“(1350-1416 – Nativo di Belluno, pittore, suo un polittico di S. Bartolomeo già nella parrocchiale di Salce ora conservato a Venezia nelle gallerie dell’Accademia). Così la pubblicazione “Toponomastica di Belluno” edita dal Comune nel 1990, espone la figura dell’artista cui ha intitolato una via: quella che dalla Piazza Santo Stefano giunge al Ponte Nuovo. Nella tabella stradale vi è soltanto – come purtroppo si registra nella maggior parte dei casi – una stringatissima dicitura: “Via Simon da Cusighe”. Dice qualcosa di più nel proprio sito la libera enciclopedia Wikipedia: “E’ la prima personalità nota della pittura bellunese; la sua formazione si compì probabilmente a Belluno tra il 1370-1380 e, come attestano i documenti, la sua bottega svolse un’attività polivalente, versata sia nella pittura sia nell’intaglio ligneo. Tra il 1396 ed il 1397 realizzò, come dal documento di pagamento conservato negli archivi, un grande polittico per il Duomo di Belluno, che è andato però perduto: le motivazioni riportate sono relative solo a lavori di intaglio e doratura. La sua attività di pittore è legata a due sole opere, entrambe firmate: la prima è un polittico rappresentante ‘Madonnna della Misericordia e storie di san Bartolomeo’, del 1394, conservato alla Ca’ d’Oro di Venezia, mentre la seconda è una piccola ancona conservata al Museo civico di Belluno e risalente al 1400 circa. Entrambe le opere sono caratterizzate da una certa ‘bonomia rustica’, evidente nella ingenua narrazione aneddotica, mentre le tecniche pittoriche corrispondono a quelle venete di metà Trecento, con influenze emiliane; hanno invece una influenza limitata le esperienze che si stavano affermando a Venezia e a Padova”. A sua volta il sito enciclopedia online scrive: “Simòne da Cusighe: pittore bellunese (m. prima del 1416); a capo di una bottega dedita anche a lavori d’intaglio, interpretò con modi ingenui e provinciali la cultura veneta trecentesca” (e in proposito cita le due importanti opere delle quali abbiamo scritto sopra – ndr.). Mentre il sito mubel.comune.belluno.it afferma che “La storia dell’arte bellunese ha idealmente inizio con Simone da Cusighe. La sola opera databile di questo maestro è un polittico oggi al museo della Ca’ d’Oro (Venezia) un tempo sull’altare maggiore della chiesa di Col di Salce”. Aggiungendo: “A Palazzo Fulcis si conservano invece un finto polittico rappresentante ‘Sant’Antonio abate tra i santi Giovatà, Gottardo, Bartolomeo ed Antonio da Padova’, più due pannelli recentemente acquisti sul mercato antiquario, appartenenti a uno smembrato polittico e rappresentanti ‘Santa Caterina d’Alessandria e San Giovanni Battista…”. E a proposito dell’opera che era collocata un tempo nella chiesa bellunese di san Bartolomeo di Salce, il sito gruppoalpinisalce.it precisa che “In posizione elevata rispetto alle adiacenti abitazioni e al piano stradale che dalla località San Gervasio conduce verso Sedico sorge la chiesa dedicata all’Apostolo, la cui esistenza è certa sin dal XIV secolo in quanto nei documenti dell’Archivio vescovile di Belluno già da tale secolo si accenna alla circoscrizione ecclesiastica di Salce. La modesta struttura cultuale era però impreziosita da una mirevole tavola d’altare dipinta da Simon da Cusighe nel 1394 (oggi alla Ca’ d’Oro a Venezia). Rappresenta la Madonna della Misericordia o dei Battuti, attorniata da otto scene della vita di san Bartolomeo e venne venduta forse attorno al 1813 ad un collezionista bellunese in modo da rimpinguare il fondo economico che sarebbe poi stato indispensabile per la realizzazione degli estesi interventi di restauro da tempo progettati…”. Ci piace infine ricordare che gli storici Paolo Conte e Marco Perale hanno dedicato un capitolo del loro libro “90 profili di personaggi poco noti di una provincia da scoprire” edito da L’Amico del Popolo con la tipografia Piave nel 1999, alla figura e all’opera di Simon da Cusighe. Partendo dalla considerazione che dell’artista a tutt’oggi ci sono scarse notizie biografiche, affermano che “Alcuni storici dell’arte hanno tentato ripetutamente di stabilire quando nacque e di chi fu allievo convenendo che, con ogni probabilità, nella popolosa frazione di Cusighe vide la luce attorno al 1340 e si formò tra il sesto ed il settimo decennio presso Vitulino da Serravalle. Sulla base di una fonte documentaria antica, attualmente smarrita, pare che nel 1385 avesse miniato un codice. Di certo il suo nome lo troviamo citato negli anni 1386, 1396 e 1307 nel ‘Libro dei Massari del Capitolo della Cattedrale’ di Belluno. I documenti testimoniano dei pagamenti a suo favore per aver miniato le lettere capitali degli statuti, dorato una piccola tavola destinata al bacio della pace e per avere intagliato e dorato una grande ancona (tavola) da porre sull’altar maggiore della cattedrale”. Queste scarne informazioni – secondo Conte-Perale – fanno intuire che il nostro pittore aveva bottega nella quale si eseguivano lavori di intaglio e doratura su commissione… Altre notizie risalenti al 1400 e 1403 lo ricordano rispettivamente quale testimone durante il sopralluogo alle reliquie della cattedrale e parte in causa nel litigio avvenuto durante le nozze della figlia”. Concludono sottolineando che “Non si conosce nemmeno la data della morte, infatti da alcuni studiosi è fatta dubitativamente risalire al periodo successivo al 1414, da altri è indicata prima del 1417…”. NELLE FOTO (Renato Bona, Filckr, archivio fotografico Biblioteca civica di Belluno, Wikipedia, sito beweb.chiesacattolica.it, Pinterest): la tabella col nome di Simon da Cusighe; scorcio di questi giorni della via che gli ha intitolato il Comune di Belluno; la stessa via in altra epoca e vista da una cartolina del 1940 di G. de Marchi; Sant’Antonio abate fra i quattro santi e Santa Caterina d’Alessandria e San Giovanni Battista, ospitati nel Museo civico bellunese; la chiesa di San Bartolomeo di Salche che ospitava il famoso polittico; l’opera di Simon da Cusighe ora accolta a Ca’ d’Oro di Venezia.