INTERNICOLA: DEVE PAGARE. IL COMUNE FA SCATTARE IL PIGNORAMENTO

LA INTERNICOLA HA DECISO DI NON PAGARE, IL COMUNE VERSO IL PIGNORAMENTO

ROCCA PIETORE “Lazzaroni” soltanto uno dei tanti epiteti contro i rocchesani, gli agordini, uscito dalla tastiera della turista bresciana Laura Internicola. Dopo aver diffamato su Facebook la donna era stata condannata in sede civile a un risarcimento di 11 mila euro. Internicola ha fatto sapere di non essere in grado di pagare. Il Comune ha quindi attivato la procedura esecutiva mobiliare per il recupero della totalità delle somme indicate in sentenza. Non può pagare e allora ci sarà il pignoramento.

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BELLUNO «Cerebroleso, così Laura Internicola aveva definito il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones. Il tribunale l’ha multata: 344 euro, il pubblico ministero Gulli aveva prospettato l’assoluzione dal reato di diffamazione aggravata su Facebook per insufficienza o contradditorietà della prova. L’imputata ha chiesto di poter rendere altre dichiarazioni spontanee, nelle quali ha attaccato gli investigatori, la stampa che non perde occasione per sbeffeggiarla e il giudice . Il primo processo finisce con una condanna. Il prossimo il 4 ottobre

LAZZARONI E ASSISTENZIALISTI! LA BRESCIANA RISCHIA 10 MESI DI CARCERE

BELLUNO «Lazzaroni e assistenzialisti» ai paesani di Rocca Pietore. «Falso, ipocrita e pure cerebroleso» al sindaco di Livinallongo, Leandro Grones. La turista bresciana Laura Internicola rischia 10 mesi di reclusione senza attenuanti generiche per diffamazione aggravata e il pagamento di 20 mila euro a Grones (, Pubblico Ministero Sandra Rossi). Il Comune di Rocca e il primo cittadino hanno avviato una causa civile da un milione. Eppure, secondo lei, avrebbe espresso un libero parere, esercitando il proprio legittimo diritto di critica dopo aver visitato i Serrai di Sottoguda devastati dalla tempesta. Non un dubbio di aver offeso e ferito due comunità. Ha dato del pregiudicato a Grones e, sempre a suo dire, a processo ci sarebbe dovuta andare la donna, che ha rilanciato il post incriminato, dopo che era stato cancellato, condividendolo con il governatore Zaia e l’assessore Bottacin. L’avvocato di Grones, Montino, ha tra l’altro sottolineato che i post sono a nome Internicola e non c’è stato furto d’identità. Il difensore Giatti ha chiesto l’assoluzione, contestando le indagini, dopo che la sua assistita non era stata tenera neanche con lui. Sentenza il 4 ottobre.

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