BELLUNO Mentre è ancora tutta da completare – almeno per quanto riguarda le erogazioni concerete ai beneficiari – la partita dei ristori economici alle imprese e agli operatori (vedi maestri di sci) del turismo invernale per la stagione passata, nubi pesantissime si affacciano anche su quella appena iniziata, che pure sembrava partita sotto auspici decisamente migliori. “L’allarme che va montando in questi giorni tra gli addetti al settore è palpabile e i rischi di trovarsi difronte ad una situazione ancora peggiore rispetto a quella dello scorso inverno si fanno purtroppo ogni giorno più concreti”, sottolinea il coordinatore provinciale di Forza Italia Dario Scopel, che aggiunge: “Il motivo è dettato dal fatto che alberghi, ristoranti, impianti di risalita e, in generale, tutti gli operatori del turismo invernale, si sono impegnati quest’anno con investimenti anche robusti, sia in infrastrutture che in personale, per poter essere pronti alla stagione che doveva essere della ripartenza dopo il black out totale del 2020-2021. Ora però, anche alla luce delle pesanti nuove incertezze legate alla diffusione della pandemia, tutto questo rischia di svanire in una bolla di sapone, lasciando sul campo danni enormi, ben maggiori di quelli dello scorso anno!”. In questo senso Scopel fa proprio l’appello lanciato in queste ore dall’’UNCEM, l’Unione Nazionale dei Comuni Montani, sia per voce del presidente nazionale Marco Bussone, che di quello veneto Ennio Vigne. “La politica nazionale e regionale si attivi immediatamente per dare certezze ad un intero comparto che, in particolar modo per il Bellunese, rappresenta una delle spine dorsali dell’economia locale e non solo. In che modo? Prevedendo già da subito un sistema di ristori che possa entrare in funzione, in base a determinati parametri, in tempi rapidissimi e non a distanza di molti mesi come accaduto per la stagione passata. L’analisi – incalza il coordinatore azzurro – è piuttosto semplice: qui si rischia il collasso totale. Dopo una intera stagione completamente persa e gli investimenti fatti per poter ripartire, altri mesi di immobilità, anche se non totale, costituirebbero pe ril settore una mazzata tremenda, con la concreta possibilità che più di qualche azienda si veda costretta a chiudere definitivamente. E i numeri di questi giorni non sono certo rassicuranti: dopo il promettente inizio di dicembre, alberghi e ristoranti stanno ricevendo in questi giorni centinaia di revoche e disdette, collegate ai timori per la nuova ondata della pandemia. E a poco servono, in questo clima, rassicurazioni di massima sul fatto che si potrà lavorare: le famiglie hanno paura e restano a casa. Il Governo e la Regione, per quanto di competenza, intervengano immediatamente con strumenti normativi e finanziari vigorosi, in grado di tutelare, se necessario, la montagna e il suo turismo da subito. Immaginate in che condizioni ci potremo presentare all’appuntamento olimpico del 2026 se l’intero comparto verrà massacrato da questa situazione?”, conclude estremamente preoccupato Scopel.
*****