ROMA Le banche continuano a tagliare. Prima Unicredit, poi Intesa San Paolo, poi le Popolari, ora nuovamente Intesa San Paolo. Via dai Comuni, chiusa qualche decina di sportelli dai territori, dai piccoli Comuni, dalle aree montane. Uncem ha ricevuto numerose chiamate dagli Amministratori locali che nei giorni scorsi sono stati contattati dai Direttori di Filiale. Che hanno annunciato la chiusura, loro malgrado. Le banche negli ultimi dieci anni hanno scelto questa via. Non a caso Uncem ha definito un patto con Poste Italiane per portare nuovi servizi. E il Ministro Boccia, nel corso degli Stati generali della montagna dieci giorni fa, ha detto esplicitamente che lo Stato dovrà indurre le “aziende dello Stato” a investire anche dove non è remunerativo. “Non può farlo con le banche che sono private – sottolinea Marco Bussone, Presidente Uncem – Ma come spesso abbiamo detto ai vertici degli Istituti di credito e dell’Abi, potrebbero capire, con la loro lungimiranza manageriale che restare è un segnale di futuro e non è solo una spesa maggiore, un aggravio sui bilanci. Quel presidio è sociale e antropologico. Se gli sportelli, anche piccoli, se ne vanno, la comunità perde. Perde tutto il Paese. E perde il sistema bancario, visto sempre più con sospetto da parti più fragili della cittadinanza, costrette a scegliere altre soluzioni, migliori, che sul territorio ci sono. Intesa San Paolo, Unicredit, altre banche, facciano un esame di coscienza. Ragionino con i Sindaci e con i Comuni. Blocchino i tagli e definiscano con i territori, comunità e Amministrazioni, un patto nuovo. Lo faccia l’Abi per tutti, con Uncem. Blocchi smobilitazione e un pezzo di desertificazione. Ne beneficerà l’intero Paese”. (FOTO Boccia e Bussone).