TAIBON
Per tutta la Valle di San Lucano ti prende il groppo in gola, fermi le lacrime solo perché la brezza che viene su dal torrente Tegnas ti asciuga gli occhi, così la prima volta, così ogni volta che ci torni. Anche ora, dove alle piante con le radici al cielo e sassi dall’equilibrio improbabile si aggiungono le aree pic nic in abbandono, una semidistrutta, pericolosa perché il Tegnas si è divorato parte dell’area, scivolare è facile soprattutto per i più piccoli. Un ex gioiellino oasi turistica abbandonata a sè stessa, l’erba oltre i 30 centimetri, le zecche proliferano. Imperano solo i pali e le telecamere anti vandali, se funzionano, se i collegamenti hanno resistito lo sanno in Municipio.
I pali della linea telefonica sprovvisti di cavi strappati dal vento sono ancora lì, alcuni interi, i più spezzati, dondolanti, precari. A bordo strada un cavo telefonico volante. “Qui il telefono ogni tanto funziona” ci dicono nell’unica attività rimasta attiva in valle, alla Locanda Col di Pra. La Tim fortunatamente ha coperto la valle dando un segnale nell’emergenza, poteva anche farlo prima è dai tempi del sindaco Loretta Ben e fin dal suo primo mandato 15 anni fa, che si implorano le compagnie telefoniche di dare servizio ad una valle frequentata dove purtroppo non mancano le situazioni di emergenza, difficili da superare senza telefono.
L’ultimo colpo al cuore, lassù dopo il cordiale buongiorno e il sorriso di Sisto e Anna Forcellini. La ditta Bressan scavi in località Cadene ha fatto un gran lavoro creando la pista di emergenza, provvisoria, dunque come tale sarebbe anche giusto che i tecnici dessero una scadenza, come lo yogurt, perché poi diventa indigesta. Sopra il tornante rifatto da Ivan e dai suoi uomini il dramma. Per andare a Pont si attraversa una galleria, di rami, tronchi, alberi ammassati ed intrecciati.