BELLUNO Il SIULP Bellunese, all’interno dei tavoli di confronto con l’amministrazione e ancora con specifiche note concernenti gli organici, ha invocato l’assegnazione di un medico della Polizia di Stato a questo territorio, da dove manca da diversi anni. Un grido d’allarme ignorato dal dipartimento, impegnato nello specchiarsi della propria elefantiaca burocrazia. Ora la situazione impone determinazioni certe e strutturate. non vogliamo fare inutili allarmismi ma riteniamo che oggi, nella piena crisi pandemica da Covid-19, con un picco che, secondo modelli e algoritmi a disposizione della regione veneto, sarà imminente, non si possa più prescindere dalla presenza del medico del corpo e in tal senso questa segreteria provinciale ieri ha nuovamente scritto al ministero nonché alle autorità provinciali di pubblica sicurezza. Una presenza qualificata che sostenga, monitori e coordini il personale in divisa, asintomatico e non, proprio a fronte delle diverse positività che hanno interessato non uno, ma diversi poliziotti in servizio in questa provincia. operatori che non si sono risparmiati nel loro silenzioso e quotidiano servizio e che con pari dignità affrontano il decorso sanitario. Le donne e gli uomini in uniforme, così come i medici e i sanitari e quelli del soccorso pubblico, sono impegnati con altissimo senso di responsabilità nella delicatissima missione loro assegnata e che, in questo frangente, risulta oltremodo aggravata dal concreto e attuale rischio di essere esposti al contagio per la carenza dei dispositivi di protezione, il cui approvvigionamento è ostaggio di un mercato impazzito con prezzi da sciacallaggio. L’auspicio è che all’assegnazione invocata si sovrapponga un altro provvedimento chiesto da questa sigla: il monitoraggio di tutto il personale dell’helping profession attraverso i tamponi. Un accertamento sanitario che la regione veneto, con delibera della giunta regionale n. 344 del 17 marzo u.s., ha previsto, ma del quale non si è avuto ancora alcun riscontro.