BELLUNO No ad un ufficio della Soprintendenza in Provincia, lo dice a chiare lettere Vivaio Dolomiti e sono passati pochi minuti dal comunicato stampa a firma del presidente della Provincia. Vivaio Dolomiti così motiva il suo malessere”: “Prima ci mettono i vincoli senza uno straccio di concertazione con il territorio, poi perché si reagisce a questo sopruso allora la Soprintendenza chiede di aprire un ufficio in Provincia. Ma che restino a casa loro, ben distanti dalla nostra provincia visto l’atteggiamento con cui hanno trattato i nostri esponenti durante gli incontri a Roma e viste le risposte date alle nostre osservazioni puntuali e tecniche inviate loro sui vincoli”.
Vivaio Dolomiti ipotizza si tratti di una finta apertura e risponde con un messaggio: “Ritiro immediato del provvedimento e autorizzazione del collegamento sciistico Comelico-Pusteria in tempi rapidi visto che si aspetta da anni. Fatto questo, poi potranno chiedere un dialogo. Prima non c’è nulla di cui discutere”.
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ROBERTO PADRIN DA’ IL BENVENUTO ALLA SOPRINTENDENZA, “OPPORTUNITA’ PER APRIRE AL DIALOGO”
BELLUNO La Soprintendenza chiede stanze a Palazzo Piloni per far lavorare i funzionari a Belluno, una volta al mese da febbraio. Per Il Presidente Roberto Padrin è un’opportunità per aprire al dialogo con il soprintendente Fabrizio Magani e la definisce una novità rispetto al passato. “La Provincia in ogni caso resta a fianco dei Comuni comelicesi e di Auronzo, a servizio del territorio e delle comunità locali» è l’immediata puntualizzazione del presidente che guarda comunque di buon occhio alla nuova richiesta «In questo modo, potranno conoscere il territorio e capire le sue dinamiche. Da sempre lamentiamo il fatto che i funzionari e i burocrati di Roma e di Venezia prendono decisioni senza sapere quelle che sono le realtà, le criticità, e i punti di forza del Bellunese».
Sulla partita dei vincoli che riguardano Auronzo e il Comelico, la Provincia ha avviato l’iter per le tutele giudiziarie, con un apposito ordine del giorno, varato eccezionalmente a Santo Stefano, il 14 gennaio scorso. “Quel provvedimento rimane, perché ce lo ha chiesto il territorio” conclude il presidente Padrin -. I