BELLUNO Nel settembre di trent’anni fa veniva stampato dallo stabilimento tipolitografico “Panfilo Castaldi” di Feltre un volumetto di 84 pagine dal titolo: “I Comuni della Provincia di Belluno Storia e Simboli”. L’iniziativa dell’amministrazione comunale del capoluogo di Provincia, Belluno, era stata portata avanti dall’assessorato all’urbanistica guidato da Edoardo Bristot il quale, nella presentazione del libro, premesso che “Sono trascorsi quasi duecento anni da quando Belluno, che in precedenza era sede di un distretto governato attraverso l’esperienza dei nobili, è diventata capoluogo di una provincia” ricordava che “Gli ingegneri della burocrazia napoleonica fecero confluire in tale nuova figura amministrativa altre aree che avevano alle spalle una storia, individuata da distinte esperienze, parimenti aristocratica, quella di Feltre, e democratica invece quella del Cadore…”. E aggiungeva: “I segmenti di storia che si sono succeduti in questo arco di tempo, hanno rilevato il progressivo acquisto d’importanza di Belluno non soltanto come centro burocratico e istituzionale ma anche come luogo in cui si svolgono le funzioni di servizio a favore dell’intero comprensorio e di cerniera attrezzata tra le zone in quota e quelle del fondovalle. In tale senso il ruolo di Belluno capoluogo è cresciuto e si è sviluppato accentuando i caratteri della sua importanza anche sul piano culturale”. E concludeva: “Così’, nell’affidare alla comunità cittadina e provinciale la nuova struttura rappresentata dalla Fontana di Piazza dei Martiri, l’Amministrazione comunale ha inteso sottolienare tale aspetto di centro urbano a disposizione delle vallate che vi convergono e che, nelle loro autonomie storiche, riconoscono ora in Belluno un insostituibile valido referente”. Con la collocazione in rilievo degli stemmi municipali dei 69 Comuni, l’arredo urbano di Belluno si è arricchito di una raffigurazione suggestiva che deriva da tale prospettiva e dunque, rispecchiando una realtà effettiva unisce nell’attualità storica e nelle prospettive del futuro, “l’ampio e vario contesto delle istituzioni locali che condividono col capoluogo la responsabile gestione e promozione degli interessi generali”. La pubblicazione era stata realizzata col contributo della Cassa di Risparmio ora Unicredit, e la collaborazione dei Comuni per il reperimento dei vari simboli, del direttore de Il Gazzettino, Giorgio Lago, e del giornalista Fiorello Zangrando, riproduzioni fotografiche di Guido Fiabane (opportunamente si ricorda che la fusione in bronzo degli stemmi per la fontana – la cui ristrutturazione era stata curata dall’architetto Sergio Rigo – fu della fonderia Bridda Armando) contestualmente ad una mostra pure organizzata e coordinata dalla ing. Anna Ribul Olzer, capo della sezione urbanistica del Comune di Belluno. Venendo ai giorni nostri c’è da ricordare che – lo si può leggere nel sito tuttitalia.it – il 16 dicembre 2017 il Comune di Sappada è passato dalla provincia di Belluno alla provincia di Udine dove risulta essere il secondo comune più alto del Friuli Venezia Giulia per altitudine del punto in cui è situata la casa comunale. Altra curiosità, oltre al cambio del Codice di avviamento postale da 32047 a 33012: nella storia della Repubblica italiana quello di Sappada è il secondo trasferimento amministrativo di comuni da una regione ad un’altra dopo il passaggio dei sette comuni dell’Alta Valmarecchia dalle Marche all’Emilia Romagna, avvenuto nel 2009. E qualcuno ora si domanda se sia o no il caso mantenere nella fontana di Piazza dei Martiri lo stemma di Sappada e cosa fare di quelli di Trichiana, Mel e Lentiai, dopo che il 30 gennaio 2019 è nato il nuovo comune di Borgo Valbelluna (il nome, come ricorda la libera enciclopedia Wikipedia, era stato deciso il 10 giugno 2018) dalla fusione dei tre comuni suddetti. Di quelli di Quero e Vas: il nuovo comune di Quero Vas che si estende sulle due rive del Piave nel punto in cui il “fiume sacro alla Patria” lascia il Bellunese ed entra nel Trevigiano. L’iter costitutivo della nuova realtà comunale era partito col referendum del 27 ottobre 2013 ed il successivo 17 dicembre la Regione ratificava la nascita del nuovo ente poi approvata all’unanimità dal Consiglio veneto. Di quelli di Forno di Zoldo e Zoldo Alto: il nuovo comune di Val di Zoldo, che fa parte dell’Unione montana Cadore, Longaronese, Zoldo, nasce il 23 febbraio 2016 in seguito alla fusione dei due comuni; la sede comunale è a Fusine, già capoluogo di Zoldo Alto. Infine di quelli di Alpago, la nuova realtà nata dalla fusione tra i comuni di Farra, Pieve e Puos è operativa dal 23 febbraio 2016 (Un primo tentativo di fusione fu proposto nel 1997 e riguardava anche gli altri due comuni della Conca alpagota: Chies d’Alpago e Tambre, ma non ebbe successo. Poi i tre comuni dove il sì era prevalso ripresero il progetto che ha superato ogni ostacolo ed è passato dopo il referendum popolare del 17 gennaio 2016).
NELLE FOTO (Riproduzioni dal libro del Comune di Belluno e Renato Bona): la copertina della pubblicazione; l’allora assessore all’urbanistica, Edoardo Bristot, immagine datata della Fontana di Piazza dei Martiri e una recente; lo stemma di Sappada in rilievo sulla Fontana di Piazza dei Martiri di Belluno.