BELLUNO All’indomani della notizia dell’operazione condotta dalle Fiamme Gialle del Comando di Treviso in ordine alle indagini e al sequestro di alcuni quantitativi di vino indebitamente venduto come “Prosecco doc”, che vede coinvolta anche un’azienda locale, sulla vicenda interviene l’assessore all’Agricoltura e al Turismo dell’Unione Montana Feltrina Dario Scopel. “E’ evidente che se qualcuno ha tenuto dei comportamenti scorretti, in violazione delle norme e dei regolamenti di produzione, dovrà risponderne; ci siamo sempre battuti a difesa dei prodotti locali, della salvaguardia della loro provenienza e della loro autenticità, e non soltanto in ambito vitivinicolo”, esordisce Scopel. Sgomberato il campo da qualsiasi equivoco, l’assessore dell’UMF tiene però a sottolineare con forza il lavoro fatto dal territorio in questi anni per rivitalizzare e dare serie prospettive di sviluppo ad un settore, quello della coltura della vite, che nel Feltrino rappresenta una tradizione plurisecolare. “Un episodio isolato (le verifiche del caso stabiliranno le responsabilità) non può e non deve gettare discredito su un intero comparto, fatto di piccoli coltivatori che – ancor prima che vinificatori – sono veri e propri custodi di un territorio”, sottolinea Scopel, che aggiunge: “Grazie ad una sinergia virtuosa che ha visto coinvolte le amministrazioni locali, le associazioni di categoria e, soprattutto, gli agricoltori, il Feltrino vive da qualche anno una vera e propria rinascita della vite e in particolare della vinificazione di alcune specie autoctone storiche. E questo, prosegue l’assessore dell’Unione Montana Feltrina, evidentemente per una passione ed un amore della propria terra che molto raramente trova gratificazioni economiche sufficienti, o solo lontanamente paragonabili a quanto avviene in altre zone del Veneto o d’Italia. Basti pensare, aggiunge ancora Scopel, alla grandinata devastante dei giorni scorsi, che per qualche azienda ha significato la fine dell’intera annata. Nel Feltrino, ma anche nel Bellunese, la coltivazione della vite è insomma soprattutto un modo per dare ai territori una manutenzione “di qualità”, guardando sì alle prospettive offerte da un mercato di nicchia, ma anche alle opportunità del turismo enologico, nuova frontiera per far apprezzare le nostre zone in tutta la loro bellezza. Un percorso lento e faticoso per il quale si stanno impegnando in molti e che mi auguro davvero non venga penalizzato dalla vicenda di cronaca di questi giorni”, conclude Scopel.
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