La Divisione PCL denuncia incongruenze e situazioni critiche, soprattutto nei centri di Treviso, Rovigo, e Belluno. Durante il periodo di picco del “Black Friday”, si registrano gravi inadempienze a Padova, con la manomissione dei dispositivi di sicurezza per garantire la produttività. Nei centri logistici, il personale addetto al recapito senza formazione espone a rischi. Nei PDD, come ad Agordo, le condizioni di sicurezza sono compromesse. La RAM 3 a Padova è accusata di scoraggiare segnalazioni di infortuni. Nonostante segnalazioni e discussioni, l’azienda non ha preso misure adeguate, portando a crescenti tensioni con i sindacati.
AI MICROFONI DI RADIO PIU’ Adriano Musolino (foto) SLC cgil
IL DOCUMENTO
Nella Divisione PCL si stanno continuando a verificare tante incongruenze e storture che sono state molto spesso oggetto di nostre rimostranze durante gli incontri di monitoraggio pre e post partenza dei centri, e ultimamente in occasione della recente periodica del 2023. in particolare ci riferiamo alle situazioni di criticità che continuiamo a registrare nei centri partiti con il progetto di arretramento (spiccano il CL di Treviso , Rovigo e Belluno), e le consuete difficoltà del CS di Padova. Ma l’obiettivo della presente missiva è di denunciare le condizioni di mancata sicurezza che si registrano proprio in occasione del periodo di picco cosiddetto “BLACK FRIDAY”. Registriamo infatti gravi inadempienze presso lo stabilimento di Padova, che per garantire la produttività, si arriva a manomettere dispositivi di sicurezza. Lo registriamo nei CENTRI LOGISTICI, dove continua l’applicazione di personale addetto al recapito (titolari di zone ADB oppure BUSINESS), senza formazione e informazione dei rischi derivanti dallo svolgimento di diverse attività. Lo registriamo nei PDD (quello di Agordo è l’esempio più calzante) dove non vi è nemmeno lo spazio fisico per potersi muovere in sicurezza, fra uscite occluse e impianti elettrici coperti da cataste di prodotto. In questa condizione infortunarsi all’interno dei luoghi di lavoro o durante la gita di recapito diviene un rischio che aumenta esponenzialmente; ma del resto anche su questo stiamo assistendo come la RAM 3 ovvero il CS di Padova, faccia di tutto per scongiurare gli infortuni agendo direttamente sui fatti: si convince il dipendente a non chiamare l’ambulanza, a fare una determinata dichiarazione, a contraddire la denuncia di infortunio presentata dal dipendente all’INAIL. C’è stato un tempo per i monitoraggi, le segnalazioni, le discussioni a cui non è seguito un unico tempo da parte dell’Azienda: mettere in campo le opportune azioni per risolvere e ridurre quanto segnalato. E siccome alla fine della fiera dobbiamo anche assistere a “responsabili” di CD e di STRUTTURE che invece di assumersi qualche responsabilità è più facile aizzare gli animi (già tesi) con un bel
“prendetevela con il Sindacato!”, allora vorrà dire che ce ne faremo carico, ma nei modi e nei luoghi che riterremo più opportuni, perché il tentativo interno all’azienda è fallito, e di certo non per colpa del Sindacato!
ARCHIVIO RADIOPIU
DISAGI POSTALI, DA AGORDO AL TG 3
Agordo, raccomandate che restano ferme per settimane, anche mesi. La denuncia dei sindacati
Un problema che da tempo viene denunciato dagli abitanti. Il sindacato torna a chiedere assunzioni
REDAZIONE Il problema già segnalato alcuni giorni fa è arrivato direttamente in RAI, al TG3 CLICCA QUI
ARCHIVIO RADIOPIU 25 LUGLIO 2023
POSTE, RITARDI NELLA CONSEGNA LA PAROLA AL SINDACALISTA
AGORDO Situazione “scandalosa” e se lo dice un addetto ai lavori e s’alza il coro di protesta dei “postini” la situazione è davvero preoccupante. In tutta la provincia certo, ma soprattutto nell’Agordino dove pacchi, raccomandate, atti giudiziari, sono tutti fermi in “magazzino” in attesa che il personale (quale personale?) lo porti a destinazione. Intanto le telefonate sono continue, c’è chi attende documenti importanti e non se li vede recapitare. L’allarme lanciato da Adriano Musolino, conferma che la cospicua giacenza di raccomandate è causata dalla mancanza di personale. Le colpe dei ritardi non sono certo dei postini, anzi sono loro i primi a preoccuparsi per la marea di documenti in giacenza, perché sono loro che suonano il campanello e ci mettono la faccia.
l’intervista di Mirko Mezzacasa
AI MICROFONI DI RADIO PIU’ Adriano Musolino (foto), SLC cgil