BELLUNO La Provincia di Belluno dà una mano ai pescatori: viene sospeso per tutto il 2020 il canone di concessione. Di fatto, i 12 bacini di pesca non verseranno nelle casse provinciali le somme previste. «Una misura dovuta – spiega il presidente Roberto Padrin -. È un gesto di vicinanza a una realtà importante per il nostro territorio, che in questo periodo di coronavirus ha subito grossi disagi. Il lockdown e la riduzione degli spostamenti hanno impedito ai pescatori di esercitare la loro attività, con conseguenze economiche fortemente impattanti sulla gestione economica dei bacini, anche a causa del mancato introito delle poste derivanti dalla vendita dei permessi». Il canone, infatti, è dovuto per l’affido in concessione della gestione della pesca sportiva e dilettantistica che rientra tra le materie provinciali. La cifra prevista per il 2020 era di circa 23mila euro, suddivisi tra i 12 bacini di pesca della provincia. «Una piccola somma che per i bacini è importantissima, come è importante per il territorio l’azione di tutela e salvaguardia che i bacini svolgono – afferma il consigliere provinciale delegato in materia di caccia e pesca, Franco De Bon -. La gestione dell’attività alieutica sta risentendo pesantemente degli effetti del coronavirus, ed è ancora alle prese con le conseguenze della tempesta Vaia, che ha devastato i corsi d’acqua. Proprio quest’anno dovrebbe iniziare l’attività di recupero delle popolazioni ittiche, anche grazie all’impegno dei bacini di pesca. Le risorse liberate dal canone di concessione permetteranno così ai bacini di effettuare gli interventi necessari per il mantenimento e lo sviluppo della fauna ittica nei corsi d’acqua della provincia». «Ringraziamo i bacini per l’attività che svolgono sul territorio – conclude il presidente Padrin -. La valorizzazione dei nostri corsi d’acqua e l’attività di pesca sportiva sono valori aggiunti anche in chiave turistica».