LE SCUSE DELLO STATO AI SUPERSTITI DEL VAJONT, IL PLAUSO ALLE GENTI DELLE TERRE ALTE CHE SAPRANNO ESSERE DA ESEMPIO DOPO L’URAGANO VAIA.
CLICCA QUI_ discorso del Presidente della Repubblica
foto LUCA ZANFRON
LONGARONE-BELLUNO Alle 10.30 di ieri l’omaggio alle vittime del Vajont da parte del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Si è aperta così la giornata bellunese del Presidente con la deposizione di una Corona al monumento. Al teatro comunale ad accoglierlo un coro di bambini che ha intonato l’inno nazionale. Interventi del presidente della Provincia Roberto Padrin, del Governatore Regionale Luca Zaia e di Robert Thierry Luciani del Centro Meteorologico di Arabba. Zaia ha ringraziato il Presidente per la visita in un territorio duramente colpito: ben 208 i Comuni alluvionati dove è emersa la forza del volontariato. Immancacabile il tema dell’autonomia, l’inizio di un percorso condiviso con tutto il Paese. Per le Olimpiadi in attesa della corsa finale con la Svezia ha chiesto l’aiuto del Presidente della Repubblica. Anche il Presidente della Provincia Roberto Padrin ha avuto parole di elogio per il volontariato, forze dell’ordine, vigili del fuoco, esercito, amministratori.Il messaggio dal mondo della Protezione Civile è stato affidato a Ivo Gasperin coordinatore dell’Ana. Alice e Valerio hanno raccontato i tristi giorni della tempesta.Il Presidente della Repubblica più volte applaudito durante i 15 minuti di intervento ha parlato di una provincia a lui nota per averla frequentata, le Olimpiadi le ha definite un’occasione di grande importanza assicurando il suo sostegno. Il Presidente ha ribadito la sua convinzione che le terre alte sapranno essere esempio di grande valore per tutto il Paese tra genti che non difettano per laboriosità e tenacia. Nel suo intervento richiamando i boschi distrutti dalla prima guerra mondiale ha citato Mario Rigoni Stern e il suo altopiano.
AUDIO SERVIZIO GIORNALE RADIO PRINCIPALE
AUDIO NOTIZIARIO NAZIONALE, IERI ALLE 15.00
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA ROBERTO PADRIN
IL COMMENTO DEL DEPUTATO FEDERICO D’INCA’
IL COMMENTO DEL DEPUTATO DARIO BOND
IL COMMENTO DEL DEPUTATO FEDERICO D’INCA’
La visita del presidente della Repubblica nel bellunese conferma la vicinanza dello Stato a una comunità che è stata d’esempio per tutto il Paese in occasione dell’alluvione dello scorso autunno, e rinnova l’importanza dei temi legati ai cambiamenti climatici. A dirlo è il parlamentare bellunese del Movimento 5 Stelle Federico D’Incà, che ricopre anche il ruolo di Questore alla Camera dei Deputati, in occasione della visita del Capo dello Stato nella provincia di Belluno. “Voglio ringraziare il Presidente per essere stato presente a Belluno – spiega D’Incà – a testimonianza dell’impegno profuso da parte delle nostre comunità durante e dopo l’alluvione. Lo ringrazio anche perché con questa visita dimostra grande vicinanza ad una comunità che è stata d’esempio per tutto il Paese con i suoi volontari, con la protezione civile, con il prefetto Francesco Esposito, con le forze dell’ordine e con tutta la sua parte amministrativa, che assieme ai cittadini hanno lavorato alacremente durante e dopo l’evento calamitoso dello scorso anno”. “Il Movimento 5 Stelle ed il governo hanno già messo in Legge di Bilancio 2 miliardi e 600 milioni di euro per combattere il dissesto idrogeologico – sottolinea il parlamentare – 756 milioni di euro sono destinati al Veneto e quindi al bellunese. Questa è una promessa mantenuta, della quale vado particolarmente orgoglioso e fiero e che aiuterà il bellunese a rialzare la testa in fretta e meglio di prima.” “Mi sono inoltre vicine e mi stanno a cuore le parole di Mattarella sull’ambiente – ricorda quindi il deputato bellunese – perché siamo di fatto davanti a una crisi globale dal punto di vista climatico. Le tempeste e l’alluvione bellunese, e le prossime che purtroppo verranno, ci devono portare a una profonda revisione del nostro stile di vita”. “Dobbiamo combattere l’inquinamento e il surriscaldamento globale, che potrebbero creare nei prossimi anni più morti delle guerre – avverte D’Incà – e che saranno alla base delle migrazioni che avverranno dai Paesi desertificati dell’Africa verso l’Europa”. “Una parola infine sulle Olimpiadi – conclude il parlamentare – si scrive troppo di questo tema, adesso è il momento di attivarsi per convincere i delegati dei Paesi stranieri, ognuno faccia la sua parte, io sono convinto da sempre dell’importanza di questa manifestazione perché ne vale dell’offerta turistica veneta dei prossimi 20 anni”.
IL COMMENTO DEL DEPUTATO LUCA DE CARLO
“Molto positiva la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che oggi a Belluno ha voluto portare il suo sostegno ad una popolazione che ha dimostrato con grande orgoglio non solo di non arrendersi mai ma di essere in grado di risalire in sella senza accusare la caduta ripartendo dalla candidatura alle Olimpiadi di Cortina e Milano del 2026 per cui oggi è giunto anche l’avallo del Presidente. Ho trovato estremamente profondi i ragionamenti che ha fatto in merito ai cambiamenti climatici che inevitabilmente si ripercuoto sulla vita dell’uomo non totalmente incolpevole, ma anche il Presidente ha riconosciuto il grande ruolo che hanno avuto i Sindaci e il volontariato in occasione della gestione dell’emergenza alluvione, però mi preme sottolineare il grande merito che ha avuto il prefetto Esposito che con l’attività di prevenzione messa in campo ha salvato numerose vite umane. Ora messe da parte le commemorazioni dobbiamo lavorare per mettere in sicurezza le vie di comunicazioni, le abitazioni e i luoghi pubblici, consci del fatto che questo richiederà molto tempo e porterà numerosi disagi, ma come nei momenti di emergenza sappiamo anche che i nostri cittadini sapranno comprendere, saranno pazienti e sapranno capire il valore che hanno questo interventi”. E’ quanto ha dichiarato al termine della cerimonia, il Sindaco di Calalzo di Cadore, l’On. Luca De Carlo di Fratelli d’Italia.
IL DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI BELLUNO, ROBERTO PADRIN
Signor Presidente, è per me un privilegio unico e speciale, un grande onore, porgerLe il saluto caloroso e affettuoso della popolazione bellunese che rappresento. Al nostro Presidente della Regione, al Sindaco che ci ospita nella sua città, al Vescovo e a tutti i presenti, estendo il saluto mio personale e della Provincia che ho l’onore di rappresentare. Siamo qui, oggi, perché, quattro mesi fa, eventi atmosferici imprevedibili hanno devastato questo territorio montano recando danni incalcolabili e timori inusuali agli abitanti dell’intera provincia di Belluno. Le immagini dei nostri boschi, delle strade, dei fiumi sono ancora scolpite nelle nostre menti e nei nostri cuori. Ecco perchè il mio primo pensiero va a Sandro Pompolani, deceduto all’interno della propria auto a Feltre sulla quale cadde un albero travolto dalla furia del vento, a Ennio Piccolin inghiottito dalla acque del torrente Focobon e a Valeria Lorenzini colpita da un tronco. Nel mio breve saluto, Signor residente, intendo sottolineare su pochi, ma concreti aspetti che gli eventi dello scorso ottobre hanno messo in luce: l’imponderabilità della pianificazione territoriale a fronte di un nuovo avversario: il climate change, i mutamenti climatici che stanno cambiando il nostro pianeta; la fragilità dei territori montani, in particolare, che collassando trascinano, senza scampo, le aree della pianura ed i relativi insediamenti urbani e produttivi; l’urgenza sempre più pressante di politiche specifiche per la montagna, partendo dagli “Stati Generali della montagna”, da poco insediati, che non dovranno limitarsi ad un momento di confronto, ma concretizzarsi in azioni puntuali ed efficaci. Poco fa siamo stati al Cimitero monumentale delle Vittime del Vajont di Fortogna, il luogo della memoria dove riposano le vittime innocenti di una tragedia che si doveva evitare. L’incontro con i superstiti e i sopravvissuti ha voluto testimoniare che questo Paese non dimentica e che non siamo soli nel dolore. La Sua presenza, Presidente, è sempre un significativo richiamo alla responsabilità di tutte le Istituzioni affinché simili eventi non debbano ripetersi; essa rappresenta un atto di omaggio alle vittime e alle loro famiglie, ma allo stesso tempo valorizza quell’ineguagliabile patrimonio di solidarietà che sbocciò fra le genti d’Italia e la popolazione colpita dalla tragedia. Quell’omaggio, riconosciuto anche dal Parlamento Italiano il 9 ottobre con l’Istituzione della “Giornata nazionale della memoria dei disastri naturali e industriali causati dall’incuria dell’uomo”, che chiediamo possa diventare veramente un monito universale. Oggi al Capo dello Stato, all’uomo Sergio Mattarella, rendiamo il più sentito ringraziamento per questa visita, segno di vicinanza e profonda solidarietà ad una Provincia fragile ma con una straordinaria dignità che, nell’ottobre scorso, ha tradotto in realtà, forse, per la prima volta dopo quasi 56 anni dal Vajont, una lezione a questo territorio, insegnando qualcosa di importante. Si è cominciato a fare prevenzione, seriamente, ed allora ecco che mi corre l’obbligo davanti a Lei, Signor Presidente, ringraziare quanti si sono prodigati in quelle giornate così drammatiche a compiere delle scelte difficili, ma di grande responsabilità che hanno contribuito a salvare quelle vite umane, che il Vajont invece si è portato via: il nostro Prefetto, l’Unità di crisi coordinata dalla Regione Veneto, le forze dell’ordine di ogni genere e grado, i Vigili del Fuoco, la Protezione civile nazionale e locale, l‘Esercito, il mondo del volontariato, i miei colleghi sindaci, tutti insieme abbiamo contribuito ad evitare che questo disastro si trasformasse in tragedia. A tutti loro va il nostro più grande GRAZIE! A tutte queste persone che si sono prodigate con abnegazione insieme ai cittadini bellunesi e delle altre Province colpite, a rialzarsi il giorno dopo dimostrando al Paese una straordinaria forza di volontà che da sempre contraddistingue la nostra Italia e che non ha eguali quando si tratta di correre in soccorso a chi ha bisogno. Sono questi i valori che ci devono rendere orgogliosi e che dobbiamo trasmettere ai nostri giovani affinchè comprendano cosa significhi aiutare il prossimo. Questa nostra Provincia ha dimostrato una volta di più la propria fragilità che ne ha minato la bellezza incontaminata di un territorio parte del quale è stato riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Una Provincia che ha trovato tante mani pronte a farla ripartire e oggi siamo qui a dirle, caro Presidente, grazie di esserci, grazie di esserci vicino come ci sono vicine le Istituzioni pronte a stanziare risorse preziose per la ricostruzione. Ma da qui, anche oggi, non mi stanco di invocare l’attenzione verso la sicurezza dei territori in cui viviamo, affinché non ci si debba trovare ancora a declinare altri dolori, per superficialità, omissioni, se non addirittura spregiudicatezza. Non possiamo permetterci di rimanere impotenti spettatori di tragedie che tolgono i figli alle proprie madri e madri ai propri figli. Ecco perchè è necessario rafforzare l’autonomia specifica, le funzioni proprie e le possibilità di autogoverno di una Provincia totalmente montana di confine che deve poter gestire con responsabilità i bisogni peculiari e le risorse ambientali del proprio territorio, contando ovviamente anche su un supporto mirato di Regione, che da sempre sosteniamo con forza nel percorso autonomistico, e Stato. Vado a concludere appellandomi alla sensibilità del Presidente della Repubblica affinché, presa visione delle problematiche esposte in questa sede, si erga a garante, quale egli è, vigili ed accompagni le nostre richieste di attenzione verso territori che non chiedono meramente interventi finanziari, oltre al dovuto, ma, anzitutto, libertà di governo nel segno della conoscenza, del senso di responsabilità e nella visione di sviluppo che hanno sempre dimostrato. La ringrazio, a nome di tutti gli amministratori locali, dei cittadini che avrebbero desiderato ringraziarLa, uno ad uno, degli operatori economici e delle forze sociali bellunesi, per l’attenzione dedicata alla montagna e alle sue genti e, soprattutto, per questa straordinaria Sua presenza. Grazie, Presidente.
IL DISCORSO DEL SINDACO DI BELLUNO JACOPO MASSARO
Stimato Presidente, ho l’immeritato onore non solo di accoglierla, ma, nel farlo, di preservare nel tempo la memoria del tributo che tanti bellunesi, qui e all’estero, per guerra o per emigrazione, hanno versato al proprio Paese. E’ con sentimenti di sincera gratitudine e di profondo orgoglio che Le porgo il saluto dei Cittadini di Belluno. Il sentimento di gratitudine Le è rivolto perché – a distanza di 16 anni dalla visita del Presidente Ciampi – il massimo garante della nostra Costituzione torna a Belluno. E per noi nulla può essere più gradito: la nostra Città è Medaglia d’oro per la lotta di liberazione dall’oppressore nazista e, proprio per tale circostanza, particolarmente affezionata alla carta costituzionale e alle Istituzioni repubblicane. Il sentimento di orgoglio è legato alla nostra natura di gente di montagna: siamo abituati a rifuggire dalla ostentazione, siamo miti d’animo perché rispettosi del prossimo, e ci siamo rimboccati le maniche in ogni occasione, lavorando per la nostra e l’altrui Comunità, nelle tragiche circostanze: sia che fossero originate degli eventi meteorologici – come avvenuto lo scorso ottobre -, sia che fossero il risultato della mano dell’uomo, nel passato e purtroppo anche recentemente. E non possiamo che essere orgogliosi, dunque, di ospitare tra noi un Presidente esempio di mitezza d’animo, di silenziosa laboriosità e di impegno per le Istituzioni, che rappresentano la Comunità. Una persona che nel nostro piccolo sentiamo tanto assomigliarci, pur partendo da terre a noi geograficamente tanto lontane. Qui fuori ad aspettarla – e qui sul palco – ha incontrato tanti bambini e tanti ragazzi. Belluno è esempio di una Comunità inclusiva ed incline a lavorare per il futuro, che non considera i propri giovani “cittadini di domani”, bensì protagonisti di oggi: hanno diritti, legittime aspettative, ma anche doveri e responsabilità. Sono il nostro orgoglio e il centro della nostra attenzione. Li abbiamo voluti protagonisti di questa sua visita, affinché conoscano il Capo dello Stato di cui fanno parte e ne colgano la solennità nel rappresentarci e tutelarci tutti, indistintamente. A loro affidiamo la nostra Città, la nostra Europa e le nostre Istituzioni, ma anche la rielaborazione dei nostri errori, passati e presenti, affinché, ancor meglio di noi, costruiscano il proprio futuro. E la Sua presenza ci aiuta immensamente proprio in questo, imprimendo in loro un indelebile ricordo dell’importanza delle nostre Istituzioni, della nostra Carta costituzionale e delle nostre responsabilità..E di ciò La ringrazio, di cuore, a nome di tutti. Viva la Costituzione Repubblicana, Viva l’Italia!
L’UNCEM COMMENTA LE PAROLE DI MATTARELLA
“Ancora una volta, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha invitato il Paese a prendere atto che la montagna è ‘una grande questione nazionale, assieme a quella di tutte le aree interne‘. Oggi a Belluno, il Presidente ha spinto tutti, dalle Alpi, a una rinnovata riflessione sul ‘tema delle risorse naturali del nostro Paese, della loro tutela, della garanzia ai cittadini della sicurezza dei territori‘. Sono parole molto importanti, in particolare a seguito del disastro avvenuto con la tempesta Vaia, analogo a quelli successi in molte altre aree montane italiane in occasione di calamità, dissesto, incendi boschivi, altre emergenze. Le tragedie ambientali sono ormai cicliche. Ma non vogliamo, non dobbiamo certo farci l’abitudine. Vogliamo fare prevenzione, guidare Enti locali e soggetti privati verso una nuova cultura della protezione civile. Oggi il presidente è stato chiaro, in particolare ricordando le vittime del Vajont: ‘Il rapporto con la natura – ha detto Mattarella – è fatto di rispetto degli equilibri dell’ecosistema, pur se l’umanità ha dimostrato una costante propensione a misurarsi quotidianamente con i limiti conosciuti. La civiltà montana ha saputo confrontarsi con questi limiti e svilupparsi per millenni, in una competizione quotidiana con condizioni di vita non facili, ma ben inserita in questi ambienti, senza stravolgerli‘. ‘Sono convinto che – ha proseguito Mattarella – ancora una volta, dalle “Terre alte” saprà venire un esempio di grande valore per tutta la nostra comunità nazionale, frutto del patrimonio di civiltà accumulato nei secoli dalle genti di montagna‘. Deve essere così, ne siamo certi. Questo ennesimo intervento sulla e dalla montagna del Presidente Mattarella, che ringrazio a nome di tutta l’Uncem, deve essere il monito definitivo per la politica, per tutti i nostri Enti, per il Parlamento e il Governo affinché mettano in moto azioni concrete, investimenti, nel concretizzare pienamente l’articolo 44 della Costituzione. Ne abbiamo grande bisogno”. Lo affermano il Presidente Uncem Marco Bussone, insieme con Presidente Uncem Veneto Ennio Vigne e i membri di Giunta nazionale Flaminio Da Deppo e Galdino Zanchetta, oggi uniti al Presidente Mattarella a Longarone e Belluno. Il discorso del Presidente della Repubblica di oggi non lascia spazio a interpretazioni. L’ultima parte dell’intervento, dopo aver ricordato le tragedie ambientali e le vittime del Vajont, è particolarmente significativa per costruire nuovi percorsi virtuosi, con tutto il sistema-montagna, a partire dagli Enti locali, in una dimensione europea: “Il territorio del nostro Paese – ha detto il Presidente Mattarella a Belluno – è fragile e le conseguenze dell’abbandono dei territori, verificatosi sulle Alpi e sugli Appennini, vengono pagate, a caro prezzo, da queste zone ma anche dagli insediamenti urbani e produttivi in pianura. Occorre proseguire sulla strada di iniziative per la salvaguardia degli assetti idro-geologici. Queste iniziative sono state ampiamente delineate dal Parlamento in questi decenni ed è necessario un impegno condiviso delle istituzioni ai vari livelli per svilupparli e attuarli concretamente. La tutela ambientale e idro-geologica è amica delle persone, ne salvaguarda la vita e difende così il futuro delle nostre comunità, accompagnata, come deve essere, da un uso razionale e sostenibile delle risorse esistenti nell’area. Il rilancio di una politica per la montagna e le popolazioni che la abitano va non solo nella direzione della effettiva affermazione della eguaglianza fra i cittadini della Repubblica, ma rappresenta una sfida per il recupero pieno di aree abbandonate o sottoutilizzate, preziose per il processo di crescita dell’Italia. È una consapevolezza che trova diffusione anche a livello continentale, confermata dalla collaborazione nell’ambito di “Euregio senza confini”, della Regione Veneto, di quella del Friùli-Venezia Giulia, con il Land della Carinzia. Quest’anno, inoltre, sarà esercitata dalla Lombardia la presidenza di Eusalp che costituisce, sin qui, l’ambito più ampio di cooperazione tra Regioni, Stati e Unione Europea in tema di montagna. Rimane ancora molto strada da fare per un più incisivo impegno delle istituzioni comunitarie in argomento, né, sul tema della montagna, può essere considerato esaustivo il riferimento all’art.174 del Trattato sul funzionamento della Ue. Ripristinare la buona salute di un territorio – come qui si sta provvedendo a fare – richiede laboriosità e tenacia, qualità che non difettano certo alle popolazioni di queste terre. Esaurita rapidamente la fase dell’emergenza con il generoso contributo del mondo del volontariato, evocato qui da Ivo Gasperin, le ragioni del recupero, per non provocare alterazioni permanenti e gravi nel tessuto del bosco, si sono fatte imperiose, con il ritorno della buona stagione. È bene ricordare che la Prima guerra mondiale aveva prodotto devastazioni immani nel Triveneto, anche sul piano ambientale. Con impegno, in quel dopoguerra, misero radici importanti foreste e boschi divenuti “della memoria”. Sono quelli oggi duramente colpiti, così come quelli sull’altipiano tanto caro a Mario Rigoni Stern, che ha narrato le bellezze di queste montagne. Appartiene alla vocazione del nostro popolo saper esprimere saggezza, fermezza e industriosità nei momenti più ardui, ed è una tradizione forte della gente di queste contrade. Sono convinto che, ancora una volta, dalle “Terre alte” saprà venire un esempio di grande valore per tutta la nostra comunità nazionale, frutto del patrimonio di civiltà accumulato nei secoli dalle genti di montagna“.
ALICE E VALERIO RACCONTANO I TRISTI GIORNI AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA
LA VISITA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, IL RACCONTO DEI RAGAZZI DI ROCCA PIETORE, IL DISCORSO DEL PRESIDENTE A CHI ABITA LA MONTAGNA.