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Nel libro “Stai Fuori!”, Alessandro Foti analizza l’emigrazione di giovani laureati italiani verso l’estero, attratti da migliori opportunità lavorative, e contrasta questo fenomeno con l’immigrazione irregolare, spesso caratterizzata da mancanza di competenze.
“Stai Fuori!” è un interessante libro di Alessandro Foti, immunologo al Max-Planck-Institute di Berlino. L’autore racconta, sulla base della sua esperienza, ’emigrazione di italiani che, specie dall’ultimo decennio, ha coinvolto una percentuale sempre più importante di giovani “cervelli”, per lo più laureati, verso l’Europa, ma non solo. Stipendio adeguato, possibilità di degna realizzazione lavorativa, opportunità di avanzamento basata sulle proprie capacità. Questi sono i motivi che li spingono ad abbandonare il Bel Paese. Si, proprio abbandonare, perché alla fine ben pochi rientrano. Per fare una battuta, restano qui i Neet (giovani che non studiano né lavorano), e i frequentatori dei numerosissimi talent show). Un dato che non appare nel libro è il costo che le famiglie sopportano per la preparazione dei figli, fino alla laurea. Gli istituti di ricerca specializzati lo posizionano tra i 140.000 e i 175.000 €. Terzo in Europa, dopo Spagna e Irlanda! A questo aggiungiamo quanto spende lo Stato per mantenere le strutture competenti (istituti scolatici, insegnanti, professori, ecc.). Il “Sole 24 Ore” lo stima per il 2024 in 79 miliardi.Per contro, c’ un’immigrazione di cui abbiamo estremamente bisogno, dato che i nostri giovani, per motivi più o meno evidenti, non gradiscono fare lavori modesti o pesanti, ma onesti, dei quali le aziende sono alla spasmodica ricerca. Proviene dai Paesi “in via di sviluppo” (politichese per “poveri”), che nella stragrande percentuale di casi avviene illegalmente e pericolosamente (quante decine di migliaia di morti solo nel tragitto Africa – Italia!), ed è composta, spiace dirlo, ma è la verità, da una umanità a bassa scolarità, di limitata, se non nulla, capacità lavorativa, della quale non conosciamo generalità, età, precedenti. Un’immigrazione che per l’Italia ha costi immediati e futuri enormi. Si considerino la ricerca in mare della Guardia costiera e di Finanza, i centri di accoglienza, la successiva ricerca di alloggi, almeno fino alla auspicata raggiunta autonomia lavorativa, Non ultima una costante attenzione a fenomeni delinquenziali di quelli che restano ai margini della società. Come non ne avessimo abbastanza da parte dei nostri nativi. Immigrazione che ingrassa la malavita nazionale ed estera e le imprese senza scrupoli, alla quale si potrebbe porre fine aprendo finalmente centri di reclutamento regolare nei nostri consolati ed ambasciate nei paesi di provenienza.Ma, allo stato attuale, mi sento di dire che, mutuando il titolo di un libro assai noto, siamo riusciti a realizzare “un mondo al contrario”.