Avrebbe compiuto 20 anni tra qualche mese, a settembre. Originaria di Tai di Cadore viveva ad Igne con la mamma Giulia Zambon e una sorella di 9 anni.
LONGARONE Si spezza il cuore nello scrivere della morte di una ragazza piena di vita, vent’anni alle prime esperienze lavorative, forse alla prima festa dopo un lungo periodo di quarantena. E chi ti tiene a vent’anni. Vanno pesate le parole nel rispetto della famiglia, degli amici, dei conoscenti, di chi nella vita si è scontrato con una morte terribile di un proprio caro, magari proprio un figlio. Silvia Doriguzzi aveva vent’anni, una vita da vivere e la voglia di trascorrere un’estate al lago di Garda tra lavoro e divertimento. Per essere indipendente lontano dalla sua Igne e dai suo affetti, ma anche per un’estate da vivere al ritmo dell’euforia giovanile. Sabato avrebbe dovuto iniziare a lavorare al Bar Filo’ di Peschiera dopo alcuni giorni di prova. Il suo entusiasmo è durato un soffio di vento d’inizio estate. Una festa, un tuffo nel lago prima di scomparire tra le onde, un maledetto destino che ha provocato l’incidente contro quel sasso ed è annegata. C’hanno provato i Carabinieri, ci ha provato un Ispettore di Polizia di Villafranca, c’hanno provato i sanitari a riportarla in vita dopo averla trovata esanime sotto un pontile. Tutto inutile, inutili le procedure di respirazione artificiale fino all’arrivo dei sanitari del 118, inutili le successive manovre rianimatorie, inutile la corsa all’ospedale “Pederzoli” dove forse un lieve battito cardiaco aveva acceso la speranza, inutile anche il tentativo di trasportarla d’urgenza all’ospedale Borgo Trento di Verona. Ora la giovane di Longarone non c’è più. All’ospedale di Peschiera la sua agonia è durata poche ore. Nel tardo pomeriggio l’annuncio del decesso per arresto cardiaco. A Igne la comunità è sprofondata nella tristezza, nel dolore. Non c’è altro da aggiungere se non un messaggio di solidarietà per chi resta e ricorda il suo sorriso contagioso, la sua allegria e chissà quante risate, quelle rimarranno per sempre nei cuori di chi l’ha amata e sui social le testimonianze sono continue: “Voglio ricordarati come ti ho conosciuto uragano di felicità” scrive Marco, per Dana “Certe giornate sono incubi non realtà, eri il sorriso del buon umore”, Tommaso: “Sei stata con noi così poco, ma mi ha sempre colpito il tuo sorriso e la tua voglia di vivere siamo tutti shockati, a vent’anni nessuno merita di perdere queste doti”.
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