: processione in onore della Beata Vergine del Rosario; anno 1947: Uomini dell’Azione cattolica con mons. Fiori; processione del Corpus Domini; don Riccardo Strim, di Seghe di Villa, novello sacerdote nel 1944; la navata centrale della chiesa di Sedico, oggi.