Il compianto Augusto Murer, pittore e scultore falcadino universalmente noto ed apprezzato, è uno degli illustratori (sugli altri torneremo in altra occasione), con la copertina e sei lavori, del libro “Storia breve dell’Agordino”, del prof. don Ferdinando Tamis, anch’egli nativo della terra agordina. Il volume è stato stampato nella Pasqua del 1989 dalla bellunese tipografia Piave e dedicato dall’autore “alla famiglia e alla scuola”. La presentazione è stata a cura di educatori e alunni del bellunese Seminario Gregoriano, ricordando che Tamis “è lo stesso autore dell’opera in 6 volumi ‘La Storia dell’Agordino’ pubblicati dal 1978 al 1987” e spiegando che la Storia breve fa conoscere in maniera agile e sintetica la lunga esperienza di tradizioni sociali, politico-amministrative e religiose di questa considerevole parte della provincia di Belluno”. Infatti – proseguono – la gente che la abita, nello splendido scenario delle Dolomiti, di cui molto si è parlato nell’anno centenario degli studi del Dolomieu, ha una storia millenaria che merita di essere studiata e offerta alle nuove generazioni, più ancora che non la storia delle sue montagne, o almeno insieme con lo studio dell’ambiente naturale. In questa storia infatti si rileva come la gente agordina, con altre comunità alpine, si è temprata il carattere partecipando all’evolversi della civiltà europea, ma soprattutto costituendo e conservando forme di vita comunitaria ben radicate e armonizzate con l’ambiente. La conclusione: “Mentre in tutto il Triveneto le Diocesi si preparano al convegno che studia le radici cristiane della cultura e civiltà delle nostre popolazioni, quest’opera del prof. sac. Ferdinando Tamis invita giovani e famiglie a conoscere la cultura romano-cristiana, nel modello ben caratterizzato e variegato sviluppatosi nella nostra terra. E’ un patrimonio che va conosciuto per comprendere la nostra gente nella sua vera anima, quella che non può essere rilevata dalle statistiche, capace anche oggi di perseguire i valori di una vita comunitaria, splendidamente espressa nel passato”. Il pregevole volume del prof. don Tamis è articolato nei seguenti capitoli, che a nostro avviso dovrebbero essere in grado di soddisfare appieno ogni curiosità del lettore: “Fra secoli e millenni” (La leggenda, La protostoria, La tradizione, La cronaca); “La Pieve rurale” (I chierici, I laici, Il popolo, Lenta evoluzione, Curiosità); “Il dominio vescovile” (I longobardi, La donazione di Berengario, La corte vescovile); “Il Comune rurale” (La borghesia, La rivoluzione dei militi, La Magnifica comunità di Agordo, Le parentele); “La signoria degli Avoscano” (La famiglia, La rivolta contro Belluno, Nuove conquiste, Giacomo Avoscano, La fine); “Le dominazioni straniere” (Dominio dei Carraresi, I duchi d’Austria, I Visconti, Costumi); “Sotto il dominio veneto” (Il partito guelfo, Prima dedizione a Venezia, Gli Ungheri, Seconda dedizione a Venezia); “Indice di sviluppo” (Le miniere di Valle Imperina, La navigabilità del Cordevole, Le strade, Un ordine nuovo); “Calamità” (L’incendio del 1430, la morte di Bartolomeo Miari, la guerra con la Germania, La Lega di Cambrai, La peste, L’incendio del 1635, Il banditismo, la “boa” di La Valle, Il lago di Alleghe); “La Rocca di Pietore” (il Castello, La comunità della Rocca, La congiura dei guelfi, Con i bellunesi per sempre, Gli Ungheri, Il dominio veneto, Un caso limite, Una data storica, Un fatto di sangue, La vertenza con il Vescovo, Rivendicazioni, Piccola cronaca, La fine); “Tempi nuovi” (I francesi, La repubblica cisalpina, Gli austriaci, La sommossa dei villici, L’armata d’Italia, Il regno d’Italia, La spedizione Peyri, I nostri soldati con Napoleone). Nell’impossibilità di entrare nel merito dei singoli argomenti proposti, tutti di notevole interesse, concludiamo partendo dall’inizio: il capitolo primo si apre con un distico dedicato “ad un ragazzo”; eccolo: “La tua famiglia ha dei ricordi che non devono essere dimenticati. Il tuo paese ha tradizioni che vanno rispettate e sono fatte per educare, il tuo popolo ha una civiltà che lo distingue dagli altri popoli. Tu non lascerai perdere i ricordi della tua famiglia e rispetterai le tradizioni del paese nel quale vivi. Soprattutto dovrai amare la civiltà del popolo al quale appartieni. Solo così, quando avrai in mano questo libro, dimostrerai di comprendere la Storia del tuo paese, che non offre per te vasti orizzonti che dinotano un passato drammatico e glorioso, ma ha questo di buono, che si svolge con un metodo di lenta e prudente evoluzione, consolidando ed arricchendo il patrimonio acquisito attraverso molte generazioni”.
NELLE FOTO (sito del Museo Murer; riproduzioni dal libro di don Ferdinando Tamis): l’autore di “Storia breve dell’Agordino”, prof. don Ferdinando Tamis; la copertina del volume con il disegno “Donna della montagna”; il maestro Augusto Murer (con il figlio Franco, anch’egli valente artista, ripresi nello studio-museo di Molino di Falcade); “Ricordi d’infanzia” del 1984; “Fabbricatore di gerle”, stesso anno; “Volto d’operaio”, del 1961; “Contadina” del 1984; “Maniscalco”, del 1975; “Lavori campestri”, del 1984, tutti disegni di Augusto Murer ad illustrare (con altri autori) il libro di Tamis.