DI RENATO BONA
Più si procede nella lettura-visione e più si resta affascinati da “Selva di Cadore come era (“Selva da nosakàn” in ladino) e dunque onore al merito per l’autore dell’ottimo libro, il selvese amico prof. Don Lorenzo Dell’Andrea, che lo ha dato alle stampe ad iniziativa dell’Union de i Ladiñ de Selva nel novembre del 1993 con la bellunese tipografia Piave. In risposta alle aspettative di molti dopo che nell’agosto 1985 era stata allestita in paese una mostra di vecchie fotografie di paesaggi, case e persone, che ebbe grande successo. Siamo approdati al capitolo “Volti e tradizioni” con l’autore a spiegare che: “… Nelle foto che seguono vogliamo dare uno sguardo all’uomo della nostra vallata e alle situazioni in cui esso si è trovato a prescindere da quelle particolari, quali il lavoro, la scuola, il servizio militare, avvenimenti di risonanza”. E così – secondo Dell’Andrea – guardando i volti dei nostri vecchi, l’eleganza di qualche loro gesto, la foggia del loro vestire, la fissità perduta di uno sguardo, la nobiltà di una fisionomia o l’intensità di una espressione potremo forse cogliere tanti aspetti della personalità dei nostri avi che hanno costruito il nostro presente e che ci hanno lasciato in eredità questo nostro paese”. La prima immagine propone: Geltrude Monico (‘Tude dei Dàdina’, 1878-1975) sul poggiolo della sua casa a Zardin per una breve pausa tra un lavoro e l’altro: casa, stalla, campi e prati…; seguono quella di Maria Callegari (‘Maria de Ernesto’, 1889-1972) “con la ‘skudela da kuaranta’ e i vestiti da lavoro, assieme ad alcuni familiari: a sinistra Teresa Monico in Callegari (‘Teresa de Luca’) mentre mangia il ‘disnà’ ma potrebbe essere la ‘marenda’ (raccolta M. Grazia Callegari); e quella di Giovanna Monico (da destra: Isolina e Teresa Monico nel tipico abito d’un tempo) con alcuni ospiti sulla panca esterna davanti alla ‘ciesa de Trekoi’ e accanto a quella ‘de i loc’; una nota caratteristica di vita familiare e paesana era data dalle panche in legno all’esterno delle case dove uomini e donne si sedevano per mangiare con la scodella in mano, per discorrere, per lavorare o per leggere e, naturalmente, per brevi periodi di riposo.
Il terzetto ci mostra Flora De Mattia (da sinistra), Carmela e Angela Toffoli (‘Angela de Guera’) circa l’anno 1920, davanti al ‘festìl’ di L’Andria carico di fava; sulla fontana i secchi per l’acqua, in primo piano un recipiente di legno (raccolta Iole Lorenzini Monico); e siamo a: “Partenza per il ‘piodek’ a Toffol (apede la ciesa de Iko’): il 10 giugno si stanno riunendo i rappresentanti di ogni famiglia, convocati dal ‘kapovila’ per un ‘piodek’, il lavoro gratuito che veniva (e talora ancora viene) comandato a tutte le famiglie per interventi di utilità comune: sgombero della neve, ripristino di strade, pulitura di boschi e prati ed altri; tutti portano gli attrezzi necessari. Si riconoscono: Lina Callegari Nicolai, Anna Toffoli, Amelio Monico, Cipriano Lorenzini, Enrico Nicolai, Armando Dell’Andrea (raccolta Guido Nicolai). A proposito di ‘piodek’: ‘a palà nef’ sulla strada da Toffol e L’Andria in occasione della eccezionale nevicata di fine gennaio 1976. Amelio Monico, Pietro Toffoli, Omero Nicolai, Rinaldo Nicolai allargano la strada caricando la neve nella ‘benela’ sulla slitta che Orfeo Nicolai si appresta a portare via (foto e raccolta Lorenzo Dell’Andrea).Ed ecco alcuni compaesani di Santa Fosca e Pescul, da sinistra: Tita Brosa, Mansueto Cazzetta, Romano Chizzolin, Giobatta Chizzolin (‘Tita Monek’), Ettore Buogo, Amedeo Lorenzini. Dell’Andrea spiega che: “Gli abitanti dfi Santa Fosca e di Pdesculk formavano la ‘Regola de Pescul’ istituzione antichissima (come del resto le altre 4 Regole di Selva) e benemerita. I regolieri di Pescul ebbero però l’accortezza (forse anche perché più attaccati alle tradizioni) di approfittare delle possibilità di riconoscimenti dell’istituto regoliero offerte qualche decennio fa dalla legge italiana”. Dalla raccolta di Raffaella Dell’Andrea l’immagine di Leto Cazzetta ‘de i Peruia’) con la moglie. In piedi da sinistra: Amalia Cazzetta con il marito Amedeo Lorenzini, Emma Berolo con il marito Attilio Cazzetta, Virginia e Adamo Cazzetta. Tocca a due coppie: Rachele Echer e il marito Angelo De Filippo ‘Keto Lela’ (raccolta Angela Dell’Andrea); Maria Monico (‘sòr de la Tilde de Severino’) con il marito (raccolta Remo Martini); e a due gruppi: quello della famiglia Torre (‘dei Riz’) di L’Andria: Marisa Torre siede accanto al marito Daniele (‘Daniél de i Riz’, 1853-1926), in alto: Primo Torre (‘Pino de i Riz’) e Antonio (‘Tonin de i Riz’), raccolta Pietro Toffoli; ed il gruppo familiare che propone: Rachele Echer De Filippo seduta, nel locale costume ladino, con i figli Arcangelo ‘Sloka’, il più piccolo (1906-1976) e Massimiliano ed Angela De Filippo (raccolta Mario Monico).
Ci avviamo a conclusione di questa prima carrellata di immagini selvesi con quella di Oliva e Costantino Monico (raccolta Maria Dell’Andrea Nicolai) e quella di un’altra coppia: Lucia e Antonio Nicolai (1867-1944) all’inizio del secolo. Mentre la donna è in costume ladino locale, l’uomo veste secondo la moda del tempo (raccolta Maria Dell’Andrea Nicolai). Le ultime due foto ci mostrano, rispettivamente: Rosalia Callegari e Natale Toffoli ‘de i Koda’ (1864-1937), raccolta Carmela Toffoli; e: Antonio Torre con la moglie Santa (raccolta Antonio Torre).
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