VENEZIA “Ammontano a 404 mila euro i mancati introiti registrati nel triennio 2020-2022, derivanti dal pagamento degli interventi di soccorso nelle montagne venete da parte di chi viene salvato. Un buco pari al 30% del fatturato totale e che vede insolventi tanto i cittadini italiani (per oltre 141 mila euro) quanto quelli esteri (per quasi 263 mila euro). Un problema che va urgentemente risolto”. A dirlo il consigliere regionale del PD Veneto, Andrea Zanoni, che riporta i dati contenuti nella risposta di Giunta ad una sua interrogazione dell’ottobre scorso. “Si tratta di interventi del Soccorso Alpino e Speleologico che, quando il trasportato risulta illeso, sono a carico totale dell’utente. Le cause che determinano l’esigenza di soccorso sono dovute a cadute (36,2%), perdita di orientamento (28%) o malori (11,5%). Mentre, per quanto riguarda le attività in cui erano impegnate le persone soccorse, balza in testa l’escursionismo (50%), seguito da alpinismo, sci in lista ferrate e mountain bike, voci comprese tutte tra l’8 e il 6%”. In conclusione Zanoni ritiene”necessario rivedere i meccanismi di pagamento. Questo prevedendo in primis di imporre un versamento immediato, almeno parziale rispetto al totale ma comunque sostanzioso. In questo modo si riuscirebbe a limitare i danni e a sconfiggere questa forma di evasione”.
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