Risale all’aprile del 1986 l’iniziativa dell’allora Istituto storico della Resistenza di Belluno di dare alle stampe con Nuovi Sentieri editore e per i tipi della Panfilo Castaldi di Feltre il libro (disegno della copertina di Alberto Casarotti) di Peppino Zangrando “Spagna grande amore. Volontari antifascisti bellunesi a difesa della Repubblica , spagnola 1936-1939”. Posseggo una copia del libro e a distanza di lustri – avendo nel frattempo conosciuto e stimato Zangrando (che da inviato de Il Gazzettino ho seguito a Bologna dove dal 21 maggio al 7 luglio si celebrò il processo per la Strage nazifascista della Valle del Biois e lui con i colleghi Tandura, Losso, Perale, rappresentava le parti civili, familiari delle vittime); e, ancor prima, da giovanissimo cronista de Il Resto del Carlino fui da lui presentato al parlamentare Giorgio Napolitano, futuro presidente della Repubblica, giunto a Belluno per un comizio) ho deciso di parlarne per rendere il tardivo ma giusto merito all’autore. In apertura, un sintetico ricordo di: Angelo Sbardellotto, da Mel, l’anarchico condannato con sentenza del 16 giugno 1932 dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato, e fucilato l’indomani a Forte Bravetta di Roma per “reato d’intenzione” perché sospettato di aver attentato alla vita di Mussolini. Bernardo Gaio, da Sovramonte, comunista, arrestato dalla Gestapo il 9 agosto 1937 per aver organizzato lo sciopero dei braccianti nell’isola di Nordstrand (Mare Baltico) e internato nel campo della morte di Sachsenhausen. Italo Valesani, da Feltre, antifascista assegnato al confino di Ventotene per due anni dalla Commissione provinciale per il confino di Belluno l’11 ottobre 1935, resosi suicida per impiccagione a Prà Cor di Feltre il 22 agosto 1938. Quindi la premessa di Peppino Zangrando il quale ricorda che “In occasione di un incontro svoltosi nel 1976 presso l’Istituto storico bellunese della Resistenza, fra alcuni volontari superstiti (Dal Borgo, D’Alpaos, De Pasqual e Fontanive) il senatore Piero Dal Pozzo, eminente protagonista della lotta antifascista in Spagna e in Italia, mi consegnò un elenco, una trentina di nomi, di bellunesi impegnati a fianco dei Repubblicani in quella cruenta e sfortunata battaglia per la libertà del popolo spagnolo”. Precisa quindi che di fronte ad un quadro abbastanza confuso e riduttivo della “rappresentanza bellunese” con nomi talora deformati, accostati, a volte solo il cognome, a località d’origine pure storpiate, decise di effettuare una ricerca specifica che “Mi consentì di pubblicare nel numero 9/76 della “Rivista Bellunese” una nota che suscitò un certo interesse. Quell’iniziale indagine portava comunque alla luce decine di uomini di questa provincia, in gran parte proletari emigranti, provenienti da almeno 29 comuni, anche i più lontani e isoalti. Di essi e soprattutto delle loro aspre vicissitudini, delle loro vite sofferte, delle loro morti nella lotta, delle loro solitudini nei campi di prigionia, nelle isole di confino, nelle carceri, di quel loro primo anticipo della Resistenza armata al fascismo, troppo poco sapevamo e il lungo oblio rischiava di travolgere e seppellire ogni traccia di memoria”. Ecco perciò: “Una storia da scrivere” articolata in questi capitoli: Una storia sociale, Una storia politica, Lo sciopero del giungo 1920 in provincia di Belluno, La grande migrazione ed il suo collegamento con il fuoruscitismo antifascista, I volontari antifascisti bellunesi in Spagna, Dopo lo scioglimento delle Brigate internazionali e la caduta della Repubblica, Nella resistenza in Italia e all’estero. Seguono le schede biografiche suddivise per Comune (qui ci limitiamo al mero elenco, e riportiamo la conclusione di Zangrando: “Ci sembra che le biografie di questi volontari debbano essere tratte dal silenzio degli anni e dagli archivi della storia. Se questa fatica riuscirà, anche per poco, in tale intento, la causa della democrazia ne verrà arricchita ed essi non avranno operato e sofferto invanamente”): Arsié: Bassani Alessandro, Brandalise Giovanni, Dall’Agnol Giovanni, Della Dora Alberico, Grande Ernesto; Belluno: Bernard Fioravante, Bortot Alfredo, Colle Francesco, Occulto Attilio, Pegolo Carlo, Buzzo Ermelindo (Armelindo); Calalzo: Pellegrinon Paolo; Castellavazzo: Dal Bo (Dal Bon) Pietro, De Valerio Placido; Cencenighe Agordino: Fontanive Federico, Soppelsa Alberico; Cesiomaggiore: Scarton Ernesto, Vieceli Carlo A., Vieceli Giuseppe; Chies d’Alpago: Chiesura Antonio; Comelico Superiore: Zandonella Golin Sante, Zandonella Necca Amato; Domegge di Cadore: Piazza Alessandro, Vecellio Eugenio; Feltre: Boche Giovanni, Boscarin Luigi, Cecchin Costanzo, Giusti Bruno, Rasera Angelo, Raveane Rizzieri, Susanna (Susana) Alberto, Zanin Gelindo; Fonzaso: Zucco Severino; Lamon: Antoniol Giorgio (Domenico?), Bee Giovanni, Da Rugna Riccardo, Gaio Primo, Malacarne Arturo, Malacarne Giovanni, Poletti Pietro, Tommasi Giuseppe, Tommasini Natale; La Valle Agordina: Fritz Antonio, Fritz Mario, Monego Primo; Limana: Dal Molin Giuseppe, Roncada Luigi, Trevisson Celeste; Mel: Mione Augusto; Pedavena: Bortolas Giovanni; Pieve d’Alpago: D’Alpaos Vincenzo, Dal Borgo Romano; Ponte nelle Alpi: De Pasqual Valeriano; Puos d’Alpago: Piazza Giovanni; Quero: Curto Ervin; Rocca Pietore: Dal Col Emilio, Dal Col Ottavio; San Nicolò Comelico: Costan Zanon Antonio; Santa Giustina Bellunese: Maiero Alberto, Monego Giovanni; Santo Stefano di Comelico: De Zolt Giacinto, De Zolt Gai Luigi; Sedico. De Martin Giovanni, Pandante Giulio; Seren del Grappa: Bof Michele, Rech Ferruccio, Rech Guido; Zoldo Alto: Piva Andrea. Concludiamo con qualche dato su Peppino Zangrando: è nato a Perarolo di Cadore l’8 febbraio 1931; laurea in giurisprudenza nel 1954 all’Università di Padova; per alcuni anni funzionario e dirigente della federazione del PCI di Belluno. Successivamente si è dedicato alla libera professione come avvocato, occupandosi tra l’altro della tutela delle parti civili al processo de L’Aquila per il disastro del Vajont e a quello di Bologna per la strage della Valle del Biois. È stato legale del Comitato nazionale di solidarietà a favore dei partigiani perseguiti per atti di guerra; consigliere comunale e provinciale a Belluno per 5 lustri; ha ricoperto per 7 anni la carica di presidente dell’Ordine degli avvocati. Attivo nell’Anpi e nell’Istituto storico bellunese della Resistenza, è autore anche, fra l’altro, del saggio “Dalla Resistenza al Vajont. Memorie di un militante”.
NELLE FOTO (Archivio Toni Sirena; riproduzioni dal libro “Spagna grande amore”): Peppino Zangrando; con Tina Merlin e Michele Tormen; con Giorgio Bettiol e Toni Dall’Armi, davanti al Manin; la copertina del libro; documenti del caduto Della Dora di Arsiè; il suo certificato di decesso; parte di una lettera d’amore di una madrilena trovata sul corpo di Ernesto Scarton di Cesiomaggiore; certificato della Legione straniera; solidarietà internazionale in un volantino per Pietro Poletti di Lamon; gruppo di brigatisti tra i quali Cecchin di Feltre (in alto a sinistra) e De Pasqual di Ponte nelle Alpi (in alto a destra); 1939: campo di concentramento di Gurs nei Pirenei francesi; Valeriano De Pasqual a Parigi nel 1929.